FABI-FALCRI-FEDERDIRIGENTI-FIBA/CISL-FISAC/CGIL-UIL.CA.
R.S.A. Banca Intesa Direzioni Centrali
IL NOME CAMBIA, IL LOGO CAMBIA…… MA IL MALGOVERNO PERSISTE
E’ noto, anche ai lavoratori della Direzione Centrale, che da moltissimo tempo non ci sono direttive, punti di riferimento né tantomeno assunzioni di responsabilità da parte di coloro che hanno il compito di dirigere questa banca. Le OO..SS. hanno tentato ripetutamente di avere interlocutori affidabili per instaurare un confronto costruttivo sulle questioni che hanno ricadute sui lavoratori a seguito dell’applicazione del noto “ultimo” piano industriale.
L’Azienda ha assunto un atteggiamento dilatorio privo di contenuti , limitandosi a fornire informazioni parziali ed eludendo il confronto attestandosi su decisioni unilaterali già assunte.
Nulla nel tempo è cambiato, infatti nell’ultimo incontro del 6 marzo…. LA SCENA SI E’ APERTA CON UN NUOVO ATTORE, che ha recitato lo stesso copione.
Le OO.SS. richiedono che si avvii una proficua attività di dialogo, sino ad ora assente o mortificata dove, nel rispetto dei singoli ruoli, si pervenga ad una significativa correzione di rotta di questa Azienda, così come è stato “brillantemente” sostenuto nel Piano industriale a proposito di “ Relazioni Industriali “.
Il confronto che abbiamo chiesto mira a trovare soluzioni per prevenire ricadute in merito ai drastici provvedimenti aziendali sui seguenti temi:
· CHIUSURA MENSA VIA MANZONI;
· CHIUSURA PRESIDIO MEDICO VIA ROMAGNOSI (POLIAMBULATORIO);
· ABOLIZIONE DELLE INIZIATIVE DI MEDICINA PREVENTIVA IN ATTO NELLE SINGOLE AZIENDE.
· RINNOVO E RIDIMENSIONAMENTO DEGLI APPALTI DELLA DIREZIONE CENTRALE.
ed avviare momenti di informazione e confronto su:
· ORGANICI DELLA DIREZIONE CENTRALE E LORO UBICAZIONE.
Il giorno 20 p.v. le parti si incontreranno per affrontare, nuovamente, le suddette tematiche; le OO.SS. auspicano che l’atteggiamento della controparte, ad oggi negativo e provocatorio, sia finalmente improntato ad una effettiva disponibilità al confronto. In caso contrario non saranno più disposte a subire comportamenti che vanificano la loro attività a sostegno ed a difesa dei Lavoratori e, di conseguenza , si attiveranno adottando gli strumenti più idonei per costringere l’azienda a riconoscere ai lavoratori i loro diritti.
Milano, 12 marzo 2003