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UniCredito Italiano
La partenza di S3: un disastro!
Il giorno 13/1/2003 si è tenuto un
incontro con la Holding, le 3 Banche di segmento, UPA ed USI, in cui abbiamo
rappresentato lo stato di grave difficoltà, caos organizzativo e
disorientamento in cui sono precipitati le lavoratrici e i lavoratori di tutte
e tre le nuove banche dopo la partenza di S3. Abbiamo altresì evidenziato la
preoccupazione per l’impatto che questa operazione, per come è stata gestita,
può avere su una clientela già delusa dall’andamento dei mercati finanziari e
che oggi vede peggiorare contestualmente
sia il servizio offerto dalla banca che le condizioni praticate. La
preoccupazione è particolarmente forte nelle realtà in cui operano banche
locali fortemente aggressive sul piano commerciale.
In questi giorni i colleghi sono stati
lasciati soli da un lato a
districarsi tra caduta delle linee, blocchi delle procedure, nuovi prodotti,
nuove procedure illustrate da monumentali circolari di impossibile lettura,
ecc….., dall’altro a confrontarsi con la clientela, poco informata, esasperata
dalle novità e dall’impossibilità, sovente, a poter effettuare le più normali
operazioni bancarie.
E’ mancata totalmente, rispetto alla
nuova operatività, non solo la formazione ma anche la semplice informativa e
comunicazione preventiva.
L’azienda si è lavata la coscienza
inondando a fine anno la rete di montagne di circolari impossibili da leggere e
che, peraltro, illustravano la nuova operatività senza evidenziare le
differenze rispetto alla precedente.
Tutto ciò in una situazione in cui sono
caduti i tradizionali punti di riferimento che potevano in qualche modo aiutare
i colleghi:siano essi i capi diretti (ugualmente all’oscuro delle novità
operative) ovvero le strutture di organizzazione locale (indebolite e poco
integrate tra loro) o un help desk non adeguatamente potenziato e quindi
irraggiungibile e sovente non a conoscenza dei problemi e incapace di dare
risposte.
A tutto ciò si aggiunga che, in maniera
del tutto irresponsabile, sono riprese le pressioni commerciali su obbiettivi
mensili fortemente incrementati rispetto a quelli dell’anno precedente e quindi
palesemente velleitari.
Nel
contempo continuano a non essere chiaramente definite le strutture e gli uffici
delle Direzioni Generali, le strutture delle Direzioni e dei back office
territoriali: ad oggi sono centinaia i colleghi e le colleghe ancora all’oscuro
della loro destinazione. Ci sono inoltre realtà di ufficio con carichi di
lavoro esorbitanti e altre lasciate di fatto inattive. Ovviamente, in questa
situazione, nessuno si è preso la briga di sentire i colleghi rispetto alle
loro attitudini e aspettative, cosa che era peraltro prevista dall’accordo del
giugno scorso.
In ogni caso centinaia di colleghi
hanno cambiato lavoro in questi mesi senza quella formazione specifica che era
prevista dal citato accordo.
Lo stato d’animo quindi dei colleghi
varia comprensibilmente tra la rabbia e la
rassegnazione al caos.
E’ del tutto evidente che si sono
voluti forzatamente rispettare i tempi dell’operazione, a prescindere dal grado
di preparazione organizzativa della medesima, e quindi sostanzialmente non
preoccupandosi delle negative ricadute sui lavoratori e le lavoratrici.
Qualcuno, forse, pensa che la banca sia
fatta solo dalle strutture commerciali e poco più. Quel qualcuno sbaglia: la
banca è qualcosa di più complesso e le attività amministrative devono essere
adeguatamente organizzate e presidiate proprio per sorreggere efficacemente
l’attività commerciale.
In una realtà in forte cambiamento le strutture
di organizzazione/personale non possono essere indebolite pena la perdita della
vivibilità sul posto di lavoro e la
qualità e l’efficienza del servizio alla clientela elemento che oggi, visto
l’andamento dei mercati finanziari e il livello dei prezzi dei servizi, è
indispensabile per salvaguardare e accrescere le quote di mercato.
L’impressione invece è che queste
strutture purtroppo sono state nel tempo indebolite sia a livello centrale che
periferico e che, soprattutto, contano sempre di meno nella definizione degli
orientamenti aziendali.
Tutto questo è stato rappresentato con
dovizia di particolari circa lo stato di caos organizzativo esistente dal
Sindacato nel citato incontro.
La
Holding non ha negato le difficoltà ma, cosa assai preoccupante, da una parte è
apparsa all’oscuro di molti problemi esistenti testimoniando che la
preparazione organizzativa è del tutto inadeguata e dall’altra, incapace di
dare rassicurazioni su quando e come la situazione verrà riportata ad una
relativa normalità.
Abbiamo avanzato una serie di richieste quali: sollevare i colleghi dalla responsabilità relative alle
irregolarita’ riscontrate a partire dal 16/12/2002, cessazione delle pressioni
commerciali e ridimensionamento dei budget assegnati, rafforzamento dell’help
desk e delle strutture di organizzazione, emanazione di disposizioni scritte
sull’operatività in assenza di linea istruzioni, piani formativi specifici e
rinvio dei test di valutazione previsti nella Banca Retail, attivazione degli
incontri sindacali a livello locale.
Abbiamo,
altresì, richiesto che lo straordinario impegno profuso dai lavoratori in
questi giorni venga in qualche modo ricompensato anche economicamente.
Le risposte aziendali hanno accolto
alcune nostre richieste (ad esempio
l’azienda ha confermato che si assumerà la responsabilità delle irregolarità
derivanti dalla nuova operatività) mentre su altre sono stati presi
generici impegni (riduzione delle pressioni commerciali, rinvio dei test,
potenziamento help desk e delle strutture di organizzazione, formazione). Nel complesso le risposte sono state
insoddisfacenti e inadeguate alla gravità del momento.
Se questa situazione non verrà recuperata in tempi
rapidi il sindacato assumerà le decisioni
del caso.
Come prima iniziativa saranno convocate nei prossimi
giorni assemblee unitarie in tutte e tre le aziende con lo scopo di discutere
la presente situazione e gli accordi recentemente sottoscritti sullo scorporo e
in materia di inquadramenti.
Milano
16/1/2003
UniCredito Italiano