ANNOTAZIONI PER IL DIBATTITO CONGRESSUALE

 

1.                IL PANORAMA GENERALE (Politica, Economia, Società)

 

Sul grande tema della politica abbiamo, da sempre, espresso valutazioni, opinioni, pareri, ampiamente discussi e verificati in tutte le nostre sedi istituzionali.

 

         Il punto d’arrivo attuale ci sembra definito da un sostanziale svuotamento dei contenuti che alla politica dovrebbero appartenere: luogo di sintesi tra interessi diversi; luogo di mediazione dei contrasti e dei conflitti; tentativo di equilibrio tra le esigenze plurime che abitano una società civile.

 

         Poco è rimasto di tutto questo, la politica tende sempre più a diventare una superficie di immagini, dove gli addetti ai lavori si scambiano ora vuote opinioni, ora insolenze di facciata. Nei casi migliori una semplice esecutrice degli interessi delle grandi centrali economiche.

 

         L’economia appare come il vero soggetto dominante dell’intero panorama mondiale. Il cerchio produzione-consumo-profitto avvolge e pervade ogni aspetto della vita sociale e della convivenza civile.

 

         A questo vanno aggiunte le considerazioni sulle nuove forme dell’economia, le quali si tra-ducono in nuove forme di lavoro sempre più orientate ad una precarietà difficilmente governabile.

 

         Il terreno della società diviene, così, costretto tra le due grandi categorie appena accennate: sempre più soffocato dagli interessi combinati dell’economia e della politica, sempre più indebolito nelle sue forze migliori; quelle che dovrebbero consentire una ordinata convivenza tra diversi ed un livello di vita dignitoso per tutti.

 

         E’ appena il caso di richiamare il fenomeno della globalizzazione, ormai ampiamente e diffusamente conosciuto in tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi. Insistiamo nella convinzione che a nulla serva una opposizione radicale, se pure nei modi civili e democratici, ma che l’unica possibilità consentita alle parti sociali e ai soggetti politici sia quella del governo del processo, proprio nella prospettiva di attenuarne il più possibile i lati negativi e valorizzare, invece, le opportunità di una migliore distribuzione della ricchezza.

 

         Il nostro Paese non sfugge a nessuna delle logiche che abbiamo appena descritto; ormai saldamente inserito nella dimensione della nuova ’Europa, esso deve affrontare due urgenze che si presentano con una forza particolare: la riforma dello Stato sociale e le nuove forme di lavoro.

 

         La prima vede due capitoli, che si trovano tuttora in una fase di transizione, e per ciò stesso di fragilità e di incertezza: la Scuola e la Sanità. Il terzo capitolo è quello ormai sotto i riflettori di tutte le opinioni politiche: la riforma delle Pensioni, sulla quale è stata pubblicata di recente una valutazione di sintesi del Segretario Generale. Uscire dall’incertezza; elaborare una proposta organica; salvaguardare l’impianto del sistema attuale; respingere la decontribuzione per i neo-assunti; liberalizzare l’età pensionabile attraverso la concessione di incentivi; avviare finalmente la previdenza integrativa con gli adeguati correttivi fiscali.

 

         La seconda ha trovato sede, fino ad ora, nell’ambito dello schema di decreto legislativo per l’attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla Legge 30/2003.

 

         A tale proposito si è anche svolta un’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, presente la Segreteria Nazionale della FABI, la quale ha dichiarato che il provvedimento si presenta come una sorta di iper-regolamentazione nei confronti di una materia che deve essere invece lasciata al libero confronto tra le parti sociali.

 

         Una previsione così analitica, infatti, introduce inevitabilmente ulteriori elementi di flessibilità in un ambito – quello dei rapporti di lavoro – attualmente già così flessibile da sconfinare nel pericolo evidente della precarietà. Tutto questo sottrae spazio al ruolo del sindacato, il quale dovrebbe conservare la facoltà di modulare diritti, tutele ed obblighi, a seconda delle effettive necessità del tessuto economico-sociale di riferimento.

 

2.            SITUAZIONE SINDACALE NEL SETTORE

 

Dopo un lungo periodo di svolgimento unitario dell’attività sindacale, nel settore del credito, le 7 Organizzazioni sindacali più rappresentative hanno trovato, nel mese di aprile, un ostacolo insormontabile sul loro percorso comune.

 

         L’origine e lo sviluppo della vicenda sono conosciuti, all’interno dell’Organizzazione, in modo chiaro ed in una misura più che sufficiente. L’accordo programmatico tra Fabi e Federdi-rigenti è stato giudicato – da Fiba, Fisac, Uilca e Falcri – come un impedimento grave per poter continuare il lavoro unitario, sia in sede nazionale, sia in tutte le sedi territoriali e aziendali. A nulla sono valse, a tale proposito, le ampie assicurazioni fornite da Fabi e Federdirigenti, intese a confermare la validità del Patto a 7, quale ambito privilegiato dove continuare a svolgere l’attività sindacale a tutti i livelli.

