LA SEGRETERIA NAZIONALE

 

Conclusa l’indagine sui fabbisogni professionali del settore creditizio.

Incontro dei Soci fondatori (ABI e FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTICREDITO-FIBA/CISL-FISAC/CGIL-SINFUB-UILCA) col Comitato Esecutivo di Enbicredito.

L’importante ruolo svolto dalla FABI.

 

            Si è svolto, in data di ieri, il preannunciato, atteso incontro fra i Soci Fondatori di Enbicredito (ABI e FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTICREDITO-FIBA/CISL-FISAC/CGIL-SINFUB-UILCA) ed il Comitato Esecutivo dell’Ente stesso.

 

            Per l’ABI erano presenti, fra gli altri, il Presidente Sella, il Direttore Generale Zadra, il Direttore Centrale Durante, mentre le OO.SS. erano rappresentate dai Segretari Generali e dai Segretari Nazionali.

 

            Per la FABI sono intervenuti, anche nel dibattito, il Segretario Generale Giorgetti, la Segretaria Generale Aggiunta Zemiti e la Segretaria Nazionale Attuati (che ha fatto parte del Comitato di Pilotaggio).

 

            Per Enbicredito hanno partecipato, oltre ad alcuni Consiglieri, il Presidente Verzaro ed il Vicepresidente Steffani, i quali hanno illustrato le motivazioni, a base della riunione, incentrate su una prima valutazione dei risultati dell’indagine, giunta a conclusione, sui fabbisogni professionali nel settore creditizio. Si è discusso anche sul ruolo e sulle prospettive di Enbicredito, dopo aver tracciato un consuntivo sull’attività trascorsa.

 

            Ha svolto una sintetica ma chiara relazione tecnica il responsabile scientifico della ricerca, Prof. Messori.

            In effetti, dopo tre anni di attività, più di due riservati allo svolgimento della ricerca, scadono, a fine anno, gli Organismi di Enbicredito, mentre i contenuti della ricerca stessa dovranno essere formalmente approvati  dal Consiglio di Amministrazione nei prossimi tempi, appena dopo la prevista ispezione da parte del Ministero del Lavoro, che deve accertare come tutta l’operazione sia avvenuta nell’osservanza rigorosa di leggi e regolamenti.

 

            Prima dell’incontro con l’ABI, si è svolta una riunione preparatoria fra i Segretari Generali e Nazionali delle sette OO.SS. ed i Componenti del Comitato Esecutivo di Enbicredito di parte sindacale.

 

            Riteniamo opportuno riferirvi le valutazioni più significative svolte nei due succitati momenti di confronto, anche se non tutte le considerazioni effettuate sono state rese, allo stato, all’ABI, perché saranno ulteriormente affinate e presentate ai prossimi tavoli negoziali di competenza.

 

            L’indagine, sul piano scientifico, è stata condotta da alcuni fra i migliori Accademici di Università prestigiose, guidati dall’insigne Prof. Marcello Messori, suddivisi in otto gruppi di lavoro.

 

            Essa rappresenta sicuramente la più aggiornata e penetrante radiografia del sistema creditizio italiano e dovrebbe costituire una preziosa fonte di studio, di approfondimento e di ispirazione, essendo “bipartisan”, per le due parti sociali, soprattutto in previsione dell’imminente rinnovo contrattuale.

 

            Va ricordato, sia pure in .termini estremamente succinti, che la ricerca è stata realizzata dai suddetti otto gruppi di lavoro, che si sono misurati, in fasi successive, sul piano politico con l’Esecutivo di Enbicredito e sul piano tecnico col Comitato di Pilotaggio.

 

            Tali rapporti, per la verità, hanno scontato anche condizioni di difficoltà organizzative e di metodo, che hanno pesato, in particolare, sull’attività, appunto, del Comitato di Pilotaggio, il quale, ciononostante, ha offerto notevoli apporti.

