Riportiamo di seguito l’articolo apparso il 26 giugno 2003 su

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Banca Intesa/ L’accusa dei sindacati: dipendenti in fuga dall’istituto, se ne vanno anche i quadri direttivi. Chiesto un incontro o si va verso lo sciopero

25 giugno 2003

In fuga da Banca Intesa. Le richieste di esodo incentivato dei dipendenti della prima banca italiana hanno avuto un'impennata impensabile.
I sindacati forniscono dati che testimoniano questa disaffezione nei confronti dell'istituto. Le previsioni erano di partenze di 2.600 unità nel 2003, di 2.500 lavoratori nel 2004 e di 600 nel 2005. Eppure, nella finestra tra il primo aprile e il primo luglio, le richieste di partenza anticipata sono state depositate da 3.100 dipendenti. "Molti dei quali - commenta con Affari una fonte sindacale - sono quadri direttivi, con casi di filiali rimaste senza direttore per parecchio tempo".

A cosa si deve questa fuga? Secondo i sindacati a un dilagante malcontento generale. E l'accusa a Banca Intesa è di non avere chiarito cosa intende fare in futuro, oltre a procedere a tagli del personale e a dismissioni. Non solo: la recriminazione della Fabi, ma sembra anche degli altri organismi sindacali, che pure trattano su un tavolo parallelo e distinto, è quella di non avere ancora ricevuto dall'azienda un piano aziendale.

Per questo, l'intenzione dei sindacati sarebbe quella di chiedere un incontro con l'amministratore delegato per chiedere chiarimenti sul futuro della banca. Ci sono incontri programmati fino al 3 luglio, dopodichè si stabilirà cosa fare. Parte dei rappresentanti dei lavoratori è già sul piede di guerra e chiede uno sciopero dimostrativo. E, in effetti, non è escluso che questo possa accadere.

"Molte aree - dice la fonte - sono state penalizzate, soprattutto quelle di Bergamo e Cremona, con un abbandono del 15 per cento. Ma sono state colpite anche Brescia, Mantova e Lecco. E la nostra rete vendita è già ridotta all'osso. Non so come questa banca pensa di gestire la crescita".

L'accusa principale nei confronti dell'azienda è quella di non recepire le istanze o i suggerimenti che propone il sindacato. E, a cascata, questo atteggiamento starebbe disincentivando i lavoratori a rimanere nell'istituto. Di sicuro un toccasana per i costi, ma anche un'ombra sullo sviluppo della banca.