IL DENARO marted� 28 ottobre 2003

28 Affari mediterranei -banca del mediterraneoALOIS E DE MICHELIS AL CONVEGNO SUL CREDITO NEL MEZZOGIORNO - Troppi errori. No, bene cos�

Doccia fredda sulla Banca del Mediterraneo . �Se lo stato della discussione in Italia e nel Mezzogiorno � quello che osservo - afferma Gianni De Michelis, presidente dell�Istituto per le relazioni tra l�Italia e i Paesi dell�Africa, dell�America Latina e del Medio Oriente (Ipalmo), nel convegno dal titolo Credito nel Mezzogiorno e Banca Euromediterranea - avremo poche possibilit� che l�istituzione si faccia e, tantomeno, che abbia a Napoli la sua sede�. L�ex-ministro degli Esteri ribadisce la posizione gi� espressa dal vice presidente del Consiglio d�Europa, Claudio Azzolini e invita tutti i responsabili istituzionali a interventi coerenti con l�obiettivo che si dichiara di voler raggiungere. L�assessore regionale alle Attivit� produttive, Gianfranco Alois, difende invece l�operato della Regione Campania.

Alois � il promotore, insieme con Gaetano Cola, presidente della Camera di Commercio di Napoli, di uno studio di fattibilit� per l�ubicazione a Napoli di una vera e propria banca autonoma dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). L�iniziativa, �che verr� completata entro poche settimane � annuncia Alois � prevede il cofinanziamento della struttura da parte della Regione Campania, delle categorie produttive e degli enti locali campani�. E in una seconda fase sar� chiamato a partecipare anche il mondo del credito. Ad organizzare l�incontro, svoltosi ieri a Napoli, sono le tre sigle sindacali autonome del credito, Fabi, Sinfub e Federdirigenticredito, rappresentati rispettivamente dai segretari Gianfranco Amato, Piero Pisani e Fausto De Santis e promosso da Antonino Di Trapani, segretario del Sinfub. Ai partecipanti arrivano i saluti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, del presidente del Consiglio regionale della Campania, Bruno Casamassa e degli amministratori delegati del Sanpaolo-Imi e del Sanpaolo-Banco di Napoli, rispettivamente Alfonso Iozzo e Bruno Picca.

Due posizioni a confronto

Alois spiega che, per il successo del centro finanziario, non bisogna dimenticare l�aspetto sociale dell�operazione: �Dobbiamo lavorare sulla coscienza culturale del Mediterraneo�. L�assessore chiede un segnale al Governo: che la candidatura di Napoli sia l�unica per l�Italia: �Con pi� citt� concorrenti si rischia che Bruxelles le bocci tutte�. L�ex-ministro degli Esteri ammonisce le Regioni, in particolare quelle del Sud. A suo dire, lo sviluppo del bacino del Mediterraneo passa attraverso una propedeutica integrazione dei Paesi dell�area. E critica il ritardo accumulato dalle Regioni nella progettazione di strumenti come la Banca del Mediterraneo. De Michelis avverte che �occorre affermare una dimensione mediterranea dell�Europa subito, prima che sia troppo tardi. Per creare un ponte tra l�Ue e i Paesi del Mediterraneo � prosegue � bisogna lavorare seguendo una logica di integrazione, che presuppone l�organizzazione delle libert� di movimento delle persone, delle merci, delle idee, delle imprese e del denaro�. Una visione a 360 gradi del problema, dice De Michelis, sfuggirebbe alle Regioni. Con il processo di Barcellona, partito l�anno scorso, si lavora per creare nel 2010 �un�area di libero scambio delle merci con i dodici Paesi partner del Mediterraneo�, ricorda Gennaro Ferrara, rettore dell�Universit� Parthenope di Napoli. Una Banca del Mediterraneo potrebbe favorire uno sviluppo �esplosivo dell�area�, continua il rettore, �ma non pu� prescindere dalla creazione di infrastrutture e di un sistema formativo adeguato�.

Cultura e formazione

Sul tema della formazione interviene Fabio Merolla, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Campania, secondo il quale �manca oggigiorno una classe dirigente come quella che, in passato, si formava nell�alveo dei partiti�. Le banche potrebbero diventare �un luogo ideale di formazione come le imprese e le universit��, conclude. Anche la Banca del Mediterraneo potrebbe assolvere al compito, osserva Michele Capasso, presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, �purch� abbia una missione culturale e di formazione. Senza interscambio culturale � sottolinea � non pu� esserci sviluppo condiviso e, quindi, sviluppo economico�. Capasso si mostra per� scettico sulla banca: �Non si far� e se si far� non sar� a Napoli la sede�. Per il numero uno della Fondazione, �� innanzitutto indispensabile comprendere le forti differenze culturali presenti nell�area, che costituiscono un ostacolo al successo di qualunque iniziativa�. La soluzione, conclude Capasso, risiede nella creazione �prima di un�agenzia di sviluppo, poi di una banca�.

L�agenzia di sviluppo

Al progetto di un�agenzia di sviluppo per il Mediterraneo lavora il ministero alle Attivit� produttive guidato da Antonio Marzano, spiega l�economista Fabio Lancillotti, che collabora alla stesura del piano assieme a Mario Mustilli, docente di Economia e gestione delle imprese della Seconda Universit� di Napoli: �Si tratta di un tavolo tecnico per la comprensione del problema dell�area, che ha tre civilt� e tre religioni monoteiste�. Tale agenzia ha il compito di favorire la cooperazione internazionale mediante l�intervento del Fondo monetario, della Banca mondiale e della Bei e, per la prima volta, l�Islamic Development Bank e l�Organization for Islamic Cooperation. Riunisce partecipazioni pubbliche e private, che ragionano secondo un�ottica aziendale, badando cio� al ritorno dell�investimento. Quattro i pilastri dell�iniziativa: finanziamento delle infrastrutture, dei servizi di pubblica utilit�, della formazione manageriale e creazione di poli industriali. La creazione della banca pu� avvenire, continua De Michelis, purch� si accompagni ad un contestuale rafforzamento del sistema del credito meridionale. E suggerisce il coinvolgimento del Sanpaolo-Imi, un gruppo a forte vocazione internazionale che, con il Sanpaolo-Banco di Napoli, �potrebbe fare verso il Mediterraneo quello che Unicredit e Banca Intesa hanno fatto verso l�Est europeo� aprendo filiali in diversi Paesi. �Sarebbe un modo per evitare che scompaia il sostegno bancario al Sud � commenta l�europarlamentare ed ex-banchiere, Generoso Andria � dal momento che la Banca del Mediterraneo non pu� sostituire il sistema creditizio tradizionale�. Gli fa eco Mauro Pantaleo, direttore generale al Bilancio della Regione Calabria: �Pi� che una nuova banca forte nel Sud, serve una banca che conosca bene i problemi del Sud�.

Autostrade del mare e Iit

Accanto alle banche, De Michelis suggerisce di non dimenticare altre opportunit�, quali le autostrade del mare (�che rischiano di finire nelle mani della Grecia�) e l�Iit, l�Istituto italiano per le tecnologie previsto dalla Finanziaria (�bisognerebbe lottare per una sede nel Sud�). De Michelis sottolinea, infine, che la classe dirigente si forma intorno ai grandi progetti, non nei partiti o nelle banche: �Il rischio per il Sud non � il declino, bens� il suo declassamento�.di Sergio Governale