 

            Tre gruppi – guidati da Pittaluga per le grandi Banche, Locatelli per le “medie”, Alessandrini per le “piccole” – hanno indagato e rappresentato le trasformazioni della struttura organizzativa e l’evoluzione diversa delle figure professionali in dipendenza, proprio, dell’assetto dimensionale delle aziende.

 

            Altri tre – diretti da De Marco per l’information tecnology, Paganetto per l’area retrail, Forestieri per il corporate finance e per l’investiment banking – hanno valutato e descritto l’effetto delle ricadute della comunicazione e delle tecnologie informatiche sulla “macchina operativa”, sull’organizzazione del lavoro e sulla nuove figure professionali che ne discendono.

 

            Gli ultimi due gruppi: quello della Di Battista è riuscito efficacemente a mirare una configurazione dei possibili percorsi formativi in grado di avvicinare le distanze fra fabbisogni e competenze disponibili; l’altro, di Mattesini, ha assolto al compito di disegnare un quadro di carattere quantitativo degli andamenti occupazionali e dei fabbisogni professionali.

 

            Sottolineiamo che i dati emersi sui fabbisogni professionali  - che dovranno essere monitorati nei prossimi anni in modo tale da consentire di avere costantemente una situazione aggiornata della loro evoluzione, evitando, così, la ripetizione di indagini  assai costose – saranno inseriti in una banca-dati nazionale, unitamente a quelli relativi ad altre analoghe condotte nei maggiori settori produttivi del Paese.

 

            Su un aspetto centrale della ricerca, quello della formazione, viene evidenziato chiaramente, soprattutto per merito delle interviste effettuate ai rappresentanti sindacali, che sono sicuramente apprezzabili i risultati raggiunti, in materia, in sede di ultimo rinnovo contrattuale, ma non è la stessa cosa per quanto concerne l’attuazione delle norme sul campo da parte delle imprese!

 

            In particolar modo, si è posto in luce come le normative contrattuali abbiano consentito un miglioramento, talvolta sensibile, delle offerte formative da parte delle aziende che già erano dotate di una cultura della formazione, mentre nella grande maggioranza dei casi, soprattutto in quelle di minori dimensioni, la normativa contrattuale stessa sia stata applicata molto parzialmente o, addirittura, sia rimasta priva di effettività!

 

            L’esperienza triennale condotta da Enbicredito è stata la prima in assoluto nel nostro settore.

            Possiamo giudicarla complessivamente positiva, tenendo conto delle seguenti difficoltà oggettive, anche di avvio:

 

a)      nel nostro settore l’Ente bilaterale è stato costituito “buon” ultimo, rispetto a ciò che è avvenuto nei più importanti settori produttivi. Si pensi, ad esempio, che nel “Turismo” è stato realizzato nel 1991, nell’”Artigianato” nel 1992, nell’”Edilizia” nel 1980 e nel “Grafico” addirittura nel 1950!

Pertanto non è stato facile catalizzare intorno ad Enbicredito un’attenzione adeguata all’importanza, almeno potenziale, del suo ruolo, anche alla luce di ciò che di positivo hanno spesso “costruito” gli Enti bilaterali degli altri settori;

b)      i Partners sociali hanno dovuto abituarsi a vivere un rapporto assolutamente paritario, a decidere di intesa, cioè,  su qualsiasi problema, dal più piccolo al più rilevante;

c)      la insufficienza di strutture organizzate e di disponibilità finanziarie proprie hanno comprensibilmente circoscritto le capacità operative.

 

I nostri dirigenti sindacali, ad ogni livello di responsabilità, ben conoscono quale pesante “tornado” stia per abbattersi sui livelli occupazionali del settore con le migliaia di esodi, che si vorrebbero obbligatori, annunciati, magari solo a mezzo stampa, da alcuni gruppi bancari, Banca Intesa e Capitalia in testa!

