1 Importante Convegno Siciliano
IL MOBBING:
UN GRAVE RISCHIO
DA PREVENIRE AL
PIU’ PRESTO
Il giorno 28 marzo si è svolto
al Palacongressi di Agrigento il primo convegno regionale sul mobbing dal
titolo: “MOBBING: Diagnosi, prevenzione e Responsabilità Civile”. Esso è stato
organizzato dagli assessorati Pari Opportunità di Comune e Provincia, dall’AUSL
1 e dalla FABI provinciale, che ha dato grande impulso all’iniziativa ed ha
avuto il patrocinio della Regione Siciliana.
Un pubblico folto ed attento ha
seguito gli interventi degli autorevoli ed apprezzati relatori.
La D.ssa Carmelina Guarneri, Assessore Provinciale alla Cultura e alle Pari
Opportunità, ha aperto i lavori, sostenendo, tra l’altro, che si comincia ad
evidenziare una connessione tra lesione psichica o comunque disagio psicologico
del lavoratore, ambiente di lavoro e danno biologico. Ha inoltre specificato
che il disagio c’è sempre stato, ma che oggi è sempre più frequente e legato
all’ambiente di lavoro e allo stress.
Il convegno è stato moderato,
con abilità e competenza, dalla D.ssa Maria
Pia Vita, Vice Sindaco e Assessore alle Pari opportunità di Agrigento, che
ha ricordato che in un recente questionario proposto ai dipendenti è emerso,
tra l’altro, che la maggior parte dei loro nega che ci siano casi di mobbing e che il 46% afferma di conoscere il
fenomeno.
In apertura Gaetano Motta, Segretario Coordinatore
della FABI Sicilia ,nel portare i saluti della ns. sigla ha sostenuto che il
sindacato deve imparare anche a dialogare con nuovi specialisti, non più
solo giuristi del lavoro, ma
anche medici e psicologi. Alla Politica invece spetta il compito di approvare
un disegno di legge unificato
che possa accogliere anche indicazioni concrete che emergano
da questo dibattito.
La prima relazione è stata
tenuta dalla D.ssa Maria Grazia Cassitto,
del Dipartimento di medicina del lavoro di Milano, sull’argomento. “Mobbing: cause caratteristiche, conseguenze
sulla salute”. Nella sua dotta esposizione ha toccato, seppur sinteticamente,
tutti i principali aspetti medici e clinici del fenomeno. Particolarmente utili
ed interessanti sono apparse le indicazioni concrete contenute nella parte sul
“Che fare”. E’ essenziale che i
soggetti si preparino a resistere alle situazioni adottando una serie di azioni
preventive. Dovranno documentarsi sul fenomeno, resistere all’impulso di
abbandonare il posto di lavoro, sviluppare strategie di risposta che dimostrino
forza senza aggressività, dando diffusione
di quanto accade ai colleghi e parlandone coi rappresentanti dei
lavoratori, col responsabile per la sicurezza , col medico competente.
Dovranno, inoltre, raccogliere le prove, documentare le conseguenze sul
benessere psico-fisico, cercare supporti esterni, ricorrendo ai possibili
presidi medici: medico di base, psichiatri e psicologi. Ugualmente utile è la
partecipazione a gruppi di autoaiuto.
La seconda relazione è stata
svolta dal Dr Samuele Pirola,
Cultore di Diritto del Lavoro presso l’Università di Bergamo, che nel suo
brillante ed apprezzato intervento ha
svolto l’argomento “La
prevenzione del mobbing: prime proposte operative”. Il relatore ha
sostenuto inizialmente l’importanza prevalente della prevenzione, soprattutto
primaria, l’obbligo del datore di prevenire il rischio mobbing, in quanto
rientrante anche nel decreto 626/1994 e nella Direttiva Quadro CEE 1989/391 in
materia di ambiente, salute e sicurezza. Ha evidenziato, poi, la necessità di
affrontare la questione in maniera interdisciplinare e procedendo in termini di “geometria giuridica”, partendo dai
principi generali contenuti nel 626 (“postulati”) ed arrivando ai contenuti
concreti e specifici che essi assumono allorché vengono sviluppati in fase
applicativa in riferimento al rischio mobbing (“teoremi”). Il che ha fatto in riferimento
ai principali soggetti, individuali e collettivi, coinvolti: datore di lavoro,
lavoratori, RLS e sindacato. Ha, inoltre, sostenuto l’importanza cruciale di
una legge satatale ad hoc di inquadramento, di definizione e di individuazione
di alcune regole generali. I suoi contenuti principali dovrebbero essere i
seguenti: 1) esplicitare in maniera semplice e chiara che il mobbing rientra ,
a tutti gli effetti, nel campo di applicazione del 626 e della relativa
valutazione del rischio; 2) introdurre una definizione precisa, elastica e,
soprattutto, autonoma del fenomeno; 3) prevedere una definizione elastica ed
omnicomprensiva delle azioni mobbizzanti; 4) prevedere una riorganizzazione
dell’onere della prova a favore della vittima; 5) introdurre la figura del
consigliere di fiducia col compito di comporre bonariamente il conflitto a
livello informale. Essa non dovrebbe, invece, contenere i requisiti del
dislivello degli antagonisti, dell’intento persecutorio e dell’attraversamento
di tutte le sei fasi di Ege.
