FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTI-FIBA CISL-FISAC CGIL-UIL C.A.-RSU NUMERA

Oggi saremmo dovuti essere impegnati in un confronto con il presidente del Banco di Sardegna relativo allo stato di attuazione del piano di risanamento annunciato un anno fa. Invece siamo qui a scrivere questo comunicato perché tale incontro, programmato da tempo è stato disdetto con motivazioni vaghe, poco comprensibili e in ogni caso inaccettabili. C’è stato riferito infatti che “la situazione è in evoluzione” e che “è in corso di predisposizione un documento che vi sarà illustrato e consegnato nel corso del mese di ottobre. Qualora il documento non dovesse essere definito per quella data, sarete comunque convocati”. Appare evidente che si tratta di pura e semplice tecnica dilatoria.

Per avere un quadro complessivo della situazione riteniamo utile riassumere per sommi capi la situazione nelle varie aziende controllate dal Banco di Sardegna, tenendo presente che, ai fini della ristrutturazione e rilancio, il problema  delle risorse finanziarie sembrava essere bene avviato a soluzione sia con l’aumento del capitale sociale che con la cessione delle quote di partecipazione della Findomestic.

·         Banca di Sassari: rileviamo che l’ennesimo semplice annuncio di un rilancio, anche attraverso l’individuazione di un segmento di mercato allo stato attuale, non trova alcun riscontro pratico. Dopo dodici mesi manca qualsiasi studio di fattibilità del progetto annunciato e nel corso di un incontro aziendale è stato addirittura dichiarato che le necessarie risorse finanziarie dovranno essere reperite all’interno della stessa azienda (intenzione evidentemente velleitaria vista la struttura del bilancio della banca).

·         Sardaleasing: la destinazione dichiarata a società prodotto dell’intero gruppo BPER, non trova corrispondenza nelle linee sino ad oggi adottate. Infatti, le attività che sono in corso tendono ad una gestione dell’ordinario e non sono volte all’espansione dei volumi, ne ad una migliore identificazione del prodotto, in contraddizione con gli investimenti fatti di recente e confermati all’inizio dell’anno. Si fa invece strada l’ipotesi dell’utilizzo di prodotti leasing per l’intero gruppo Bper forniti dalle società ABF leasing ed Italease.

·         Bipiesse Riscossioni: soffre gravemente delle conseguenze della riforma sulla riscossione tributi e delle carenze circa le scelte strategiche operate in questi anni, forse condizionate dal turn-over di ben undici direttori generali, che non hanno nemmeno saputo sfruttare l’occasione di un costo del lavoro tra i più bassi del settore (il CIA, come per altro in banca di Sassari non viene rinnovato da 14 anni). I segnali che si vedono vanno nella direzione giusta ma, vista la gravità della situazione, tra le quali l’assoluta mancanza di investimenti in informatica, non sono sufficienti. A tutto ciò si aggiunga il fatto che le relazioni sindacali sono inesistenti.

·         Banco di Sardegna: i risultati economici incoraggianti ottenuti nell’ultimo esercizio e confermati dall’andamento del primo semestre non compensano le carenze di un progetto strategico complessivo che prioritariamente si concentri sulla diversificazione dei mercati di azione e sulla espansione territoriale. Le scelte che si profilano sul piano informatico inducono a prevedere un cambiamento radicale della filosofia del Banco in termini di organizzazione del lavoro, infatti parrebbe che si ritorni alla settorizzazione del lavoro abbandonato nella realtà aziendale da almeno un decennio. Non può sfuggire il grande sacrificio che verrà richiesto nuovamente ai lavoratori in termine di impegno per la riconversione professionale. E’ facile ipotizzare la necessità dell’impiego di più personale nell’attività di back-office con la probabile ricerca da parte aziendale di alchimie organizzative per evitare le già oggi necessarie assunzioni. 

·         Informatica (Ced Banco, Numera, Krenesiel): su questo settore si sta profilando una graduale ma consistente smobilitazione che impoverisce il territorio di opportunità e mortifica le professionalità e l’occupazione specialistica. Lo scenario è quello di un unico centro del gruppo che probabilmente sarà allocato a Modena con un presidio locale, marginale, tutto da verificare. Si consideri, inoltre, che questo tipo di scelta avrebbe serie ripercussioni sull’indotto: molte società di servizi informatici sarde basano la loro esistenza sul polo tecnologico del gruppo Banco.

Le OO.SS. leggono questa realtà e questi segnali con grande attenzione, preoccupate soprattutto della difficoltà da parte aziendale a giungere alla attivazione di quei processi negoziali necessari per tutelare al meglio i lavoratori in un’ottica di sviluppo aziendale. E’ evidente che il far parte di un gruppo presuppone il seguire delle regole comuni, ma riteniamo che questo non escluda, a maggior ragione per chi professa una struttura federale, il perseguimento della valorizzazione dell’autonomia, anche nelle relazioni sindacali. La lettura degli avvenimenti ci porta a dire che l’annunciato modello federalista è scomparso ed emerge invece una struttura di gruppo centralistica dove le attività ad alto valore aggiunto ed i relativi centri decisionali sono tutti allocati presso la Bper.

La stagione dell’attesa del nuovo corso è finita, è necessario avere la consapevolezza che si deve aprire un dibattito che coinvolga tutte le forze sociali ed economiche della regione. A tale scopo il giorno 12 c.m. le scriventi hanno organizzato una conferenza stampa per informare la comunità sociale e dare l’avvio al confronto. Mentre verrà attivato a breve un confronto con tutti i lavoratori delle aziende coinvolte per valutare le iniziative da intraprendere a sostegno della vertenza. Sassari, 11 settembre 2002.

 

Le segreterie del coordinamento del Banco di Sardegna, Banca di Sassari, Bipiesse riscossioni, Sardaleasing e Numera.

FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTI-FIBA CISL-FISAC CGIL-UIL C.A.-RSU NUMERA