 

Pertanto la FABI, e le altre OO.SS. porranno alle aziende interessate alcune pressanti, legittime domande, cui esse dovranno dare delle risposte plausibili, soprattutto con scelte ragionevoli e sostenibili da confrontare col sindacato: l’eventuale fuoriuscita così massiccia di lavoratori e la connessa distruzione di tante competenze sarebbero socialmente compatibili? Se così non fosse, come in effetti per la FABI non è, né potrebbe essere, prevarrebbero egualmente le supposte esigenze di razionalizzazione dei costi, quindi ragioni di esclusivo, “brutale” carattere economico?

 

Ma allora, i clamorosi, ripetuti errori nella conduzione di alcune aggregazioni devono essere pagati solamente e duramente dai lavoratori?

 

Questo, a maggior ragione, dopo che i bancari italiani hanno già attuato sensibili sacrifici per rilanciare, così come è avvenuto, la competitività del nostro settore creditizio nell’ambito europeo?

La FABI e le altre OO.SS. affronteranno, con tutta la determinazione e la lucidità politica di cui sono capaci, tali pesanti problematiche oggi sul tappeto alla vigilia di un rinnovo contrattuale effettivamente ancor più difficile e complesso che per il passato. Non sembri questa affermazione di tipo ritualistico e/o scaramantico!

 

Di fronte a ciò la pratica della concertazione e la sua più alta espressione, cioè la bilateralità, devono riprendere nuovo slancio, sia per il sindacato, sia per le aziende.

 

            In particolare, la filosofia della bilateralità, di cui sono densi i contenuti contrattuali nazionali ed aziendali, deve essere uno strumento fondamentale per caratterizzare rapporti costruttivi fra “controparti”.

 

            Va fortemente sottolineato che l’Ente si caratterizza per la legittimazione reciproca delle parti sociali, le quali non abdicano certamente, come taluni tuttora maliziosamente insinuano, ai propri ruoli, ma decidono di cooperare e codecidere, su materie di interesse comune, per raggiungere obiettivi comuni.

 

            Le “cartine di tornasole” per leggere le reali intenzioni delle aziende sono due: la disponibilità dell’ABI a tener conto delle risultanze dell’indagine sui fabbisogni, e le scelte che vorrà compiere per dar vita effettiva al nuovo Enbicredito, il quale per il prossimo triennio avrà un sindacalista quale presidente.

 

Si noti che l’Ente bilaterale è privilegiato nei cospicui finanziamenti pubblici nazionali ed internazionali in quanto in esso sono presenti, su un piano di parità di ruolo, i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori.

 

Inoltre le materie che dovrà trattare Enbicredito 2° sono, fra le altre, quelle sotto indicate:

a)            promozione della formazione, in stretta collaborazione con gli Enti Bilaterali Aziendali;

b)            finanziamento della formazione contrattuale non retribuita;

c)            sviluppo dei processi di validazione dei sistemi formativi ai fini della certificazione delle competenze;

d)            progettazione di sistemi formativi volti a promuovere cultura di pari opportunità nelle aziende, in attuazione della legge 125.

Ancora: deve assicurare assistenza alle parti sociali per l’intero percorso riguardante i finanziamenti domestici ed europei: “dalla indicazione dei bandi regionali ai suggerimenti tecnici, amministrativi ed economici in merito ai progetti concreti ed ai committenti cui rivolgersi per la loro elaborazione”.

 

            E si potrebbe proseguire.

 

Vi informiamo che si sta aprendo un sito per la ricerca, che sarà poi trasformato in sito per Enbicredito.

 

            Si sta poi scegliendo l’editore, cui affidare l’indagine, che stamperà un volume di circa 800 pagine! Tuttavia ogni capitolo avrà in testa un “abstrat”, ossia una sintesi dei suoi contenuti.

 

            Si è deciso anche di far svolgere tre Workshops – uno al Nord, un altro al Centro e l’ultimo al Sud – ed un Convegno per illustrare convenientemente i contenuti della ricerca.