Approfondito ed apprezzato è
stato anche il successivo intervento della D.ssa Santa Graci, responsabile U.O. Medicina del lavoro AUSL 1 di
Agrigento. Nel trattare l’argomento “Ruolo
del medico dl lavoro nella diagnosi del mobbing” ha sostenuto, tra l’altro,
che: gli incentivi ai lavoratori da
parte delle aziende inducono una competizione interna per cui alcuni soggetti
(mobbers) investono energia al fine di ricavarne un miglioramento individuale;
la figura del medico competente dovrebbe essere prevista obbligatoriamente per
ogni azienda e con compiti estesi ad ogni fase; nel sistema uomo-organizzazione
la variabile dipendente dovrebbe essere l’organizzazione e non l’uomo.
Il ruolo del rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza è stato trattato da un denso e stimolante
intervento di Mirella Cipolla,
Segretario Provinciale FABI Agrigento, che ha sottolineato il fatto che la
Direttiva 391 e il 626 proiettano la protezione della salute in una ben più
tutelante dimensione collettiva e danno vita ad un modello partecipativo quanto
mai ampio di relazioni sindacali. Il che è a sua volta determinato dall’opzione
politica di fondo scelta dal legislatore comunitario: quella della centralità
dell’uomo e non dell’impresa.
Il Dr. Giuseppe Bufera, dir. Medico INAIL di Agrigento ha, subito dopo,
ricordato che il suo istituto ha riconosciuto già dal 2001 (delibera 473 del
C.d.a.) la possibilità di inserire tra le malattie professionali anche
quelle psichiche e psicosomatiche da stress e da disagio lavorativi, riconoscendo
in alcuni casi l’origine professionale di patologie da mobbing (disturbo
dell’adattamento con ansia e umore depresso).
La d.ssa Andreina occhipinti ha trattato, poi, il tema “Responsabilità civile del mobbing”. nel suo lucido e dotto
intervento ha riferito sui seguenti aspetti: nozione di mobbing, il mobbing e
la molestia morale, la tutela del lavoratore di fronte alla molestia, casi
concreti di mobbing, la responsabilità da mobbing. Due i punti da richiamare:
1) Il mobbing rientra nel dovere generale di sicurezza di cui all’art. 2087
c.c. in quanto esso ha per oggetto sia l’integrità fisica sia la personalità
morale del lavoratore; 2) oltre al danno biologico e morale la giurisprudenza
ha introdotto anche quello esistenziale, che assicura il risarcimento per il
fatto in sé della lesione di un diritto costituzionalmente garantito (come
quello alla dignità), indipendentemente dalle eventuali conseguenze
patrimoniali causate al mobbizzato.
Il convegno si è chiuso con
l’illustrazione da parte della prima firmataria, il deputato regionale
siciliano Giusi Savarino, del
disegno di legge
“ Disposizioni per
prevenire e contrastare il fenomeno del mobbing nei luoghi di lavoro”. Esso
si preoccupa di favorire un’azione preventiva efficace, per informare e
sensibilizzare tutti i soggetti
interessati alla gravità del problema, per riconoscere il mobbing, per poter
intervenire quando le molestie non abbiano ancora compiuto danni. Per questo il
disegno di legge prevede l’istituzione, presso le aziende unità sanitarie
locali provinciali, di appositi centri che forniscano assistenza gratutita alle
vittime, offrano la prima consulenza in ordine ai suoi diritti ed avviino, ove
necessario, i primi sostegni di ordine psicologico. Sono coinvolti anche gli
enti locali, così come le associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di
lavoro. E’ altresì prevista, presso l’assessorato regionale alla sanità, la
istituzione di un osservatorio che svolge attività di monitoraggio del
fenomeno, formazione, informazione e consulenza per la regione, gli altri enti
pubblici e per tutti i soggetti coinvolti nell’attuazione della legge.
Quanto sinora esposto dovrebbe
far comprendere l’importanza oggettiva di questo convegno che, non per niente,
ha avuto ampio risalto a livello di televisioni e giornali. Ci si deve augurare
che le importanti indicazioni emerse vengano messe a frutto in tempi
ragionevolmente brevi. Il supporto di una eventuale legge regionale sarebbe un
sostegno quanto mai utile e stimolante. L’impegno, la costanza e la tenacia
dimostrati dagli organizzatori sono un segnale sicuramente positivo che va
nella giusta direzione e che rende credibili gli impegni da loro assunti per il futuro a livello
operativo concreto.
La
Segretaria Provinciale
Mirella Cipolla
CONVEGNO su Mobbing