RSA FABI BANCA INTESA BOLOGNA

 

“ERRARE  UMANUM  EST”

 

 

         Leggiamo con interesse le dichiarazioni del Prof. Bazoli pronunciate durante l’assemblea di Banca Intesa del 13 Gennaio scorso sul caso Parmalat (vedi intranet aziendale).

        

         Le parole del nostro Presidente costituiscono una sentenza di assoluzione per chi crede nel cliente, lo accompagna e lo sostiene, anche nei momenti difficili, ma poi si trova di fronte al crollo ed alla relativa insolvenza.

 

         “Ragionando con il senno di poi” – dice il Prof. Bazoli – “è chiaro che tutti coloro che dall’esterno hanno sostenuto il Gruppo Parmalat – e tra questi soprattutto le banche che hanno concesso credito – si rammaricano di aver dato fiducia ad una azienda guidata da un imprenditore e da manager che – fino a ieri universalmente stimati – si sono manifestati capaci di frodi inaudite”.

 

         “Tutti i comportamenti umani” prosegue il Presidente, “devono essere valutati nel loro contesto storico, cioè tenendo conto delle situazioni e dei fatti come si presentavano in quel momento”.

 

         “Quello che è certo”, conclude Bazoli, “è che a noi – come penso alla generalità delle banche italiane – nulla risultava del marcio che si è d’improvviso manifestato nel gruppo Parmalat”.

 

         Sembra di ascoltare le parole di quei colleghi che, sempre più spesso, vengono chiamati a giustificare “sofferenze” (di importo decisamente inferiore a quello della Parmalat) ed ai quali vengono subito imputate colpe e comportamenti non in linea con i dettami della banca.

 

         È proprio così, “col senno di poi”, come dice il Prof. Bazoli, anche i gestori ed i direttori di filiale si rammaricano se sbagliano nel dare fiducia ad un cliente, ma per loro, fino ad oggi, sono scattati immediatamente processi ed inquisizioni che, con sempre maggiore frequenza, hanno portato a trasferimenti, provvedimenti disciplinari e licenziamenti.

 

         Ora sappiamo che Banca Intesa ha cambiato linea di pensiero, visto che il nostro stesso Presidente ha ammesso che tutti, anche i grandi banchieri, in onestà e buona fede possono sbagliare.