R.S.A. ARTIGIANCASSA - ROMA

 

 

 

Il Consiglio d�Amministrazione di BNL ha approvato il 19 Luglio scorso il Piano Industriale 2002 � 2005. E� noto comeil documento preveda, oltre la riduzione della rete all�estero, la dismissione delle attivit� no core, in buona sintesi un forte ridimensionamento aziendale.

 

L�Amministratore Delegato Davide Croff, dichiarando l�incapacit� della Capogruppo a realizzare alcuno dei molteplici piani industriali progettati per Artigiancassa, ha indicato la nostra Banca come una delle attivit� da dismettere, in quanto non strategica.

 

Questo � l�epilogo di un processo lungo e apparentemente contraddittorio, ma che col senno di poi appare chiaro in ogni suo aspetto.

 

Adesso finalmente � palese comeattraverso il rapporto con BNL Artigiancassa abbia ottenuto due risultati: una poderosa importazione di personale altamente retribuito il primo, un�ancora pi� formidabile esportazione di capitali il secondo.

Sono stati 1700 circa, i miliardi di vecchie lire migrati dalle nostre casse a quelle della Capogruppo in cambio di un buon numero di risorse tra Direttori Generali e Vice, Responsabili Apicali, Dirigenti, Funzionari, Colleghi in CFL assunti presso la Rete ed impiegati in Sede (o viceversa) al solo scopo di poterli retribuire con il trattamento di trasferta.

 

���������� In questi anni la nostra azienda, guidata dagli strateghi della capogruppo, ha prodotto grandi quantit� di progetti, senza per� portarli a compimento attraverso la costruzione di prodotti e procedure adeguati, con le conseguenze che conosciamo: una pletora infinita di false partenze, ripetuti danni d�immagine, sostanziale incapacit� di dare risposte alle domande del mercato se non attraverso la proposizione di slogan a cui raramente si � dato seguito concreto.

Non � possibile ipotizzare che tutto questo sia il frutto degli errori di un management distratto o dell�incapacit� del personale di Artigiancassa.

 

���������� E� pi� congruo pensare che non vi sia mai stata la volont� reale di far sopravvivere la nostra Banca, una volta spogliata del suo capitale sociale, oltre la scadenza della convenzione che la fa soggetto gestore di contributi pubblici, e per questo percettrice di compensi non trascurabili.

 

Non � nemmeno ragionevole credere che i molti e brillanti funzionari che la Capogruppo ha inviato a ricoprire incarichi rilevantissimi per contenuto e retribuzione fossero all�oscuro della realt� che solo adesso si palesa in tutta la sua crudezza.

 

E in ultimo, alla luce degli avvenimenti, come interpretare la nomina al vertice di Artigiancassa dell�attuale Direttore Generale dal momento che in BNL l�Avvocato Verzaro ha ricoperto per anni e con successo un ruolo che seppur diversamente denominato era quello di Capo del Personale.

 

Non ci sembra funzionale all�espansione di qualsiasi azienda mettervi all�apice un manager che si � sempre occupato di Personale e Relazioni Industriali; salvo che non siano il personale e l�azienda stessa l�ostacolo da rimuovere per la realizzazione dei piani di gruppo.

 

Adesso il nostro compito � chiedere che Artigiancassa si doti di un programma operativo di breve � medio termine che tenga viva e, se possibile, incrementi l�attuale attivit�, allo scopo di non perdere nelle more della dismissione quello spazio di mercato e quel valore di immagine che si � conquistata con il lavoro di tutti coloro che hanno fatto il proprio dovere con onest� e competenza.

 

Per raggiungere l�obiettivo crediamo che dovranno essere profuse tutte le risorse che la nostra azienda pu� esprimere, e riconosciuti definitivamente i ruoli di ciascuno in corrispondenza al lavoro effettivamente svolto ed agli incarichi realmente ricoperti.

 

L�esperienza ci ha fatto perdere la fiducia nell�importazione di qualificati dirigenti, e quindi piuttosto che puntare sui molti talenti di chi forse verr� domani (quando potrebbe essere gi� troppo tardi), riteniamo sia pi� prudente fare affidamento sulle energie che abbiamo oggi.

 

Concordiamo pienamente con tutti coloro che sollecitano le rappresentanze sindacali ad elaborare una progettualit� comune.

 

Chiediamo di superare le interpretazioni strumentali, e di riconoscere, in questa situazione, la valenza dello strumento del C.I.A recentemente sottoscritto come parziale punto di riferimento per il riordino e la razionalizzazione dell�operativit� complessiva della nostra azienda.

 

 

Roma 16 settembre 2002