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S.N.A.Pro.Fin. FABI=
Ai
Sindacati Autonomi Bancari
La riunione del Consiglio
Direttivo
In
data 23.04.04 a Milano, si è tenuto il
Le
fusioni creano all’interno delle strutture problemi di integrazione,
soprattutto quando riguardano numeri consistenti di promotori : le questioni
possono riguardare ad esempio i “bonus” e le sovrapposizioni sui clienti.
Stiamo
assistendo ovunque al potenziamento del settore del private banking e molti
promotori finanziari&n=
bsp;
ritornano a fare i dipendenti in banca.
In
questi frangenti =
emerge
che i metodi di reclutamento di promotori&=
nbsp;
utilizzati da molte reti si
sono dimostrati quantomeno inefficaci.
Lo scenari=
o per i
promotori finanziari potrebbe modificarsi anche sotto il profilo normativo,=
col
confluire di Consob ed Isvap in un’unica super-Autority per i mercati
finanziari , come prevede il nuovo ddl&nbs=
p;
a tutela del risparmio=
.
A
dicembre ci sarà
il nostro secondo Congresso Nazionale.
Ad
una commissione (composta dai colleghi Juliano, Bottero e Paino)
è stato affidato l’esame delle proposte inerenti eventuali
modifiche dello statuto che
verranno ancora vagliate nella prossima riunione del direttivo che precederà il
congresso.
Nel
corso della riunione&n=
bsp;
si è proceduto alle nuove nomine relative all’or=
gano
di coordinamento con
Nel saluto<=
span
style=3D'mso-spacerun:yes'> ai partecipanti Rino Cazzanelli ha ripercorso le tappe della costr=
uzione
del sindacato al quale si è dedicato negli ultimi sei anni su incari=
co
della FABI dopo aver lasciato l’attività lavorativa in un grup=
po
finanziario.
Proprio
nel contesto lavorativo si era convinto della
necessità che ci fossero delle regole specifiche idonee a tutelare i
promotori nel rapporto con
In
omaggio <=
/span>alle
sue qualità umane e professionali nonché all’impegno che
Rino ha dato allo Snaprofin , intendiamo riportare per esteso il suo interv=
ento
:
“Di fatto, oggi i promo=
tori
finanziari non hanno voce nelle aziende per le quali
operano. Ci sono reti di vendita composte da olt=
re
4000 promotori finanziari (Ba=
nca
Mediolanum, Banca Generali, Banca Fideuram/Sanpaolo), che non colloquiano c=
on
la propria banca, perché non è mai stato instaurato un sistem=
a di
relazioni industriali. In buona sostanza è come se i lavoratori-
promotori finanziari non ci fossero in quelle aziende.
Operativamente la banca governa=
i
promotori attraverso i managers della rete, a loro volta promotori, ai quali
viene conferito un incarico accessorio.
I promotori finanziari non so=
no
considerati una risorsa umana che da valore alla azienda,
ma solo uno strumento commerciale per raggiungere la clientela e a dirigerl=
i in
maniera assolutistica è unicamente il responsabile commerciale della
banca o della sim. Anche se i promotori svolgono la loro attività in
uffici con l’insegna della banca, sono mantenuti in una condizione
completamente avulsa dalle vicende della banca. C’è da chieder=
si
se la caratteristica dello svolgimento del lavoro in forma autonoma, (peral=
tro
dai contorni non perfettamente nitidi), sia di per sé sufficiente a
giustificare il completo distacco dei promotori finanziari dagli altri
lavoratori delle =
banche.
Queste ultime, così attente alla propria immagine, specialmente in
questi tempi, dovrebbero soffermarsi attentamente sui differenti atteggiame=
nti che si
manifestano tra chi opera nell’azienda sentendosene parte attiva e di chi, invece, si sente solamen=
te
utilizzato.
