R.S.A. Banca d’Italia - U.i.c. - Consob
UNA “CORRIDA”…
ALL’ITALIANA!
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un
botta e risposta tra il sindacato FALBI e i due sindacati confederali CGIL e
UIL sulla questione della chiusura delle 30 filiali della Banca Centrale di
Spagna, con toni e scontri da vera “corrida”… all’italiana!
Se è
vero che la gravità e l’attualità della notizia merita la massima attenzione da
parte di tutti è altrettanto vero che bisogna pur tenere presente, con serietà
e raziocinio, che le radici della profonda crisi della Banca Centrale spagnola
affondano nelle vicende di alcuni anni addietro.
La nostra Organizzazione,
infatti, già nel numero di giugno 1998 del “Fabinforma Speciale Europa”, al
paragrafo 8) - pag. 3, forniva il resoconto della crisi occupazionale e della
contrazione degli organici esistenti nella “consorella” spagnola. Nel
relazionare i colleghi anche sulla situazione di tutte le altre Banche Centrali
europee concludevamo affermando la necessità di tenere alta l’attenzione sul
delicato momento che andava sviluppandosi in Europa in quasi tutte le aderenti
al SEBC.
Non a
caso, infatti, il 7 maggio 1998, in un incontro tenutosi tra il Direttorio
della Banca d’Italia e la Delegazione della FABI (vedi “Fabinforma” del maggio
1998 – pag. 1) già chiedevamo rassicurazioni per i nostri lavoratori su quanto
era emerso da uno studio del Servizio Organizzazione sull’efficienza e
rendimento del “sistema” filiali della Banca d’Italia.
Il Governatore rassicurò sin da allora la
nostra Delegazione sul mantenimento dell’articolazione territoriale
dell’Istituto preannunciando persino un consistente rafforzamento di funzioni e
compiti delle filiali stesse.
Ma per tornare alla
questione “spagnola”, ci sembra quanto meno paradossale il modo in cui la Falbi
si sta “scornando” con CGIL e UIL su una fine quanto meno “annunciata”. Da un lato, infatti, non
comprendiamo come le due confederali, presenti come noi al tavolo
dell’Eurofiet, non sapessero del processo ormai irreversibile innescatosi nella
Banca spagnola e ci meravigliamo che vengano oggi a rappresentarlo come un
contagioso “virus” per le sorti del nostro Istituto. Dall’altro non riusciamo a
capire come i dirigenti della FALBI, rapportandosi alla “questione italiana” e
spacciandosi per paladini dei lavoratori della Banca d'Italia, possano
sostenere, in costanza di pericolo di chiusura delle filiali, di essere stati i
“salvatori della patria” grazie alla “meravigliosa” e “mirabolante” chiusura del
contratto 1998-2001.
Ma
stiamo, invece, ai fatti.
INNANZI TUTTO AFFERMIAMO CHE IN BANCA
D’ITALIA NON SI È MAI APERTA NESSUNA TRATTATIVA IN MERITO ALLA CHIUSURA DELLE
FILIALI e citiamo a conferma di ciò la stessa Falbi.
1)
Nel
volantino del 5 ottobre 1999, intitolato “INCONTRO CON IL DIRETTORE GENERALE”
la Segreteria Generale scriveva: “Dichiarata
l’apertura ufficiale del rinnovo contrattuale; il Direttore Generale esclude
qualsivoglia intervento di ridimensionamento delle Filiali”.
2)
Nel
volantino intitolato “PROSPETTIVE EVOLUTIVE DEI COMPITI DELLE FILIALI -
Incontro del 31 gennaio 2000”, datato 31 gennaio 2000, la Segreteria Generale
di quel sindacato affermava :”L’incontro
odierno ha confermato la scelta irreversibile della “intangibilità” della rete
periferica anche oltre il 2002. Un risultato che consente l’avvio del “rinnovo
contrattuale” senza “condizionamenti”. Sarebbe stato “autolesionismo” avviare
il negoziato in presenza del reale pericolo di interventi orientati al
ridimensionamento dell’assetto territoriale”.
3)
La
Segreteria Generale della FALBI intitolava il volantino del 21 aprile 2000
sull’incontro con il Direttorio “CONFERMA E POTENZIAMENTO DEL RUOLO DELLE
FILIALI”.
Ma
allora, dopo aver letto le affermazioni qui riportate, dobbiamo ritenere che la
Segreteria Generale della FALBI sia stata colpita da un vuoto di memoria
all’epoca degli scioperi chiesti ai lavoratori a fine anno 2001 contro gli
esuberi in Banca d’Italia? Oppure dobbiamo pensare che abbia tentato di trarre
in inganno i lavoratori chiamandoli a scioperare per un pericolo teoricamente
grave, ma al momento assolutamente inesistente, come più volte da loro stessi
dichiarato in documenti e sedi ufficiali? [vedi punti 1), 2) e 3) sopra
indicati]. Una vera e propria mistificazione dei fatti perpetrata da personaggi
avvezzi a dire cose non vere e per questo anche di recente condannati.
Resta confermata dalla storia recente
una sola verità:
·
la
dirigenza Falbi ha portato allo sciopero la compagine della Banca d’Italia
contro un pericolo creato artificiosamente, agitando lo spauracchio di una
ipotetica chiusura delle Filiali, per supportare un contratto inconsistente ed
insignificante;
·
la
dirigenza Falbi, quando invece si era ritrovata in presenza di un reale
“pericolo”, quale la proposta di esternalizzazione della stampa dei biglietti
al Servizio FCV a ottobre del 2000 non aveva minimamente esitato a scegliere la
linea della Banca, acconsentendo supinamente all’esternalizzazione stessa e
mettendo a rischio la tenuta occupazionale del settore.
Questi fatti, a nostro avviso, dimostrano in modo
inequivocabile che di simili “paladini” i lavoratori della Banca d’Italia non
hanno assolutamente bisogno: per “neutralizzarli” sarà sufficiente togliere
loro la delega sindacale.
Roma, 8 ottobre 2002
LA
SEGRETERIA NAZIONALE
R.S.A.
BANCA D’ITALIA