 

         L’evoluzione dei giudizi e la successione dei fatti fanno parte della storia recente e segnano in profondità il percorso sindacale degli ultimi mesi.

 

         La situazione attuale vede due strade parallele, ma del tutto distinte, le quali contengono, tra l’altro, due piattaforme sindacali diverse: quella di Fabi, Federdirigenti e Sinfub e quella di Falcri, Fiba, Fisac e Uilca, con tutte le conseguenze negative destinate a ripercuotersi nei confronti della categoria.

 

         Non occorre, infatti, molta fantasia per capire che una vicenda di tale natura porta con sé, inevitabilmente, ritardi ulteriori ed accresce le difficoltà già normalmente esistenti in occasione di ogni rinnovo contrattuale.

 

         Così come non occorre fare grandi verifiche per accorgersi che questa divisione è poco avvertita presso i lavoratori, conosciuta ma non capita dai dirigenti sindacali aziendali e territoriali di tutte le sigle, perseguita con ostinazione solo da due o tre Segretari Generali dell’altro tavolo.

 

         La domanda che dobbiamo porci, realisticamente, è questa: fino a quando potrà durare una separazione così radicale? Non lo sappiamo. Una cosa è certa: stanno emergendo, in modo sempre più evidente, sintomi chiari di una difficile tenuta delle strutture intermedie delle altre Organizzazioni.

 

Fabi, Federdirigenti e Sinfub proseguono, invece, un lavoro sindacale e si dichiarano tuttora disponibili a riprendere, quando vi saranno le condizioni, il percorso comune, consapevoli che solo l’unione di tutte le forze sindacali potrà contrastare con efficacia le posizioni di Abi e delle Aziende di credito, sempre più orientate a sottrarre spazio ed incidenza al lavoro del Sindacato, e perciò, di conseguenza, a rendere più incerta e più difficile la vita lavorativa dei bancari.

 

         E’ appena il caso di accennare, inoltre, che il processo di ristrutturazione – il quale ha investito tutto il sistema del credito da 10 anni a questa parte – non è per nulla terminato, anche se pare aver rallentato la sua corsa. Il problema  degli esuberi e della riconversione professionale è tuttora presente ed estremamente delicato, tanto da costituire l’evenienza più urgente per il lavoro sindacale.

 

3.        IL CONTRATTO NAZIONALE

 

         Siamo dunque di fronte a due piattaforme diverse. O meglio ad una piattaforma vera e propria del tavolo delle quattro Organizzazioni sindacali, ed a una stesura di linee-guida da parte di Fabi, Federdirigenti e Sinfub.

 

         La prima differenza evidente consiste in un diverso atteggiamento nei confronti della consultazione dei lavoratori. Una piattaforma chiusa e compatta, infatti, lascia pochi o nessun margine ai suggerimenti e alle eventuali modifiche; la predisposizione di temi e di capitoli a maglie larghe offre la possibilità concreta di intervenire ed eventualmente modificare alcuni passaggi in modo non puramente virtuale.

 

         La seconda differenza sta nei contenuti. La piattaforma dei sindacati confederali e della Falcri ha un impianto molto articolato, tenta di esaurire tutti i temi disponibili e si rivela di difficile lettura per i non addetti ai lavori. Presentare un documento simile alla discussione e all’approvazione dei lavoratori appare più un’operazione politica che un lavoro tipicamente sindacale.

 

         Le nostre linee-guida – oltre che offrire una lettura più agevole – sono maggiormente orientate alla valorizzazione della qualità professionale dei bancari e sono più chiare nelle ipotesi di soluzione dei problemi applicativi emersi in questi anni.

 

         La terza differenza esplicita sta nelle richieste economiche.

La piattaforma contiene una richiesta che si attesta intorno al 7% di aumento medio; le linee-guida una richiesta media del 10%, con una maggiore distensione dei parametri retributivi, in relazione alla crescita del valore professionale della categoria.

 

         Un’ulteriore distanza fra le due rivendicazioni consiste nella misura dell’orario di lavoro: le quattro OO.SS. chiedono una diminuzione dell’orario di lavoro; Fabi, Federdirigenti e Sinfub non contemplano tale previsione, consapevoli che essa rappresenta comunque un costo il quale andrebbe ad incidere complessivamente nell’ambito delle richieste economiche.

 

 

4.                LA STRUTTURA DELL'ORGANIZZAZIONE

 

La Conferenza del 2002 ha disegnato, in modo molto chiaro, la struttura attuale e le possibili modifiche della nostra Organizzazione. Il tutto, come sempre, inserito in un contesto generale, interno ed esterno al settore, esteso fino a coinvolgere gli accadimenti ed i cambiamenti culturali dell'Europa e del Mondo.

 

         Le conclusioni hanno definito sostanzialmente due cose: lo stato di buona salute della nostra sigla e, insieme, l'intenzione di valorizzare alcune aree di più urgente attualità.

