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ORGANI DI COORDINAMENTO

UniCredit Banca – Divisione ex Rolo Banca 1473

 

 

UN ESORDIO STECCATO

 

 

Gli studiosi, i sociologi aziendali, i manager illuminati hanno e continuano ad affermare che si è vincenti nel mercato solo se si motivano i dipendenti affinché si “avvicinano al mercato” con atteggiamento positivo. Questa facile teoria industriale, proclamata anche dai nostri manager di Milano, non trova attuazione, fa fatica a decollare, non esordisce in modo corretto nella nostra beneamata Divisione Rolo. Forse il “messaggio” a distanza di chilometri da Milano, si affievolisce e si snatura, perché qualche Capo Mercato, soprattutto della Romagna e nel Ferrarese, ma non solo, è convinto che la “frusta”, il tono forte, il fare deciso e a volte minaccioso, siano la vera forza del manager per convincere a vendere, a produrre, a far bene tutto ed in fretta. E’ stato un antipatico esordio, per questi Capi Mercato, una stecca veramente sgradevole e  di vecchio stile.

Anche il Responsabile del Servizio Personale, dott. Vagnerini, ha stigmatizzato tali comportamenti, ritenendoli, oltre che scorretti, negativi per la stessa strategia aziendale.

La nostra storia Aziendale è fatta di lavoratori seri e responsabili, di abnegazione e di risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Lavorare per noi è un’abitudine, non una novità, come pensa qualcuno.

I toni esasperati, di cui ci hanno riferito tanti colleghi, non possono far altro che ottenere l’effetto opposto a quello (forse) voluto e costringerci a reagire sul piano sindacale.

Francamente, sembra assai stonata questa partenza rispetto alle premesse ed alle ripetute dichiarazioni ufficiali dell’Amministratore Delegato a Milano e anche al famoso Road Show:

in tale sede l’A.D. Alessandro Profumo ha chiaramente affermato che “autorevolezza non è autoritarismo”!!!  Qualche “capo” ha proprio la memoria assai corta.

Abbiamo bisogno di “capi” autorevoli, capaci e disponibili, non di “domatori” anzi, sia detto fin da ora, il Sindacato li contrasterà in ogni modo. Non siamo noi che dobbiamo imparare a lavorare (scusate l’orgoglio…), semmai qualche responsabile deve imparare ad essere autorevole, anziché autoritario.

L’Azienda sa bene che nemmeno in tempi ben peggiori siamo mai arretrati di un millimetro dalla trincea della dignità, dell’educazione e del rispetto dei diritti.

Attendiamo ora di verificare se si è trattato davvero, come ci auguriamo, di un errore all’esordio, alla “prima” c’è sempre un po’ di tensione, o una dichiarazione programmatica.

Quindi, cerchiamo di capirci: se si vuole un clima positivo, certi comportamenti sono da mettere nel dimenticatoio. Siamo certi che, con un po’ di buona volontà, ci si riuscirà.

A tal proposito è meglio precisare che:

 

·        Non concordiamo sulla richiesta quotidiana ed asfissiante sui dati raggiunti: la riteniamo stressante, inutile ed esasperante. Le OO.SS. valuteranno con attenzione questa decisione.

·        Condizioni ai dipendenti: l’Azienda e la Capogruppo non sono disponibili, al momento, a confrontarsi col Sindacato, nel frattempo sono stati avviati incontri con il legale per pareri ed iniziative nel merito della questione.

·        Nuovo sistema di valutazione: è in corso il confronto con l’Azienda, che ha dichiarato di condividere alcune nostre osservazioni e che nel prossimo anno saranno applicate.

·        Sistema incentivante: anche su questo argomento è in corso una discussione fra OO.SS. e Direzione di Divisione, abbiamo fatto le nostre osservazioni e siamo in attesa della risposta, ancora una volta però ci siamo trovati di fronte ad una bozza di sistema incentivante riservata alle filiali e che ignora totalmente i colleghi degli uffici interni.

·        I soliti primi della classe, troppi per essere casi isolati, da qualche giorno stanno comunicando gli obiettivi da raggiungere nei prossimi tre mesi. Questo non è fattibile prima che termini la procedura contrattuale, inoltre questi obiettivi sono tanto ambiziosi che ci si chiede seriamente se sono frutto di ponderate analisi o se sono numeri dati praticamente a caso.

·        Uno dei problemi più scottanti e di difficile soluzione è quello della sicurezza in tutti i suoi aspetti. Il tema, mai abbandonato, del servizio a domicilio, è tornato alla ribalta con toni drammatici: è un servizio che ufficialmente non esiste perché, sempre ufficialmente, viene raramente svolto e sempre nell’ambito delle regole Banca d’Italia. La realtà è che in troppi invece si trovano quotidianamente costretti a svolgerlo in condizioni pericolose e senza un mandato ufficiale ed esplicito della banca.

 

E’ nostra intenzione avere risposte chiare e definitive dalla banca su questi ed altri argomenti minori, ma non meno importanti, per uscire da quelle ambiguità di fondo che non sono utili proprio a nessuno.

 

 

Bologna 8 ottobre 2002

Le Segreterie

 

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