Ai
Sindacati Autonomi Bancari
FABI
1891 03 luglio 2003
Si sono svolti due Convegni a Roma, presso il CNEL,
in data 27 ed a Milano, al Centro Congressi “Le Stelline”, il 30 giugno u.s.,
indetti da Enbicredito per la presentazione della ricerca sui fabbisogni
professionali e formativi del settore creditizio.
E’ già stato stampato, per i tipi della Casa
Editrice “Il Mulino”, il relativo volume, in due tomi, che sarà inviato ai SAB.
L’importante elaborato, voluto e finanziato dal
Ministero del Lavoro, è la risultante di uno studio serio ed approfondito,
condotto da alcuni dei più illustri Accademici italiani. Questi - Pietro
Alessandrini, Marco De Marco, Maria Luisa Di Battista, Giancarlo Forestieri,
Rossella Locatelli, Fabrizio Mattesini, Luigi Paganetto, Giovan Battista
Pittaluga, che hanno guidato otto sottogruppi di lavoro formati da
collaboratori di eccellenza - sono stati coordinati dal Responsabile scientifico
dell’opera, Marcello Messori.
Il Consiglio di Amministrazione (il cui Vice
Presidente è il nostro Gianfranco Steffani), e, per esso, il Comitato Esecutivo
di Enbicredito, il Comitato di Pilotaggio (di cui è componente la Segretaria
Nazionale Cristina Attuati), i Coordinatori del Progetto, il Collegio Sindacale
hanno tutti fornito contributi finalizzati al positivo sviluppo
dell’operazione.
E’ stato un impegno, vissuto dagli esponenti di
Enbicredito e degli altri Organismi con “visibile” intensità partecipativa,
nella consapevolezza che l’indagine sarebbe diventata sicuramente un evento di
rilievo nella vita non solo del settore creditizio.
Inoltre, si è trattato della prima prova sul campo
cui è stato chiamato Enbicredito, con la quale il Ministero del Lavoro ha quasi
concluso la “carrellata” sui fabbisogni professionali e formativi realizzata
nei più importanti settori produttivi del Paese.
I dati così ricavati saranno inseriti , appunto, in
una apposita Banca-dati ubicata presso l’Isfol, monitorati periodicamente ed
utilizzabili all’interno ed all’esterno del nostro settore.
Va rammentato che la ricerca, in effetti, è giunta
in ritardo nel “credito” rispetto agli altri settori ed era particolarmente
attesa.
Così come è arrivata in ritardo la costituzione di
Enbicredito – formato da esponenti, in numero paritetico, di Abi e delle sette
maggiori OO.SS.: Fabi, Falcri, Federdirigenticredito, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil,
Sinfub e Uilca – per un processo evolutivo del settore bancario che ha scontato
i condizionamenti di una legislazione assai restrittiva rispetto a natura,
assetti ed operatività delle Aziende.
Tale situazione, come è noto, ha determinato un
cambiamento organizzativo, tecnologico e societario delle Banche italiane
sensibilmente successivo a ciò che, invece, è avvenuto nella altre realtà
bancarie d’ Europa.
Infatti la rincorsa sul piano dimensionale e
competitivo delle nostre Aziende, nei confronti di quelle dei maggiori Paesi
della Comunità Europea, è tuttora vigorosamente in atto.
Nei tempi in cui la pratica concertativa non pare
godere del suo miglior momento nel Paese, è sorto Enbicredito, dove Abi ed
OO.SS. hanno dato un esempio rilevante di come Datori di lavoro e Lavoratori,
pur non abbandonando specificità e ruoli, possono collaborare direttamente, con
trasparenza, per obiettivi comuni, assumendo decisioni comuni.
Ma non si è mai trattato di riti, come si diceva una
volta, di tipo bulgaro - dove, quindi, dibattito, confronto e democrazia erano
soltanto nominalistici – ma di rapporti “democratici” reali, costruttivi,
correttamente e lucidamente finalizzati al bene delle Aziende e dei Bancari,
senza alcuna sudditanza psicologica fra le due parti.
Serve rilevare che la ricerca traccia una puntuale
configurazione dello stato del settore creditizio e dei connessi fabbisogni
professionali e formativi.
