As note del 12.11.02
CONVEGNO MEFOP (Società sviluppo mercato fondi pensione)
DEL 29.10.02
LA TRASFORMAZIONE IN RENDITA NELLA PREVIDENZA
COMPLEMENTARE
SINTESI DELLE RELAZIONI
1. Prof. Lucia Vitali- Aspetti tecnici ed economici della conversione
in rendita
Nei paesi europei:
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Previdenza obbligatoria a ripartizione per lo più in
disavanzo (zavorra)
¨
Previdenza mista senza disavanzo (meccanismo virtuoso) come
nel Regno Unito, dove la vera pensione è quella garantita dai fondi e lo Stato
eroga la social security che copre una parte minoritaria della pensione
In Italia, col passare degli
anni, ci si è convinti della opportunità di ridurre il 1° pilastro e rafforzare
il secondo; e ciò per raggiungere l'obiettivo di una previdenza moderna,
adeguata, sostenibile.
Ricordo che ridurre il deficit
previdenziale in Italia significa ridurre il Deficit dello Stato.
In Italia, i Fondi pensione
gestiscono solo il 3,5% del risparmio gestito.
La longevità degli anziani pesa
nell'economia delle Assicurazioni ma anche nella scelta del tipo di pensione
(rendita vitalizia) e ovviamente incide sull'importo di tale rendita.
Quali soluzioni? Lavorare più a
lungo?
Le tavole di mortalità costruite
in anni diversi (81, 92, RGS 48) mostrano un incremento costante della speranza
di vita.
Oggi il numero degli anziani
risulta essere superiore del 30% rispetto alle attese.
Si pone, quindi, con maggior rigore la questione dell'efficacia
e trasparenza nella gestione dei fondi
ed, in particolare, delle rendite da questi erogate.
Necessita un monitoraggio continuo delle stime sui
pensionati futuri.
Ricordiamoci che la pensione costa, sia che
appartenga al 1° pilastro, sia che appartenga al 2°.
2. Esperto della Watson Wyatt - L'erogazione delle pensioni nei vari
paesi
La pensione si ottiene al termine
dell'attività lavorativa, ma ci si deve pensare per tempo.
Stiamo assistendo al sorgere di
varie difficoltà nelle società che erogano pensioni.
Evidentemente non erano stati
studiati bene condizioni e contenuti dei contratti (polizze) o aspetti
demografici delle rendite.
In effetti i cambiamenti nelle
percentuali di mortalità possono mettere a rischio le rendite future. Devono occuparsene
i governi perché i privati, da soli, dimostrano di non poter risolvere
completamente il problema.
Per avere un' idea
dell'incremento della longevità, basti pensare che nei prossimi 50 anni la vita
media dovrebbe allungarsi di 5 anni. E, se non cambiano le regole, questi
cinque anni rischiano di aggiungersi esclusivamente alla vita da pensionato.
Nel Regno Unito le rendite
(private) sono strumenti molto diffusi e, quindi, su di esse si è scatenata la
concorrenza. Si è creata una grande varietà di rendite, che fanno sempre più
riferimento alla situazione individuale del soggetto (speranza di vita e quindi
stato di salute, nucleo familiare, esigenze economiche negli anni di vecchiaia,
ecc.)
3. 2° esperto Watson Wyatt : le rendite nelle pensioni supplementari
La miopia non deve portarci a
pensare di dover raggiungere solo il traguardo della pensione. Oltre la
pensione c'è la longevità.
Le esigenze in rendita sono
variegate:
Ci sono persone che pensano di
poter vivere con poco. Ci sono altre, invece, che vogliono una rendita
importante e quindi sono disposti ad accumulare di più.
Poi ci sono i rischi relativi
alle emergenze della vita per cui non si vuole che tutto ciò che si accumula
venga destinato alla pensione.
Nel Regno Unito sono fiorite
anche le rendite differite (ad es. dopo i 70/75 anni) che costano poco.
Altra forma di rendita molto
diffusa è quella che copre fino ai 75 anni, oltre i quali opera una polizza.
La gente comincia a capire
(finalmente) che se la rendita inizia ad essere erogata in età giovanile (es.
55 anni) essa è bassa.
In alcuni paesi sono state
introdotte le rendite ritardate (ad es. di 10 anni) che, di conseguenza sono
più congrue.
Long Term Care: nel Regno unito
si può avere una rendita che aumenta con il peggiorare della salute, in
particolare quando il pensionato non è in grado di svolgere autonomamente le
faccende quotidiane.
Chi ha prospettiva di vita breve,
può ottenere una rendita più alta.
Molti Paesi hanno introdotto un
ritardo nella erogazione delle rendite man mano che si preparavano a riformare
il proprio sistema.
4. Riccardo Ottaviani (Università la Sapienza): il rischio di longevità
nelle rendite
Regola generale: la rendita va
pagata fino alla morte dell'assicurato e, se reversibile, dei beneficiari.
Le forme posono essere le più
varie:
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Immediata o differita
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Certa o variabile
¨
Ecc.
Le compagnie sanno che per
garantire l'equilibrio tecnico è necessaria la stabilità di:
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Sopravvivenza
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Rendimento
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Spesa
Altri problemi riguardano:
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Il rischio inflazione
¨
La longevità
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La volatilità dei mercati finanziari
Per cui si prevedono clausole di
revisione delle basi tecniche durante il periodo di differimento (accumulo) che
sono però vietate durante l'erogazione.
E' interessante conoscere qual'è
il volume delle rendite erogate dalle Assicurazioni.
Ebbene, solo il 5% dei contratti
che prevedono la rendita si concludono veramente con l'erogazione della
rendita. E questo comparto assicurativo (che prevede la rendita) rappresenta
solo il 2% del mercato assicurativo globale.