Un gradino sotto le reti dei
promotori ci
sono le cosiddette reti parallele dei produttori assicurativi, che non sono
promotori ma che spesso aspirano a diventare tali, sulle quali di recente ha
fatto sentire la voce anche Assoreti. Eseguono il collocamento delle polizz=
e e
fanno però anche i “segnalatori di pregi” delle banche e
delle sim per le quali operano; come se tutto finisse lì e non fosse
invece che trovandosi dal cliente interessato a sottoscrivere un prodotto
finanziario, non trovino la maniera di concludere
l’affare, con il beneplacito, ovviamente non scritto, della banca o d=
ella
sim. Ancora una volta però
il problema non è di chi lavora ma di chi utilizza in maniera
inadeguata i lavoratori e li manda allo sbaraglio.
Un tasto delicato è
sicuramente quello del rapporto dei promotori con la clientela. Il promotore
mette tutta la sua bravura nella cura del cliente perché è un
professionista e il cliente rappresenta il patrimonio della sua ditta
personale. Però il cliente procurato dal promotore instaura rapporti
contrattuali con la banca e,
pertanto, giuridicamente è cliente della banca. Il valore economico =
della attività del promotore, pertanto, non &eg=
rave;
quasi mai pacificamente realizzabile, come normalmente avviene
nell’attività di impresa e il promotore per concretizzarlo
è costretto a ricorrere ad artefici, peraltro ampiamente noti, che
coinvolgono la clientele.
Gli ultimi anni sono stati di
tortura per i promotori finanziari, stretti tra la crisi dei mercati finanz=
iari
e gli scandali dei bonds, Cirio. Argentina, Parmalat e dei prodotti della
finanza creativa my way e for you di banca 121 poi Monte dei Paschi e il
sindacato ha raccolto le preoccupazioni e gli sfoghi di molti promotori Le
difficoltà incontrate nello svolgimento dell’attività h=
anno
fatto venire al pettine i nodi generati dai sistemi di reclutamento utilizz=
ati
dalle preponenti basati sui f=
issi
mensili e sulle provvigioni minime garantite. Questi sistemi hanno portato =
un
numero consistente di promotori ad indebitarsi con la banca o con la sim anc=
he
per importi notevoli. A ciò vanno aggiunte pratiche singolari=
e
fortemente penalizzanti per i promotori quali il rilascio della fideiussione
personale o di terzi richiesta dalla Banca Mediolanum.
Cessazione
dell’attività, cessione del ramo di azienda,
cessione di società intere e fusioni: è questo il panorama ch=
e i
promotori hanno vissuto e ancora stanno vivendo. Tutto avviene senza uno
straccio di regola che dica quali sono i diritti=
dei
promotori in questi casi. Ovviamente le aziende si comportano a seconda della loro convenienza, non avendo neppure
l’obbligo di informare i promotori di quanto hanno intenzione di fare.
Anzi, spesso è successo che sino al giorno prima=
dell’annuncio siano stati dati ai promotori messaggi rassicuranti del
tipo: state tranquilli, non venderemo mai. Siamo venuti in Italia per inves=
tire
(caso della ING). Bugie, bug=
ie,
come spesso accade nel mondo dei promotori.
I promotori finanziari devono
imparare a difendersi e lo devono fare da soli,
perché non c’è nessuno che lo faccia per loro. Sino ad =
oggi
la categoria si è comportata come una spugna e ha sempre assorbito
tutto. Quando si sono alzate le voci di gruppi di promotori, sempre comunque di una sola rete, spesso erano quelle dei man=
agers
interessati unicamente a risolvere i loro casi. Una vol=
ta
chiarito il loro futuro e definito il nuovo ruolo, tutto si acquieta=
va.
Sono convinto che un giorno i
promotori diranno basta! Metteranno giù la penna, non andranno a
visitare i clienti e chiederanno che siano definiti i loro diritti,
perché oggi sono tutelati meno degli altri lavoratori. La loro sarà una legittima protesta per affermare la
dignità ed il rispetto che le banche e le sim devono riconoscere alla
loro categoria. “
Nel
ringraziarlo ancora, gli formuliamo i nostri migliori auguri.
S.N.A.Pro.Fin. FABI
Milano, 03.05.04
<=
span
style=3D'mso-no-proof:yes'>Circolare n. 4-04