FABI FALCRI FEDERDIRIGENTI
FIBA CISL FISAC CGIL UIL C.A. RSU NUMERA
COMUNICATO STAMPA
A
distanza di 18 mesi dall’ingresso del gruppo del Banco di Sardegna nel gruppo
bancario Banca Popolare dell’Emilia Romagna e a 12 dalla presentazione del
Piano Industriale relativo alle aziende sarde possiamo fare il punto della
situazione.
Ricordiamo che il disegno strategico illustrato dalla BPER si basava sulla valorizzazione delle realtà locali, sulla totale attenzione alle istanze del territorio attraverso il mantenimento dell’autonomia delle banche locali e su una assoluta garanzia circa il mantenimento dei livelli occupazionali.
Questi aspetti erano stati considerati positivi da tanti, a partire dalla Fondazione Banco
di Sardegna, fino alle Istituzioni ed alle forze politiche e sociali della
regione.
Gli elementi che oggi abbiamo a disposizione per fare una valutazione
ci dicono che:
·
Banca di Sassari: l’ennesima semplice
annunciazione di un rilancio anche attraverso l’individuazione di un segmento
di mercato che allo stato non trova alcun riscontro pratico;
·
Sardaleasing: la destinazione a società
prodotto dell’intero gruppo BPER non trova corrispondenza nelle linee sino ad
oggi adottate.
·
Bipiesse Riscossioni: soffre gravemente delle
conseguenze della riforma sulla riscossione tributi e delle carenze circa le
scelte strategiche operate in questi anni, i segnali che si vedono vanno nella
direzione giusta ma, vista la gravità della situazione,non sono sufficienti.
·
Banco di Sardegna: i risultati economici
incoraggianti ottenuti nell’ultimo esercizio e confermati dall’andamento del
primo semestre non coprono le carenze di un progetto strategico complessivo che
prioritariamente si concentri sulla diversificazione dei mercati di azione e
sulla espansione territoriale.
·
Informatica (Ced Banco,
Numera, Krenesiel): su questo settore si sta profilando una graduale ma consistente
smobilitazione che impoverisce il territorio di opportunità e mortifica le
professionalità e l’occupazione specialistica. Lo scenario è quello di un unico
centro del gruppo che probabilmente sarà allocato a Modena con un presidio
locale, marginale, tutto da verificare.
Queste preoccupazioni hanno indotto le OO.SS. a richiedere incontri per
esaminare le problematiche inerenti lo sviluppo delle aziende e per esprimere
assoluto dissenso circa le scelte ventilate nel campo informatico e sui ritardi
nella presentazione, confronto con il sindacato e realizzazione degli altri
piani attuativi con le conseguenti negative ripercussioni sulle aziende
coinvolte.
L’incontro con il presidente del Banco, programmato da tempo per il
giorno 11 settembre, è stato rinviato con motivazioni vaghe, incomprensibili ed
in ogni caso inaccettabili.
Dalla lettura degli avvenimenti si evince per noi il rischio che si
passi dall’annunciato modello federale alla realizzazione di un modello
centralista, nel quale si prevede l’accentramento delle attività e la
delocalizzazione dei centri decisionali dalla Sardegna all’Emilia.
Per evidenziare le preoccupazioni dei lavoratori delle aziende del
Gruppo le organizzazioni sindacali hanno indetto una
CONFERENZA STAMPA
il giorno 12 SETTEMBRE 2002 ORE 10,30
PRESSO LA CISL DI SASSARI (via IV novembre
57sala Damiano Giordo)