R.S.A. Banca d’Italia - U.i.c. - Consob
PRENDE IL VIA
UNO “STRANO” NEGOZIATO
Il
giorno 29 ottobre u.s. si è avviato il confronto sulla trattativa 2002-2005.
Va
subito fatto rilevare che, secondo gli accordi sottoscritti tra Banca e primo
tavolo, si sarebbe dovuto iniziare a
discutere entro la fine del mese di luglio con all’ordine del giorno la riforma
delle carriere. La principale “stranezza” da evidenziare, però, è
l’inusuale mancata richiesta alle Organizzazioni Sindacali di una nuova
piattaforma rivendicativa.
A tal
proposito verrebbe voglia di credere che la Banca, avendo “incassato” a giugno
la firma sulla parte generale della lettera Desario, ora si appresti, magari
con le stesse OO.SS., a riproporre lo stesso impianto sulla riforma delle
carriere previsto in quella lettera.
La tesi
sostenuta nei nostri precedenti comunicati è che la Banca ha dovuto
specificare, nelle clausole finali della firma di giugno, che
quell’accordo valeva anche
come “contratto” 1998-2001, pur non avendone la struttura e le caratteristiche;
come dimostrato da queste prime battute, il
negoziato che si va aprendo oggi non rappresenta altro che la “prosecuzione”
del precedente.
La FABI, come deliberato dal Comitato Direttivo Centrale,
ha riconfermato ancora oggi l’impianto della propria piattaforma rivendicativa
che, dagli accordi firmati tra Banca e primo tavolo nel
giugno scorso, non ha ricevuto alcuna
risposta alle richieste formulate a suo tempo dai lavoratori.
La
Delegazione della Banca ha proceduto ad una panoramica generale su tempi, metodi e criteri del “nuovo”
negoziato.
L’aggettivo
usato sui tempi è stato “ragionevoli”, immaginando un percorso non certo
accidentato come quello degli ultimi quattro anni, ma auspicando il
raggiungimento entro la primavera-estate del 2003 di una “definizione” di
massima dell’accordo.
Abbiamo
espresso tutte le perplessità del caso rammentando alla Banca che gli accordi
di giugno fissano date molto lontane (2003, 2004, persino 2009!) per definire
alcune figure normative e che quindi, in taluni casi, sarà pressoché
impossibile trattare riforma ed inquadramento delle carriere in presenza di un
quadro certo.
A tal
proposito la nostra Organizzazione ha contestato alla Banca un primo aspetto
riferito alla carriera Se.Ge.Si. I
colleghi, infatti, che vorranno affrontare la prova per il passaggio a Vice
assistente nel primo semestre del 2003 rischiano di non poter scegliere se
effettuare la prova oppure rimanere nel profilo sicurezza perché non lo conosceranno
ancora! I firmatari di giugno, infatti, hanno completamente rinviato agli
accordi 2002-2005 l’inquadramento di tale profilo.
La nostra Delegazione ha proposto di affrontare subito tale problematica,
stabilendo, ad esempio, il 31 dicembre come termine ultimo per definire la
tematica del “profilo” sicurezza.
La risposta della Banca è
stata categorica e negativa: non è in grado di garantire tale scadenza e ha
dichiarato che la prova sarà comunque organizzata anche in assenza di
definizione normativa del “profilo sicurezza”!
Abbiamo ribadito con forza la nostra richiesta,
aggiungendo uno specifico chiarimento in merito alla prova “su piazza” per i
colleghi Se.Ge.Si. di Roma: abbiamo chiesto che possano conoscere prima del
concorso, data la molteplicità delle strutture ivi presenti, almeno “l’area” a
cui verrebbero destinati in caso di promozione (Via Nazionale, Via Tuscolana,
Vermicino, SCS, ecc...) e che abbiano la possibilità di rinunciare in caso di
assegnazione non rispondente alle proprie aspirazioni.
Nel
prosieguo dell’incontro abbiamo registrato una positiva dichiarazione della
Banca sull’assenza di ogni pregiudiziale per l’effettuazione di una riforma
delle carriere “a costo zero”.
Ma le successive specifiche hanno raggelato ogni
positiva impressione!
Il Capo Delegazione ha riaffermato il
“vincolo” di bilancio che guiderà la Banca nella contrattazione sui futuri
inquadramenti poiché, ha proseguito, “… solo
la più completa autonomia di bilancio può garantire l’autonomia “politica”
dell’Istituto”. Fin qui ci sarebbe poco da obiettare; ma il fatto grave è
che la Delegazione ha dichiarato che la
riforma dovrà avere costi contenuti, che si dovrà individuare la “fonte” per
finanziarla e, proseguendo nella panoramica, ha definito una evidente “anomalia”
la struttura economica che ancora prevede scatti di anzianità (!!!). Se a ciò
si aggiunge che la lettera Desario prevedeva formazione, addestramento e
valutazione quali “strumenti” di “adeguamento” salariale, il gioco è presto
intuito!
La FABI
non ha mai fatto né farà battaglie di retroguardia, ma lotterà fino in fondo
affinché sugli scatti di anzianità non si consumi un altro scippo come quello
del mancato riconoscimento della produttività di cinque anni per finanziare la
passata riforma stipendiale.
Sulla questione degli operai,
dimenticati completamente negli accordi di giugno dai firmatari, la FABI ha
rilanciato a tutto campo la questione, con riferimento a tutte le realtà
interessate (FCV, Piacenza, Vermicino e Amministrazione Centrale), ricordando
la grave trascuratezza con cui sono stati elusi appuntamenti contrattualmente
fissati.
Sulla distribuzione territoriale dell’Istituto,
ricevuta l’ennesima conferma dell’attuale assetto nazionale, abbiamo chiesto
alla Banca di esplicitare quanto prima, in concreto, il piano di rilancio
complessivo del “sistema filiali”.
Sulla previdenza, per i colleghi pre e
post ’93, abbiamo chiesto un riesame approfondito della materia, rilanciando
ancora una volta, tra l’altro, la nostra vecchia proposta del “complementare per
tutti”, prima che qualche provvedimento di legge faccia ulteriori danni al
nostro sistema previdenziale interno.
In coda
all’incontro abbiamo ripresentato alla Banca la richiesta di istituzione di navette
per i turnisti al Centro Donato Menichella.
Vi terremo
informati sulle prossime convocazioni.
Roma, 31 ottobre 2002
RSA
FABI BANCA D’ITALIA