FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTI-FIBA/CISL-FISAC/CGIL-UILC.A.–SINFUB
UniCredito Italiano
COMUNICATO
Nei
giorni scorsi l’A.D. ha rilasciato a “Il SOLE-24 ORE” un’intervista in cui si
fanno dichiarazioni molto interessanti relative alla responsabilità sociale che
deve guidare l’azione di un’impresa, alla volontà di mantenere nel tempo il
rapporto con il cliente e conseguentemente alla responsabilità, l’etica e le
regole che devono essere seguite nella vendita dei prodotti finanziari per
costruire un’azienda che crei valore nel lungo periodo.
Si
tratta di affermazioni assolutamente condivisibili che il sindacato, sovente da solo e
inascoltato, sostiene da tempo e oggetto di ripetuti nostri interventi
presso la Direzione del Gruppo e le diverse Direzioni aziendali. L’affermazione della necessità di comportamenti più etici e responsabili nel rapporto
tra la banca e i clienti e gli stessi dipendenti, effettuata oggi
dall’Amministratore Delegato del nostro Gruppo, non può, quindi, che essere apprezzata.
Tuttavia
crediamo opportuno esprimere su quanto dichiarato alcune considerazioni.
Riteniamo
che quanto sostenuto, se non vuole restare pura affermazione di principio,
debba trovare assoluta coerenza
nelle politiche e negli obiettivi commerciali, nei sistemi incentivanti e di promozione
del personale, nella formazione dei gestori e dei consulenti commerciali.
Ciò
significa, ad esempio, che gli obiettivi commerciali devono essere credibili e soprattutto coerenti con i profili di rischio dei
clienti e che le vendite e i comportamenti, che vengono premiati dai
sistemi incentivanti, devono essere quelli che salvaguardano nel lungo periodo
il rapporto con la clientela. Se così non fosse gli addetti commerciali si
troverebbero nella deprecata situazione di dover scegliere tra la realizzazione
immediata dell’obiettivo commerciale e l’interesse di lungo periodo del
cliente.
Pertanto
anche le pressioni sulla vendita rivolte ai gestori e all’apparato commerciale devono rientrare in una corretta fisiologia.
Purtroppo oggi non è così e nelle “sollecitazioni commerciali” sovente si bada più,
come dire, alla quantità che alla qualità con continue telefonate giornaliere
sul risultato da acquisire, con il ricorso a spiacevoli confronti tra
colleghi/e o con minacce, implicite o anche esplicite, pur di risultare più
convincenti.
Con questa intervista
auspichiamo quindi che tutte le strutture aziendali adottino, nella pratica
quotidiana, comportamenti più coerenti con le parole dell’Amministratore
Delegato.
Intendiamo
inoltre ribadire che come Sindacato non
tollereremo iniziative punitive nei confronti dei colleghi che in
questi anni, seguendo le politiche commerciali e le disposizioni emanate
dall’azienda, hanno prodotto notevoli risultati in un contesto caratterizzato
da fortissime e indiscriminate pressioni per il raggiungimento degli obiettivi
a loro assegnati.
Milano 28 febbraio
2003
Segreterie di Gruppo
UniCredito Italiano