Sostanzialmente gli obiettivi fondamentali
dell’indagine, che ci sembrano raggiunti, e di ciò va dato merito a tutti gli
attori della ricerca, erano quelli di cogliere i tratti salienti delle
innovazioni in corso di svolgimento, di misurarne gli effetti sulla struttura
occupazionale e sulla condizione delle vecchie e nuove professionalità,
disegnando per esse uno spettro di possibili percorsi formativi.
Infatti è stato descritto, anche con l’apporto
diretto di esponenti di Banche ed OO.SS., un settore creditizio che,
soprattutto per quanto si riferisce ad Aziende grandi e medio-grandi, è
fortemente impegnato in importanti operazioni di aggregazione, ed in riassetti successivi delle stesse alla
ricerca di modelli affidabili. Queste trasformazioni, però, hanno ripetute,
pesanti ricadute sui livelli occupazionali, oltre che, necessariamente, sulle
diverse professionalità.
Di fronte a tutto ciò, va rilevato come non sempre
si stabilisca fra Imprese e Sindacati quel dialogo aperto e costruttivo che
consenta ai Sindacati medesimi di sentirsi realmente coinvolti, attraverso
piani industriali competenti, in processi innovativi chiari e percepibili,
anche nelle loro proiezioni di carattere strategico.
Non vi è dubbio, tuttavia, che si stia affermando
sempre più la consapevolezza nelle Aziende – indirizzate sulle diverse
tipologie di utenza con prodotti e servizi mirati – che oggi il valore aggiunto
è costituito da risorse umane costantemente ed adeguatamente formate.
Anche da qui sorgono notevoli spinte, in taluni
Gruppi, al superamento della caratterizzazione federale ed alla
ristrutturazione su base multidivisionale.
Pertanto si tende a conferire il massimo spazio di
valorizzazione al ruolo dei vari segmenti di clientela ed alla figure
professionali specializzate nelle diverse forme di consulenza a privati ed
imprese.
Ma sulla pratica della formazione del Personale, che
dovrebbe essere permanente e generalizzata, emergono ancora dall’indagine incomprensioni
e ritardi da parte di non pochi operatori delle Banche.
La verità è che la formazione stessa, al di là di
dichiarazioni solenni e di accordi pregevoli, non è ancora diventata, così come
dovrebbe, evento inderogabile di costume e di cultura, componente primaria
della civiltà del lavoro.
E’ impensabile che, ancora nell’anno di grazia 2003,
in certe Direzioni del Personale si guardi ai corsi di formazione, appunto,
come a strumenti, in questo caso, di esclusivo costo e/o si gestiscano i Lavoratori
con atteggiamento di autolesionistico taglio burocratico.
E’ impensabile, al tempo stesso, che vi siano
Dirigenti sindacali, i quali ritengano di aver esaurito il loro compito, dopo
aver stipulato intese in materia di formazione, magari apprezzabili sulla
carta, senza, poi, preoccuparsi o preoccuparsi marginalmente della loro
coerente e diffusa applicazione e della loro congruità effettiva rispetto a
determinate fattispecie di professionalità.
Il rinnovo del CCNL del 1999 ha costituito un
momento di svolta nelle relazioni industriali fra Aziende e Sindacati per
alcuni accordi importanti ed innovativi.
L’imminente rinnovo contrattuale deve ripartire,
ovviamente, da quel Patto per migliorarlo, come sempre deve avvenire, ma,
primariamente, per estendere l’efficacia e la traduzione operativa di alcune
intese, fra cui quella relativa alla formazione, che è rimasta, spesso, solo a
livello di enunciazione di volontà.
L’attenta lettura e le relative, auspicabili
meditazioni sulla ricerca possono essere molto utili per affrontare
incisivamente e risolvere problematiche aperte fra le Controparti, in forza
dell’accresciuta conoscenza della realtà del nostro settore e delle esigenze di
Banche e Bancari, ormai collegati da un destino comune!
Se ciò avverrà, l’indagine Enbicredito non solo si
rivelerà uno strumento prezioso di approfondimento e di studio per gli
“esterni”, ma sarà funzionale alle migliori fortune di tutti gli operatori di
un settore che, come quello creditizio, è così cruciale per lo sviluppo economico
e sociale del Paese.
Ha diretto i Convegni il Presidente di Enbicredito,
Gianfranco Verzaro, che ricopre anche gli importanti incarichi di Vice
direttore Generale di Bancoper e Direttore Generale di Artigiancassa.
