Federazione Autonoma Bancari Italiani
ORGANO DI COORDINAMENTO
R.S.A.� BANCA NAZIONALE DEL
LAVORO
�Segreteria Centrale
DOCUMENTO��� CONCLUSIVO
Organo� di�
Coordinamento� FABI� -�
BNL
Riccione�� 18 - 19�
novembre� 2002
L�Organo di Coordinamento FABI � BNL� riunito in Riccione nei giorni� 18-19 novembre 2002, sentita la relazione
della Segreteria Centrale, dopo ampio e approfondito dibattito, l�approva.
Il quadro di riferimento � caratterizzato da crisi
della politica, stagnazione economica, mercato senza regole, marcata
affermazione della centralit� dell�impresa, regressione dello Stato
Sociale,� crisi dell�unit�� sindacale.
Nel� contesto
delle mutazioni globali, della transizione permanente verso� una post modernit�� imprevedibile nelle dinamiche e negli effetti, il settore del credito subisce i� contraccolpi� del� fallimento della
new-economy,� delle bolle speculative,� del�
crollo� sistemico� della�
borsa.
Le banche, purtuttavia, non� sono assimilabili alla FIAT :� il
loro problema non � tanto il tracollo finanziario, la perdita di quote di
mercato e di competitivit�, quanto l�incapacit�� a�
generare� profitto� nella�
misura� progettata.
Tutto ci� nonostante la drastica riduzione del costo
del lavoro e la contrazione pesante dei livelli occupazionali in fase di
evidente accelerazione.
Accorpamenti e fusioni, sino a ieri fortemente
volute e sollecitate� dallo stesso
Governatore della Banca d�Italia, sono, oggi,�
da pi� parti osservate con occhio critico, a volte considerate causa di
distruzione di reddito e risorse economiche delle stesse aziende bancarie
:� le fusioni tra Banche tradizionali e
Banche di affari hanno dato origine a nuovi agenti finanziari, antitetici,
molto spesso, alla tutela� e
conservazione del risparmio.
Ragioni e cause dei� suddetti� fenomeni� sono riconducibili, inoltre, alla� crisi dirigenziale� che� affligge� il� paese� e,� nella fattispecie,� alla crisi del management� del� Settore� Credito.
Contestualmente� alla �instabilit��� del� contesto� la� forza� lavoro delle� banche, sta� pagando� prezzi� altissimi� agli� errori strategici dei banchieri ed alle caotiche� risultanze� della c.d. �innovazione permanente� in� ragione di� reddito, sicurezza� del� posto� di� lavoro,� qualit�� del� lavoro� e� della� vita.
PIANO��� INDUSTRIALE�� �2003-2005 :��� Progetto��
credibile ?
Lo slogan dell�Azienda:�� �Fare un piano ma per andare forte.� Costi, ricavi e rischi, il tutto abilmente calcolato, integrato,
progettato.� Una direzione che ingloba
sotto il suo controllo pianificazione, capitale, gestione marketing .�
�
Nasce cos� il Piano Industriale 2003-2005 con
l�intento di apportare importanti modificazioni strutturali ad una azienda
apparentemente in bilico tra tentativi di fusione mai realizzati e la
scelta� di operare esclusivamente in una
logica di sviluppo e rafforzamento del�
proprio potenziale di affermazione.
Tale obiettivo, peraltro� condivisibile,� potr�
risultare non perseguibile� anche a
seguito del mancato coinvolgimento�
convinto e partecipativo della forza lavoro e del sindacato, considerato
il contesto dei Grandi Gruppi che rapidamente stanno consolidando le relative
posizioni.
Consolidare, infatti,� una base di clientela stabile e forte, cos� come richiesto dal
Piano Industriale presume postazioni,�
funzioni, punti vendita� motivati,� in grado di offrire �servizi eccellenti� per dare corpo a� quell�aspetto non
marginale del rapporto azienda-cliente definibile �custom satisfaction�
cio� �soddisfazione della clientela� oggi considerato imprescindibile dal
management, in presenza del quale� si
possono osservare positivi effetti sulla capacit� di competere,� sull�aumento delle vendite, sulla promozione
dell�immagine.
L�O.d.C.� Fabi, per le ragioni
esposte,� reputa improbabile� l�auspicato riposizionamento di BNL che, nel
medio termine,� intenderebbe attestarsi
nel settore quale� � player
attraente �.