 

         Ne selezioniamo alcune per agevolare la discussione nelle sedi istituzionali prossime, i Congressi provinciali, in vista dell'appuntamento di maggiore rilevanza politica: il Congresso nazionale.

 

a)                I gruppi bancari

 

Da un po' di tempo ricordiamo che il sistema del credito ha trovato, negli ultimi anni, una evoluzione positiva in termini di risanamento economico.

 

         Ricordiamo anche, tuttavia, che il processo di trasformazione non si è ancora compiuto, pur in presenza di un rallentamento delle fusioni e delle aggregazioni tra Istituti diversi.

 

         Questo processo ha favorito la nascita e la diffusione dei Gruppi bancari, con le ovvie conseguenze in termini di modificazione degli assetti sindacali nelle Aziende.

 

         La nostra Organizzazione ha dato prova di tempestività, mettendo in atto una previsione normativa esauriente e compiuta, tale da consentire un giusto equilibrio tra le diverse strutture della Federazione, destinate ad interagire con i Gruppi stessi.

 

         La situazione attuale è comunque idonea ad assolvere il ruolo che loro compete, ma la realtà del sistema è in costante evoluzione: con ogni probabilità i Gruppi diventeranno più diffusi, acquisendo un peso ancor più rilevante, del quale si dovrà tener conto nelle sedi opportune.

 

b)                Area esodati e FABI Pensionati

 

Abbiamo accostato queste due categorie, sia perché soggettivamente vicine e contigue, sia perché conseguenza diretta, soprattutto la prima, degli esuberi dovuti ai cambiamenti degli assetti aziendali.

 

         I Pensionati rappresentano ormai una realtà consolidata ed un assetto stabile, destinati, peraltro, ad aumentare di numero e di ruolo nell'ambito della nostra sigla.

 

         Occorre, da parte dei SAB, dedicare più energie all'iscrizione dei pensionati, i quali costituiscono una risorsa per l'intera Organizzazione, ed ai quali vengono offerte nuove forme di servizio opportunamente studiate per le loro esigenze.

 

         Gli esodati stanno, per ora, in una regione di confine, ma non per questo sono meno utili al lavoro sindacale. Il coordinamento individuato dalla Federazione è una risposta pronta e adeguata alla domanda di rappresentatività che proviene da tale area.

 

c)                La Formazione, i Giovani, le Donne

 

Altri tre capitoli, che ci paiono molto vicini, sono rappresentati dai Giovani, dalle Donne e dalla Formazione. Essi si muovono in modo trasversale, poiché intervengono in ogni ambito ed in ogni struttura della Federazione.

 

         Tutti, a tutti i livelli di competenza, hanno bisogno di formazione - che deve essere ormai permanente e verificata, di base e specialistica - ma, in modo particolare, i giovani sindacalisti, tra l'altro esposti, più degli altri, ai problemi della flessibilità ed alla sempre più evidente carenza di tutele e di garanzie per la loro attività nell'ambito sindacale. Esigenze a questo punto imprescindibili, se si vuole garantire il futuro dell'Organizzazione.

 

         Le Donne, sempre più presenti nelle Aziende di credito, sono impegnate a sviluppare un lavoro utile all'Organizzazione, anche in rappresentanza della specificità di un'area di personale ancora a rischio di precarietà e per la quale occorre un impegno strategico.

 

         Ai Giovani e alle Donne è indispensabile garantire una seria prospettiva di ruolo per una loro migliore valorizzazione.

 

         Tutte le altre aree di impegno: dalle Pari opportunità al Centro Studi; dai Promotori finanziari all'attività internazionale; dalla Organizzazione ai Servizi; dalla Stampa alla Comunicazione sono oggetto quotidiano e costante di informazione, elaborazione e dibattito che si svolgono in tutti i luoghi della nostra attività sindacale.

 

5)        FABI E DINTORNI

 

            Uno degli impegni più importanti assunti al Congresso di Merano era quello di promuovere una nuova Federazione sindacale nell'area dei servizi. Così è stato con la nascita della FASST e con l'aggregazione di numerosi sindacati autonomi del terziario e delle alte professionalità.

 

         E' un impegno che intendiamo perfezionare ed estendere, al quale, però, deve corrispondere una maggiore attenzione ed una più evidente disponibilità da parte dei SAB.

 

CONCLUSIONI

 

         Abbiamo tracciato alcune linee di sintesi delle tematiche, peraltro innumerevoli, che si rendono utili per un dibattito libero e aperto, com'è nella nostra tradizione.

 

         Abbiamo anche indicato alcuni punti di riferimento per l'attività sindacale del prossimo futuro, senza la pretesa di aver esaurito le materie disponibili, ma con la convinzione di aver richiamato la "buona sostanza" dell'impegno che sta di fronte alla nostra Organizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Annotazioni per dibattito congressuale