Ha introdotto i lavori, in ambedue le circostanze,
di fronte a numerosi rappresentanti di Aziende e Sindacati, il Vice Presidente
di Enbicredito, Gianfranco Steffani.
Egli, fra l’altro, ha espresso la propria
soddisfazione perché l’Ente bilaterale del “credito”, pur scontando alcune
inevitabili difficoltà, magari indotte da riflessi esterni, ha seguito un
percorso produttivo che ha fatto intendere come le sue prospettive di lavoro si
preannuncino molto interessanti, soprattutto in direzione della formazione dei
Lavoratori.
Steffani ha, poi, sottolineato che Enbicredito si
muove in un contesto di rivoluzione globale del sistema creditizio e di
espulsione dallo stesso di migliaia di Bancari, sia pure attraverso
l’ammortizzatore sociale costituito dal Fondo Nazionale di Solidarietà.
In uno scenario che presenta preoccupanti
connotazioni di tanto spessore, uno degli strumenti più efficaci, per garantire
ai Lavoratori una permanente condizione di occupabilità, è quello della
formazione continua.
“Per occupabilità - ha precisato Steffani – intendo
la persistenza di un’adeguata capacità contrattuale del Lavoratore non occupato
nel mercato del lavoro o all’interno dell’azienda da cui dipende, in un terreno
in cui le competenze professionali siano riconosciute socialmente. Da qui
l’esigenza della certificazione, da parte degli Enti competenti, dei crediti
formativi”
Il Vice Presidente, poi, ha assunto la
responsabilità personale di rendere una dichiarazione così concepita:”
purtroppo, sulla nostra Categoria si staglia un’ombra inquietante. Qualche
settimana fa si è verificata una “spaccatura” nell’ambito delle sette OO.SS.
più rappresentative, le quali, non solo fanno parte di Enbicredito, ma, pur in
mezzo a mille difficoltà, hanno avuto il merito di guidare insieme i Bancari,
pressoché ininterrottamente, dall’immediato dopoguerra fino ai nostri giorni!
L’insegnamento discendente dall’esperienza e
l’interesse preminente dei Lavoratori indicano, senza ombra di dubbio, che il
perseguimento di una ricomposizione della negativa “frattura”, nella valorizzazione
della dignità di ruolo di ciascuna e di tutte le OO.SS. coinvolte,
costituirebbe un obiettivo di grande significato e di fruttuose implicazioni
per la Categoria e per le stesse Aziende.
Pertanto mi permetto rimarcare che Enbicredito
potrebbe rappresentare, fra le altre, una sede idonea per tentare di riannodare
i preziosi fili dell’unità d’azione, prima che i rapporti si possano
deteriorare in termini irrecuperabili!”
Ai Convegni sono intervenuti alti esponenti dell’Abi
(il Direttore Generale, Zadra, il Direttore Centrale, Durante, il Responsabile
del nord d’Italia, Filosofi), dell’Isfol, anche in rappresentanza del Ministero
del Lavoro (Gatti), delle Organizzazioni sindacali (i Segretari Generali della
Fabi, Giorgetti, della Federdirigenticredito, Donzelli, della Fiba/Cisl, Boni,
della Fisac/Cgil, Tocco, e della Falcri, Furfaro.
La relazione di base, nelle due circostanze, è stata
efficacemente tenuta dal Responsabile scientifico dell’indagine, Marcello
Messori, con l’ausilio, per le loro materie specifiche, degli altri Accademici
che hanno guidato gli otto sotto gruppi di ricerca.
Il nostro Segretario Generale, Carlo Giorgetti, ha
svolto a Milano un intervento brillante ed incisivo e denso di contenuti con il
quale ha inteso anche sottolineare l’apprezzabile cammino di Enbicredito, il
quale è giunto al primo capolinea, dopo tre anni, con ottimi risultati nella
propria “bisaccia”.
Egli ha evidenziato che l’Ente bilaterale, pertanto,
si segnala, anche nel nostro settore, come massimo strumento di concertazione
fra le Parti sociali, dimostrando, così, che la concertazione stessa può
ricoprire tuttora un ruolo fondamentale.
Il Segretario Generale ha affermato che l’opera di
risanamento del settore creditizio, soprattutto avvenuta con il CCNL del 1999,
si è conclusa: rimane aperta la “rincorsa” dimensionale per competere con i
“colossi” europei, che, pertanto, vede e vedrà ulteriori operazioni di
aggregazione.
