FABI
- FEDERDIRIGENTI -
SINFUB
ROTTE LE TRATTATIVE
AVVIATA LA PROCEDURA PER GLI SCIOPERI
La grave crisi gestionale ed organizzativa in cui è precipitata la Banca è attribuibile all’attuale gruppo dirigente, capace solo di tagliare il costo del lavoro ma indifferente a coinvolgere e motivare i collaboratori.
Le lavoratrici ed i lavoratori di Banca Intesa sono stati ripetutamente umiliati da prese di posizione unilaterali, arroganti ed incoerenti, che nascondono l’incapacità di raggiungere gli obiettivi di crescita previsti dal Piano Industriale.
Ci sembra, quindi, coerente pretendere che, in un momento così delicato, il C.E.O. intervenga direttamente per garantirci lo stato di attuazione del Piano Industriale (nel cui ambito è compreso il “fondo esuberi” che tanti sacrifici sta richiedendo ai colleghi), per chiarirci ed illustrarci le modifiche che si stanno prospettando e che generano non pochi dubbi sulla capacità di assicurare i risultati sotto il profilo dei ricavi anche futuri (Banca Private con creazione di promotori finanziari “interni”, cessione di Banca Primavera, di attività, di servizi e degli immobili).
In questo quadro di profonda incertezza, riepiloghiamo le inadempienze, le irregolarità ed i ritardi (in alcuni casi funzionali ad ulteriori risparmi?) che hanno portato alla rottura delle trattative:
- orario di lavoro, ferie, permessi, banca ore e part-time (anche per i quadri direttivi di 3° e 4° livello) sono diventati momenti di tensione e non diritti esigibili volti a far coesistere gli obblighi contrattuali con le esigenze personali e familiari (l’azienda si è rifiutata di rivedere la recente circolare su ferie e permessi ex festività, nonostante questa sia in violazione delle norme contrattuali)
- quadro organizzativo e applicativo non funzionale, non funzionante, e complesso da conoscere (oltre 500 circolari nel primo semestre) e da gestire; completa assenza di ordini di servizio, norme sulle sostituzioni, sui poteri di firma e di gestione del rischio
- sistema incentivante 2003, nonostante i nostri ripetuti solleciti, non è ancora partita la discussione di un sistema che garantisca l’esigibilità per tutto il personale e la trasparenza dei criteri di assegnazione
- condizioni agevolate al personale peggiorative rispetto a quelle precedentemente applicate
- non sono ancora stati riconosciuti gli inquadramenti già maturati, nonostante le cause già presentate o “in gestazione” siano ormai centinaia.
L’ultima proposta aziendale è stata da noi ritenuta inaccettabile in quanto volta esclusivamente all’armonizzazione al ribasso di alcune figure professionali di rete, lasciando indefinite le restanti figure: le alta professionalità, le risorse di Area, delle Divisioni, della Direzione Centrale ed i “ruoli chiave”, ed è priva di qualsiasi riferimento al “percorso professionale” nella nuova banca.
Conseguentemente, dopo le “procedure di conciliazione” previste dalla Legge, proclameremo gli scioperi.
Scioperi che – auspichiamo – coinvolgano unitariamente tutte le OO.SS. presenti in Banca Intesa e che, oltre a svilupparsi in azioni a carattere nazionale e/o locale, potranno sviluppare iniziative di “rigoroso rispetto” delle direttive aziendali, oltre che un’adeguata campagna stampa per informare tutti i clienti.
Milano, 2 luglio 2003