L'ora del dialogo in banca - La crisi del credito - Sindacati pronti al confronto ma chiedono di condividere le scelte

Alessandro Balistri

MILANO - Gli esuberi in banca sono almeno 15mila e il sindacato è disposto a sedersi ai tavoli per discuterne: l'importante è che i rapporti siano all'insegna della correttezza e che il metodo sia quello degli esodi volontari. Ieri le organizzazioni lo hanno ribadito ai vertici dell'Abi (l'Associazione bancaria italiana) al termine di un incontro convocato per definire alcuni nodi contrattuali rimasti in sospeso. Il tempo a disposizione era troppo breve per entrare nel merito della questione. Del resto, le relazioni sindacali potrebbero ricomporsi dopo le tensioni dei giorni scorsi. La frattura più dirompente riguarda Banca Intesa: il confronto di martedì si è concluso con la sospensione per 60 giorni del recesso da tutti gli accordi integrativi, comunicato dal gruppo il 2 ottobre. Un passo necessario per far ripartire il dialogo, secondo i sindacati, che oggi riceveranno da via Monte di Pietà la formalizzazione del l'avvio di una nuova trattativa su una base unica per l'intero gruppo. Le organizzazioni «si riservano di valutare i contenuti della lettera prima di revocare la mobilitazione». Il tema caldo sul tavolo saranno i 7.800 esuberi indicati da Intesa, mentre a Roma terranno banco i 5.400 tagli annunciati da Capitalia. Le crisi aziendali non sono in discussione. «Abbiamo detto al presidente dell'Abi, Maurizio Sella, che intendiamo affrontare i processi a patto che gli strumenti siano individuati insieme», dice Giancarla Zemiti, vicesegretario generale della Fabi, che ieri ha partecipato all'incontro dell'Abi. «Non contestiamo le crisi - spiega - ma i metodi ipotizzati: per gestire gli esuberi è indispensabile che l'esodo sia volontario e non forzato. Anche perché tutto avviene nell'ambito di processi di riorganizzazione: i dipendenti trarranno le conseguenze della nuova situazione e potranno decidere se lasciare l'azienda». I modi, oltre ai numeri, sono l'oggetto del contendere. Le aziende hanno bisogno di abbattere i costi per risanare i bilanci e i sindacati chiedono misure morbide e un ridimensionamento senza traumi, attraverso un percorso che segua passo dopo passo le regole concordate dalle due parti. «I comportamenti di alcuni gruppi bancari - accusa Francesca Furfaro, segretario generale Falcri - non rispettano le procedure stabilite nei casi di processi di ristrutturazione. È indispensabile ripristinare corrette relazioni sindacali in una fase che vede numerose dichiarazioni di personale in esubero e piani industriali che cambiano continuamente». Per i riassetti del credito il ricorso al fondo esuberi sarà ampio. Al sistema messo in piedi nel mondo bancario possono accedere i lavoratori ai quali mancano non più di cinque anni alla pensione: il fondo li "accompagna" con un'indennità uguale alla pensione prevista, pagata dall'azienda insieme ai contributi necessari. Banca Intesa (e non solo) vuole coinvolgere i dipendenti che resteranno in organico nel sistema di sostegno al reddito destinato ai colleghi in esubero, attraverso contratti di solidarietà e altri strumenti di riduzione del costo del lavoro. Le prime voci ad essere colpite saranno probabilmente i premi di produzione e qualche altro risparmio arriverà con la revisione degli accordi aziendali in una logica di gruppo, come intende fare proprio il gruppo Intesa. Il sindacato non si tira indietro di fronte a questa possibilità purché «tutto avvenga secondo il principio di equità, che i sacrifici tocchino tutti i livelli, perché in un periodo di crisi alcuni sprechi, premi e incentivi diventano incompatibili», dice Eligio Boni, segretario generale della Fiba-Cisl, intenzionato ad allargare lo spettro del confronto. «Noi - spiega Boni - possiamo dare il nostro contributo ai costi della ristrutturazione ma vogliamo essere coinvolti anche nel momento della ripresa, quando si tratterà di raccogliere i frutti del risanamento». Sacrifici immediati (e temporanei) in cambio di un dividendo futuro.

IL SOLE 24 ORE Giovedì 17 Ottobre 2002