Dichiarazione di Gianfranco Amato, Segretario Generale Aggiunto della FABI

 

Bankitalia e Antitrust

 

Il ministero della Funzione pubblica, attualmente, sta predisponendo un disegno di legge di riforma delle Autorità indipendenti. Un’occasione questa per meglio definire il ruolo della Banca d’Italia alla luce soprattutto dell’avvento dell’euro come moneta unica per gli europei e delle nuove funzioni assunte dalla Banca centrale europea. In merito, il presidente della Commissione Attività produttive della Camera ha presentato una proposta di legge che tende a sottrarre alla Banca d’Italia la vigilanza bancaria. Su questa iniziativa, che mira a operare una netta distinzione tra funzioni di vigilanza, da rafforzare in seno alla Banca d’Italia, e compiti di regolazione del mercato bancario, da trasferire ad altra autorità indipendente, si sono detti d’accordo diversi parlamentari, sia della maggioranza sia dell’opposizione. Anche la maggior parte delle associazioni dei consumatori hanno rilanciato questa proposta di trasferire il compito di vigilanza sugli istituti di credito all’Antitrust, così come avviene in altri paesi europei. In vari settori politici, infatti, esiste la sensazione che le banche abbiano stabilito tra loro accordi di cartello, come è avvenuto per le assicurazioni, condannate dall’Antitrust.

 

In merito, Gianfranco Amato, Segretario Generale Aggiunto della FABI, incaricato di seguire Bankitalia, ha dichiarato: “Già da tempo la FABI ha avanzato alcune perplessità sull’operato di Banca d’Italia in materia di vigilanza. Ho l’impressione che in Italia ci sia un cartello bancario e che l’Antitrust debba intervenire, come ha fatto per il cartello delle assicurazioni”.

Sul trasferimento all’Antitrust di alcune funzioni di vigilanza, Amato ha poi continuato: “Il problema della Banca d’Italia, dei suoi compiti e dei suoi poteri, soprattutto alla luce dei cambiamenti che sono intervenuti, quale quello dell’istituzione della Banca centrale europea, pone la necessità di fare un’ampia riflessione sulla materia. È opportuno che la vigilanza sulla concorrenza bancaria passi all’Antitrust, poiché c’è un conflitto nella duplice funzione della Banca d’Italia, di vigilanza sulla stabilità e, insieme, sulla concorrenza. Da diversi anni, inoltre, la Banca d’Italia è scarsamente incisiva sul controllo degli istituti bancari, perché spesso ha avallato operazioni di acquisizioni e fusioni non sempre finalizzate al miglioramento complessivo del sistema bancario. Penso, per esempio, al sistema bancario meridionale, fortemente indebolito col consenso della Banca d’Italia che ha favorito sfacciatamente la vecchia Banca di Roma quando acquisì grosso modo tutte le banche meridionali, poi rivendendole. Sottolineo, inoltre, come su Bancaroma non ci siano ispezioni da dieci anni. Ritengo, quindi - ha proseguito il Segretario Generale Aggiunto del maggior sindacato del settore credito - che l’Antitrust possa essere la sede più opportuna per la vigilanza sulla concorrenza tra le banche, grazie anche a una sua maggiore  agilità”.

“Vigilare – ha concluso Amato – significa anche avvertire per tempo che le cose non vanno e porre in atto quei correttivi che evitino le gravi situazioni di crisi cui abbiamo assistito negli ultimi tempi”.