A tutte le
lavoratrici ed i lavoratori
del Movimento
del Credito Cooperativo
Le Segreterie Nazionali e i Segretari di Coordinamento di Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e Uil C.A. si sono riuniti a Roma in data odierna per analizzare e valutare lo stato delle relazioni sindacali e l’andamento del settore delle Banche di Credito Cooperativo.
Il
settore creditizio e finanziario, sia in Italia che in Europa attraversa, di
nuovo, un momento di difficoltà. La progressiva crisi dei mercati, i tassi di
sviluppo che evidenziano oramai una stagnazione economica ( confermati non solo
in tutti i paesi del G 8 ), la crisi dei più grandi gruppi industriali del
mondo ( vicenda Enron, Credit Lyonnaise, Deutsch Telecom, etc ) hanno evidenziato
la fragilità delle scelte finanziarie
di breve periodo con gravi difficoltà nelle politiche di bilancio.
Nonostante
i processi di ristrutturazione e di aggregazione, avviati alla fine degli anni
novanta; i piani industriali ripetutamente presentati dai grandi gruppi
bancari; i protocolli Governo ABI Federasse e Organizzazioni Sindacali e gli ultimi contratti di lavoro
sottoscritti, si continua a registrare una forte insoddisfazione dell'utenza, e
ripetuti allarmi occupazionali.
Il
settore del Credito Cooperativo ha in questi anni proceduto a ristrutturazioni
ed aggregazioni. Tali interventi hanno prodotto risultati diversi. Sono
diminuite le aziende ma è aumentata la
rete e le quote di mercato. E’ altresì aumentata anche l’occupazione. Il
settore del Credito cooperativo, infatti, ha mantenuto il proprio ruolo di banche finanziatrici di piccole e medie
imprese, famiglie, operatori economici minori. Ha rafforzato l’attività di intermediazione rinunciando alla esasperazione delle
operazioni finanziarie.
Nonostante
questa diversa situazione delle Banche di Credito Cooperativo, che oggi
registriamo rispetto al resto del sistema, (rapporti con l’utenza, valore
aggiunto prodotto, costo del lavoro inferiore, aumento dell’occupazione)
dobbiamo constatare, però, una forte incapacità di Federcasse a sviluppare
corrette, coerenti e proficue relazioni sindacali.
Con le scelte operate negli ultimi tempi (sollecitazione da parte di Federasse alla sottoscrizione dei Ccnl di Quadri Direttivi e personale delle Aree Professionali e Ccnl Dirigenti da parte di altre OO.SS. che non hanno negoziato e in taluni casi hanno osteggiato i rinnovi contrattuali; incapacità di concludere la trattativa avviata da circa due anni per ISIDE spa e SBA spa; assenza di iniziative chiare e tempestive nei confronti della Federveneta) Federcasse dimostra una incapacità di guida autorevole e unitaria del Movimento Cooperativo ponendo in evidente difficoltà la prosecuzione positiva del confronto con i naturali e legittimi interlocutori.
Tutto
questo è grave perché Fabi – Fiba/Cisl Fisac/Cgil – Uil C.A. sono i sindacati
più rappresentativi e autorevoli (rappresentano infatti oltre l’80 percento dei
dipendenti) nel Movimento del Credito Cooperativo.
Senza
operare nessun efficace intervento politico, Federcasse ha tollerato che
Federveneta (una delle maggiori federazioni regionali) sottoscrivesse accordi
differenti ed alternativi con organizzazioni sindacali non legittimate (perché
non firmatarie degli accordi generali di sistema), mettendo in discussione il
ruolo di Federcasse stessa e delle Organizzazioni Sindacali Nazionali;
preferendo il pericolo dell’anarchia piuttosto che l’autorevolezza delle
decisioni.
Con
questi comportamenti Federcasse tenta in modo scorretto (attraverso la
“tolleranza” nei confronti di fumosi, strumentali, inconcludenti e non più
rappresentativi “fantasmi del passato”) un indebolimento del fronte sindacale
inserendo azioni che tendono alla divisione delle Aziende del sistema, a
trattamenti differenziati tra lavoratori e ad una negativa
frammentazione degli interlocutori sindacali.
Inspiegabilmente nessun provvedimento è stato a tutt’oggi assunto nei confronti di Federveneta che di fatto ha violato un elemento fondamentale del “Patto associativo” del Movimento Cooperativo.
La stagione contrattuale integrativa, avviata nello scorso aprile, non è stata ancora conclusa a causa del tentativo di alcune Federazioni locali di disconoscere le intese nazionali. Quanto sta accadendo in particolare in Campania, ma anche in Puglia, nel Lazio, nel Veneto e in Piemonte, a un anno dall’accordo nazionale manifesta un ulteriore elemento di disgregazione della rappresenta di Federasse, che dovrà sollecitamente intervenire per ricondurre i comportamenti delle Federazioni locali “autonomiste” a rispetto formale e sostanziale delle intese nazionali.
Ci sono anche alcuni segnali preoccupanti all’interno del Movimento del Credito Cooperativo.
E’
opportuno ricordare che sul territorio nazionale (in importanti regioni come
Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana, Umbria) diverse B.c.c.
sono state di recente o sono tuttora commissariate dalla Banca d’Italia (per
gravi motivi legati da una parte ad una “allegra
gestione finanziaria” e
dall’altra dalla totale incapacità di operare i controlli interni previsti
dalla legge bancaria).
Anche
alcune società del gruppo del Movimento Cooperativo hanno evidenziato seri
problemi gestionali che, in alcuni casi, hanno portato a commissariamenti e ad
esuberi del personale.
Federasse deve dimostrare la sua capacità di guida e di tenuta unitaria del movimento di Credito Cooperativo, oggi fortemente indebolita e appannata per sua responsabilità, e rendere conto della carenza delle scelte e dei comportamenti riguardo i patti sottoscritti. Il Movimento del Credito Cooperativo aumenta i motivi di divisione e diminuisce la capacità di essere “Gruppo”.
Le prossime settimane le Segreterie Nazionali delle Organizzazioni Sindacali avvieranno una ulteriore serie di incontri istituzionali per verificare le volontà di Federcasse sia rispetto ai tempi e ai temi (CCNL Dirigenti, Iside, Sba, Federveneta, Contrattazione di 2° livello), sia rispetto alle fasi del prossimo rinnovo contrattuale.
Le
Organizzazioni Sindacali ritengono questa fase di confronto di grande importanza
per confermare e rafforzare l’autonomia del settore e garantire anche per il
futuro lo sviluppo delle aziende e quindi dei livelli occupazionali.
Roma, 26 febbraio 2003
Fabi – Fiba/Cisl – Fisac/Cgil – Uil C.A.
Segreterie di Coordinamento Segreterie
Nazionali