 

            Mentre i tre Workshops saranno riservati alla realtà interna al mondo del credito, formata dai rappresentanti delle aziende e dai dirigenti sindacali invitati fortemente a parteciparvi, il Convegno, che si terrà a Roma, sarà opportunamente aperto all’esterno, favorendo la presenza delle Istituzioni centrali e locali, Enti Bilaterali degli altri settori, Isfol, Banca d’Italia, Associazione culturali, giornali e radio televisioni per un contatto doveroso con la pubblica opinione.

 

            Vi comunichiamo anche che .la Fondazione Cuoa (Centro Universitario di Organizzazione Aziendale), in qualità di coordinatore del progetto, Enbicredito, Banca Toscana ed altri hanno stipulato un accordo di cooperazione per la costituzione di un partenariato di sviluppo per la realizzazione di un progetto, di durata biennale, d’iniziativa Equal, attivata dalla Commissione Europea nel corso del 2000.

 

            Coerentemente con l’obiettivo di promuovere un mercato del lavoro aperto a tutti, Equal si incentra su priorità tematiche, concordate fra gli Stati membri e la Commissione, correlate ai quattro pilastri della strategia europea per l’occupazione: occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità.

 

            Nell’ambito delle pari opportunità, è stato scelto il tema: “Maternità e sviluppo professionale nelle Organizzazioni bancarie”.

 

            Come di consueto, ogni progetto riceve le linee generali di sviluppo da un Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.), di cui fa parte Steffani, mentre un Comitato Direttivo (C.D.) ha compiti di natura gestionale.

 

            Si sono già svolte riunioni del C.T.S. e del C.D. Il progetto avrà una trattazione di avvio nel corso di uno specifico Convegno, promosso dal Cuoa, che svilupperà in seguente argomento: “Se permettete, parliamo di donne: lavoro, famiglia e sviluppo professionale”.

 

            Il citato Convegno si svolgerà il giorno 11 ottobre 2002, nella sede del Cuoa ad Altavilla Vicentina (Vicenza).

 

            La partenza del progetto ha marcato qualche difficoltà di interlocuzione addebitabile al Cuoa, ma confidiamo che, nel proseguo, tutto si possa svolgere pianamente.

 

            Cerchiamo di trarre, a questo punto, alcune prime, brevi conclusioni di prospettiva.

 

            Abbiamo la netta impressione che ci troviamo tutti su un crinale: si tratta di valutare se, di fronte al nuovo che avanza inarrestabilmente, anche se spesso in termini contraddittori, le parti sociali intendono misurarsi con le vecchie logiche che imperversavano al tempo del fordismo. e del taylorismo, oppure se scelgono di cogliere e valorizzare le nuove possibilità offerte dall’evoluzione dei tempi.

 

            Indubbiamente soffia un vento di liberismo sfrenato che, se non collocato in un quadro di regole appropriate, potrebbe far inceppare l’avanzata, sia pure lenta e faticosa, dei valori e della pratica di una effettiva democrazia economica .

 

            In questo alveo, un Enbicredito, del tutto accettato e, quindi, sostenuto dalle parti sociali, dotato di strutture minime operative (sede, attrezzature, un direttore preparato ed esperto, ecc.) con finanziamenti propri e adeguati, ed in grado così di operare su vari versanti, potrebbe offrire ai lavoratori un contributo apprezzabile sul piano della loro crescita professionale e sociale ed alle aziende una maggiore forza competitiva.

 

Si evince da tutto quanto precede che la FABI ha davanti a sé impegni molteplici e ardui, ma la sua classe dirigente nazionale, provinciale ed aziendale, in unità di azione con quella delle altre OO.SS. e col supporto fondamentale dei lavoratori, saprà affrontarli con la capacità determinata e vincente di sempre.

 

Cordiali saluti.

 

 

Roma, 10 ottobre 2002