Fondo Esuberi: ABI chiede riforma
Si è svolto oggi a Roma, presso Palazzo Altieri, l'incontro sollecitato dall'Abi per discutere di una possibile riforma del Fondo di solidarietà, l'ammortizzatore sociale di settore.
L'associazione datoriale, vista la grande onerosità del Fondo totalmente finanziato dalle banche, ha chiesto che venga parzialmente riformato.
E che venga attivato in tutte le sue parti. Anche in quelle ad oggi rimaste lettera morta, che prevedono la temporanea sospensione dell’attività lavorativa e la riduzione dell’orario o in caso di crisi aziendale.
In particolare su questo punto le banche nella loro bozza di riforma hanno suggerito un prolungamento della durata massima di sospensione lavorativa, dagli attuali 18 a 36 mesi, la riduzione dell’orario di lavoro per un massimo di 48 mesi con relativa diminuzione dello stipendio e di limitare a 48 mesi, rispetto agli attuali 60, l’erogazione dell’assegno straordinario di esodo.
“è stato un incontro meramente interlocutorio”, ha detto Augusto Mastropasqua, Responsabile del Dipartimento Contrattualistica della FABI, “da parte nostra ci siamo detti disponibili a discutere della bozza di riforma purchè siano mantenute tutte le garanzie economiche a tutela dei lavoratori in esubero e sia salvaguardato il principio della volontarietà degli esodi”.
Quanto alla proposta di applicare una specie di cassa integrazione di settore, che preveda le classiche misure di temporanea riduzione dell’orario lavorativo o sospensione dell’attività di lavoro, la FABI si è detta favorevole a parlarne. “Se sono strumenti che possono servire ad evitare i licenziamenti, ben vengano”, ha dichiarato Mastropasqua.
Roma 04/10/2010