Tra i fattori di sviluppo delle
rendite elenchiamo:
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La longevità
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La riduzione delle pensioni obbligatorie
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Il regime fiscale agevolato ed il conseguente aumento del
capitale alla scadenza
¨
La volatilità degli investimenti alternativi
EVOLUZIONE DELLA MORTALITA'
L'età di massima probabilità di
decesso (punto di Lexis) è sui 75/80 anni.
La curva della mortalità, in
effetti, sta diventando un rettangolo (rettangolazione del grafico) perché la
percentuale di mortalità si mantiene bassa (sempre più bassa) nei primi 70/75
anni, aumentando rapidamente dopo questa età.
Curiosità: da uno studio degli
anni 80 sulla popolazione inglese di 67-70 anni emerge che vi è una riduzione
della mortalità, rispetto alla popolazione generale, per i soggetti percettori
di rendite, cioè per coloro che hanno accumulato per la vecchiaia.
Rischio longevità: è il rischio
di determinare un premio o dei contributi insufficienti rispetto alla mortalità
effettiva.
Il rischio longevità produce perdite di
mortalità.
Per evitare tali perdite occorre:
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Adottare tavole di mortalità proiettate
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Stornare la differenza tra la mortalità ed il costo
effettivo e farla pagare agli assicurati (o iscritti ai fondi)
Le compagnie di assicurazione
hanno fatto delle integrazioni alle riserve tecniche delle rendite, seguendo il
consiglio dell'ordine degli attuari.
Il rischio di longevità può
essere coperto anche da forme di riassicurazione (purché il rischio non sia
certo o sistematico).
In ogni caso consiglio:
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Monitoraggio continuo del rischio
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Innovazione del prodotto rendita
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Trasferimento del rischio
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Costituire garanzie patrimoniali
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Incrementare in modo significativo il mercato
5. Roberto Pessi (Università Tor Vergata): previdenza complementare e
privata
Il condizionamento del sistema
obbligatorio sulla previdenza complementare è molto forte. Passaggio obbligato
per un intervento sulla previdenza obbligatoria è un intervento convincente sulla previdenza
complementare garantendo che questa compensi le minori prestazioni della
previdenza obbligatoria.
Diamo per scontato che il sistema
obbligatorio eroga esclusivamente rendite.
Poiché anche il sistema
complementare è agevolato e fa riferimento all'art.38 della Costituzione, 2°
comma, anch'esso dovrebbe erogare esclusivamente rendite.
Invece è bastata la norma sui
riscatti a mandare all'aria il tutto.
L'erogazione in capitale, quindi,
dovrebbe rappresentare l'eccezione, ed essere erogata soltanto per un importo
tale per cui la rendita rimanente (INPS + parte della prestazione
complementare) fosse sufficiente a garantire una vita dignitosa. In caso
contrario l'erogazione in capitale (tutto e subito) serve soltanto ad aumentare
il carico per il sistema assistenziale.
E' giusto che si possa derogare
alla rendita immediata per una rendita differita ma non per la prestazione in
capitale.
Ricordo che la sentenza Mengoni
della Corte Costituzionale del '90 distingue i fondi che erogano prestazioni in
capitale (che non sono fondi) da quelli che correttamente erogano solo rendite.
A mio parere, anche la previsione
del riscatto ai superstiti è fuori linea e dovrebbe essere previsto nella forma
di rendita.
Dagli interventi che mi hanno
preceduto è emersa la necessità di aumentare l'età pensionabile. Sono
d'accordo, ma tale innovazione dovrebbe essere compensata da miglioramenti sul
fronte della previdenza complementare.
Anche il mettere in gioco il TFR
appare problematico. Dovrebbe essere fatto all'interno di un quadro complessivo
equilibrato anche nella tutela delle esigenze dei lavoratori (rendimento minimo
garantito dallo Stato?). A mio parere dovrebbe, in questo caso, essere
recuperato il valore della obbligatorietà proprio del concetto di accordo
collettivo.
D'altra parte, dobbiamo esserne
consapevoli tutti, la riforma delle pensioni è stata fatta già nel '95, come
dicono alcuni, ma essa ha 4 punti che non funzionano.
L'aspetto più grave è costituito
dalle tabelle di trasformazione che sono sballate perché utilizzano le tavole
di mortalità dell'81 e non tengono conto dei superstiti.
Pensate che la Svezia ha assunto
lo stesso nostro sistema ma con tabelle molto diverse.
A mio parere le tabelle di
conversione dovrebbero essere riviste ed applicate in maniera uniforme sia
nella previdenza obbligatoria sia in quella complementare.
R.Ottaviani interviene sostenendo
che le tabelle di trasformazione dei fondi devono rapportarsi alle
caratteristiche demografiche dei soggetti iscritti.
&
A conclusione del convegno si è svolta una tavola rotonda tra
rappresentanti di varie Compagnie di Assicurazione. Ne è emerso quanto segue:
E' in atto un aumento della
richiesta rendite ma non legate ai fondi pensione.
Il mercato delle rendite in
Italia è sottile ma sufficiente per proporre una varietà di prodotti: dalle rendite vitalizie standard a quelle a
tempo determinato ( e successiva copertura con polizza LTC), a quelle
differite.
Il contratto di assicurazione per
la rendita non ha contenuti obbligatori.
Le rendite comportano per le
compagnie due tipi di rischi:
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Il rischio longevità ( o demografico)
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Il rischio finanziario
Il rischio longevità si può
risolvere attraverso la costituzione di consorzi tra Compagnie e l'ingresso in
campo dello Stato come assicuratore di ultima istanza.
Il rischio finanziario si può
risolvere con l'emissione, da parte delle istituzioni finanziarie di
obbligazioni a tasso indicizzato all'inflazione.