FABI – FIBA/CISL – FISAC/CGIL – SINFUB - UIL C.A. - SINDIRIGENTI

Banca Antoniana Popolare Veneta

Segreterie dell’Organo di Coordinamento

 

 

 

Al fin si mosse….

 

 

Era nell’aria, già da qualche settimana.

 

Infine, il Consiglio di Amministrazione del 13 u.s. ha approvato le linee guida di un progetto di riorganizzazione dell’intero Gruppo – sulla scorta di quanto già attuato o in fase di attuazione presso altri grandi Istituti di credito -, secondo il quale la BAPV  diventerà una Holding capogruppo bancaria, quale unica società quotata, al cui interno si svolgeranno le attività centrali di indirizzo e controllo delle tre unità di business del Gruppo:

 

  1. Attività retail: svolta da una Banca di nuova costituzione derivante dallo scorporo delle attività dell’attuale BAPV;
  2. Attività di corporate, investment e merchant banking: svolta da Interbanca Spa, controllata al 100% (per questo motivo il CdA ha lanciato un’OPA residuale sulle azioni di Interbanca, attualmente control-lata al 65,9 %);
  3. Attività di “wealth management” (private/gestione patrimoni), inclusa la commercializzazione dei prodotti assicurativi: sarà svolta dalla AAA Bank SpA, anch’essa posseduta al 100% dalla Holding di nuova costituzione mediante acquisto del 50% attualmente detenuto da ABN AMRO Bank N.V..

 

Le decisioni assunte hanno l’immediata conseguenza di spezzare un pericoloso immobilismo, da noi già più volte denunciato, superando una fase di stallo e di attesa, fugando - per ora - gli interrogativi sulla collocazione della BAPV all’interno del “risiko bancario”.

 

La BAPV imbocca, quindi, la via dell’autonomia, per quanto la compiuta realizzazione del progetto non potrà non comportare modifiche dei “pesi” dei diversi investitori che attualmente controllano la Banca.

 

In questo senso potrebbe essere interpretata l’iniziale diffidenza degli azionisti che, in previsione di un piano di rafforzamento patrimoniale della Banca, ha determinato un calo del 4,63% del prezzo delle azioni. Al punto da consigliare l’Azienda al rilascio di una nota di chiarimento al termine della seduta di borsa di venerdì scorso (15/11).

 


Altrettanto condivisibile, ad un primo esame, appare l’obiettivo enunciato che è quello di potenziare la capacità della rete di produrre valore attraverso “la segmentazione e la focalizzazione sui prodotti e sulla clientela”, sfruttando a pieno il radicamento e la diffusione territoriale.

 

Alla rete, infatti e soprattutto, si devono i risultati al 30 settembre ’02 in netta crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Risultato lordo di gestione del Gruppo + 35,1% e Utile netto del Gruppo + 7,4%). Anche se il bilancio aziendale resta appesantito, soprattutto, dalle sofferenze e dai necessari conseguenti accantonamenti nonché dalla quotazione di borsa dei titoli azionari in portafoglio.

 

Le scarne notizie rese pubbliche non consentono, però, di valutare compiutamente le conseguenze e la portata del progetto di riorganizzazione che coinvolgerà certamente tutte le strutture esistenti in tempi necessariamente stretti.

 

Allo stato, quindi, sono legittimi numerosi interrogativi e permangono incognite inquietanti.

 

E’ primaria responsabilità del vertice aziendale fugare quanto prima le inquietudini, rappresentando alle Organizzazioni Sindacali il nuovo Piano Industriale in merito alle linee e gli obiettivi della riorganizzazione ed il loro impatto sulle questioni già condivise: bipolarismo della D.G., collocazione delle strutture non direttamente a contatto con la clientela (CEPRO, sistemi informativi, centro operativo, delocalizzati etc.),  sistema incentivante, figure ed itinerari professionali, ecc..

 

Vanno chiariti al Sindacato i tempi, le modalità e le previsioni di eventuali impatti occupazionali che dovessero scaturire dall’attuazione del Piano.

 

Va definito, in sostanza, il ruolo che si intende far svolgere al Sindacato (il Patto per lo Sviluppo scade alla fine di questo anno) nella fase delicatissima ed inedita che le decisioni del Consiglio del 13 u.s. hanno aperto davanti a tutti i noi.

 

A tale scopo abbiamo rinnovato la richiesta al Responsabile delle Risorse Umane di un incontro inderogabile con i vertici aziendali anche per adempiere agli obblighi di informazione sanciti dal contratto.

 

18 novembre 2002

 

Le Segreterie Centrali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Preg.mo  dott.

ERMANNO PAPETTE

RESPONSABILE RISORSE UMANE

BANCA ANTONVENETA

P A  D O V A

 

 

 

 

 

Oggetto: Richiesta di incontro urgente con le Segreterie degli Organi di Coordinamento

 

 

 

Anche al fine di adempiere agli obblighi di informazione previsti dal contratto, ma soprattutto per fugare le incognite e le perplessità che le notizie sulle recenti delibere del CdA   stanno determinando nei lavoratori, Le rappresentiamo l’urgente necessità di fissare nel più breve tempo possibile un incontro con il Direttore Generale.

 

In attesa di essere contattati a brevissimo, porgiamo distinti saluti.

 

 

 

 

LE SEGRETERIE CENTRALI DEGLI  ODC

FABI – FIBA/CISL – FISAC/CGIL – UIL C.A. –SINDIRIGENTI

 

 

18 novembre 2002

 

 

 

 

Comun. Antonveneta