FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

 

Rappresentanza Sindacale Aziendale

Segreteria Fabi Gruppo Intesa-Bci

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COMUNICATO RISERVATO AI QUADRI SINDACALI FABI

ATTIVO NAZIONALE DIRIGENTI SINDACALI GRUPPO INTESA

 

Oltre 250 Dirigenti Sindacali della FABI del Gruppo Intesa, si sono riuniti il giorno 1°ottobre a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, per approfondire le tematiche relative al “Fondo Esuberi” e per una prima valutazione tecnica (con la collaborazione di un professore universitario esperto in materia) del nuovo Piano Aziendale.

L’attivo, organizzato grazie all’intervento della Federazione, si è aperto con il saluto ed il ringraziamento a tutti i partecipanti del Segretario Generale Carlo Giorgetti il quale, nel ricordare l’imminente avvio delle trattative sulle ricadute previste dall’art. 18 del vigente CCNL (2 ottobre), ha confermato la volontà della FABI ad avviare un confronto serio, concreto e responsabile per affrontare realisticamente le difficoltà attuali della nostra Banca. Presupposto fondamentale sarà quindi una verifica precisa e puntuale sia degli organici sia degli interventi organizzativi previsti nel Piano. Per quanto concerne i possibili strumenti da attivare a seguito di questo primo confronto, il Segretario Generale, a nome anche del Comitato Direttivo Centrale, ha riaffermato con forza la validità dell’accordo sottoscritto in ABI il 24/01/2001 che prevede l’attivazione del Fondo di sostegno del reddito su base volontaria. 

Il Segretario Nazionale Giacomo Melfi, prendendo spunto da analoghe e precedenti esperienze presso altri Istituti di Credito, ha quindi illustrato gli elementi più significativi della normativa vigente relativa al “Fondo” ed ha fornito alcune risposte ai numerosi quesiti emersi, riservandosi di approfondire, con l’apporto dei nostri legali, quelli sui quali permangono tuttora alcune perplessità.

Il pomeriggio è stato dedicato allo studio del Piano Industriale da un punto di vista tecnico, con particolare attenzione alle ricadute sul personale. Il relatore ha, con chiarezza e semplicità, fatto luce sui molti interrogativi emersi fornendo un poderoso documento ed ha tradotto in parole comprensibili anche le astruse definizioni spesso usate dall’azienda. Chiarezza è stata fatta anche sui disastrosi risultati dei Piani Industriali precedenti assolutamente inferiori rispetto ai dati annunciati e sperati. Sono stati raffrontati i pochi dati significativi forniti dalla Banca con quelli di altre aziende del settore, evidenziando inoltre alcuni aspetti del Piano che potrebbero rivelarsi incongruenti rispetto agli obiettivi annunciati.

Appare evidente, ad esempio, la difficoltà da parte della Rete, di accrescere il fatturato della banca del 17% con una drastica riduzione del personale assegnato alla medesima. E’, inoltre, incerta, la nuova struttura delle filiali, che da sola dovrebbe consentire il recupero di ben 3.000 persone, come indefiniti sono gli interventi annunciati a tutela degli impieghi (rischi su crediti).

L’Azienda, inoltre, giustifica la necessità di abbattere il costo del lavoro sulla base di un indice (cost / income) più elevato rispetto a quello della maggior parte degli altri Istituti di Credito, senza fornire gli elementi che compongono la voce costi. In realtà, depurando questo dato dall’incidenza delle rettifiche sui crediti, considerando soltanto il rapporto costo del personale / ricavi, il Gruppo Intesa si colloca esattamente nella media del settore. Pertanto le INEFFICIENZE SONO DA RICERCARE DA BEN ALTRA PARTE! 

Alla luce della complessità del Piano, appare quindi puramente strumentale l’iniziativa aziendale di chiedere ai colleghi, tramite Intranet,  un’opinione in merito allo stesso.

L’interessato e partecipato dibattito ha infine evidenziato la necessità di un coinvolgimento costante e capillare dei colleghi nel proseguo della vertenza, che si prospetta particolarmente difficile e complessa.

 

Milano 2 ottobre 2002                                                            La Segreteria