Per
quanto concerne l�urgenza rimarcata nel Piano Industriale di abbassare il
profilo di rischio attraverso la copertura delle esposizioni� internazionali, l� O.d.C.�
che tale
operazione finanziaria non si traduca in ulteriori sacrifici da imporre
agli� stessi� lavoratori� che, a suo
tempo,� furono chiamati a pagare� in proprio per il� �caso Atlanta� e che oggi�
rischiano� di� essere�
ulteriormente� penalizzati a
fronte di esposizioni drammatiche conseguenti ad errori strategici a loro
certamente� non �imputabili,
o s s e r v a
che
la caduta a vite del valore delle azioni BNL trova in buona parte riscontro
nelle constatabili situazioni politico-economiche internazionali dalle quali
nessun paese pu� prescindere nell�epoca dei processi globali, ma risente
tuttavia, nell�ambito nazionale,� delle
categorie di un Piano Industriale che, per ragioni plurime, non ha trovato� positivo� accoglimento e consenso da parte degli
agenti finanziari coinvolti.
La divisione in Aree ed il Piano dei Sistemi dovrebbero essere elementi portanti� dell�efficienza operativa, della gestione degli organici, della ristrutturazione delle rete nazionale.
L�O.d.C. � costretto ad evidenziare che, a distanza
di oltre un anno dalla applicazione delle nuove procedure, permangono la
pesantezza delle disfunzioni operative quotidiane� di cui si fa carico in maniera sempre pi� frustrante la forza
lavoro� e il conseguente disservizio
grave arrecato alla clientela.
In tale contesto l�aggravante della formazione.
Un sistema formativo inadeguato:� l�utilizzo�
dei c.d. �demoltiplicatori��
mostra ovunque la corda per l�inaffidabilit� e le incongruit� che porta con
s� a dimostrazione dello scollegamento�
tra� coloro che progettano
sistemi operativi� e coloro che,� adoperandosi nei punti vendita,� li devono subire in quanto� non funzionali.
Conseguenze:�
-
una� accentuata sfiducia dei dipendenti verso le
scelte tecnico-organizzative� (in questo
caso strategiche);
-
la� perdita di quote di mercato e risultanze
negative che vanificano ogni pi� rosea previsione del P.I. in merito
all�auspicato rafforzamento della capacit� produttiva e reddituale del mercato
retail.
�
Problema� ormai�
datato quello del Sistema Incentivante e� che� in� BNL viene vissuto
come
ulteriore riprova della determinazione aziendale a gestire la materia secondo
criteri assolutisti.
Il confronto sempre difficile con il� management sul tema, ad oggi non ha sortito
risultati degni, nel mentre si pu� osservare che l�azienda continua a rimuovere
le istanze e le preoccupazioni del Sindacato aziendale costretto ad
osservare�� gli effetti negativi delle
scelte unilaterali non condivise nelle tante realt� sul territorio.
�
L�Azienda fornisce�
al sindacato� informativa fine a
s� stessa e quindi non utilizzabile per l�identificazione e il rafforzamento
dei criteri che dovrebbero fare �squadra� nei punti vendita.
L�O.d.C. Fabi � BNL, nell�assunzione doverosa delle
responsabilit� che istituzionalmente gli competono
i n v i t a
il
management� di BNL a livello centrale e
di Aree ad una riflessione congiunta con le OO.SS. presenti in Azienda al fine
di tradurre in ambiti pi� concretamente partecipativi il dibattito da tempo
aperto sul sistema incentivante.
L�O.d.C. Fabi � BNL,� pur nella consapevolezza che tale problematica sar� oggetto di
ulteriori analisi�� e dibattito� nell�ambito del� rinnovo del CCNL
r i v e n d i
c a
una
sede di confronto a livello aziendale oggi pi� che opportuna alla luce delle
specifiche progettualit� intrinseche al Piano Industriale, peculiari,� per diversi,� pi� equi criteri di distribuzione di quote di salario
incentivante.
Quanto detto nella logica del buon funzionamento della �squadra� e del rafforzamento� delle� dinamiche� produttive� che� ne� derivano.
NUOVE��� R.S.A.
L�O.d.C.,� nel prendere positivamente atto della
costituzione delle nuove RSA� di� Palermo e Siracusa, augura ai nuovi dirigenti
sindacali proficuo lavoro nell�ambito dello sviluppo e potenziamento della FABI
nel mondo del lavoro del Mezzogiorno.