Giorgetti ha, poi, dichiarato testualmente: “voglio
sottolineare, con forza, che il perseguimento, ad ogni costo, della maggiore
dimensione non può ricadere duramente sulle fasce di Lavoratori, in particolare
dei 45-55enni, “buttati fuori” dall’impegno lavorativo, anche quando esperti e
professionalizzati!”
Anche in riferimento a quest’ultimo aspetto delicato
e complesso, dagli evidenti risvolti di carattere umano e sociale, Giorgetti ha
evidenziato come la formazione debba svolgere un ruolo decisivo.
Per raggiungere tale scopo “la formazione deve
essere continua, di qualità, non elitaria. Oggi, ancora troppo frequentemente,
essa è concentrata sulle fasce più professionalizzate dei Lavoratori, lasciando
scoperto, o pressoché scoperte, le altre”.
Il Segretario Generale ha, infine, valutato
opportuno quanto asserito da Steffani in tema di unità, tratteggiando un quadro
ancor più esaustivo del problema. “La divisione, intervenuta fra le
Organizzazioni Sindacali, è un evento grave dal quale non possono derivare che
effetti negativi per i Lavoratori e per le Aziende e anche per il ruolo
complessivo svolto da un settore così nevralgico come il nostro.
La mia Organizzazione sindacale, la Fabi, autonoma, nata nel 1948, ha sempre mirato, come è ampiamente noto, a mantenere un rapporto almeno di unità di azione con le OO.SS. confederate: il settore del credito, su questo piano, è stato un precursore nel mondo del lavoro italiano ed è stato, nel tempo, seguito positivamente da altri.
Con Federdirigenticredito e Sinfub siamo nelle condizioni,
per tradizione, per forza organizzativa, per le decine di migliaia di
Lavoratori di tutti i livelli professionali che rappresentiamo, di svolgere un
ruolo, al centro come in periferia, che non può essere trascurato né dalle
altre OO.SS., né dalle Banche, né dalle Istituzioni, né da alcuno!
Siccome la vocazione unitaria si trova nel nostro
dna, siamo convinti, non da oggi, che l’unità delle OO.SS. è l’arma vincente
per competere efficacemente con le Aziende, sempre compatte, nell’interesse
superiore dei Bancari.
Mi sento di affermare, con tutta sincerità, che la Fabi, unitamente
a Federdirigenticredito e Sinfub, è e sarà sempre disponibile a ricercare, con
Falcri, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca/Uil, le vie praticabili per raggiungere
nuovamente un rapporto di unità operativa, senza, ovviamente, timori
reverenziali di alcun tipo.
Per questo obiettivo di valore credo che le due coalizioni,
allo stato incomunicanti, debbano mantenere un atteggiamento di responsabile
prudenza: pertanto è necessario evitino un innalzamento dei toni che, se
portato fra i Lavoratori, potrebbe acutizzare i contrasti e rendere più
difficile o addirittura irraggiungibile il versante dell’unità.”
Enbicredito terrà prossimamente una riunione del proprio
Consiglio di Amministrazione, che dovrà, dopo il controllo dei conti da parte
del Collegio Sindacale e dopo l’invio al Ministero del Lavoro dei
giustificativi di spesa, che dovranno essere esaminati ed approvati, dichiarare
conclusa l’attività relativamente all’indagine ed al mandato triennale
dell’Ente bilaterale.
I nuovi Consiglieri dovranno essere nominati
dall’Abi e dalle sette Organizzazioni sindacali. Per il principio della
rotazione negli incarichi, il Presidente sarà espresso da un rappresentante
sindacale ed il Vice Presidente da un esponente dell’ Associazione datoriale.
Occorre, infine, che Abi e OO.SS., nel corso
dell’imminente rinnovo del CCNL, stipulino un accordo che consenta ad
Enbicredito di dotarsi di quelle strutture e risorse finanziarie che gli
permettano almeno un’operatività normale e la possibilità di concorrere
agevolmente, così, all’utilizzo dei cospicui finanziamenti nazionali ed europei
appositamente riservati alla formazione continua.
Cordiali saluti.
LA
SEGRETERIA NAZIONALE
“ENBICREDITO RELAZIONE CONVEGNI”