UNICREDIT, c’? l’accordo

UNICREDIT, c'? l'accordo
Duemila e duecento nuove assunzioni, tremila uscite volontarie e incentivate economicamente di personale prossimo alla pensione invece che le 4.700 obbligatorie chieste inizialmente dall'azienda, premio aziendale per un valore medio di 2000 euro per tutti i dipendenti del Gruppo relativo al 2010 e che verrà erogato nel 2011.

Questi i principali punti dell'accordo tra sindacati e Unicredit sul piano di riorganizzazione "One4C", siglato alle cinque e mezza di stamattina dopo sei giorni e tre notti di serrate trattative.

Nel dettaglio, l’accordo prevede per il triennio 2010-13 l’esodo volontario e incentivato di tremila dipendenti già in possesso dei requisiti pensionistici o che li matureranno entro il 31 dicembre 2013. A fine novembre le parti verificheranno se i numeri di uscite concordati sono stati raggiunti. In caso contrario si procederà ad avviare le procedure di legge per rendere obbligatoria la fuoriuscita dei lavoratori di ogni ordine e grado in base alla maturazione del requisito pensionistico AGO.

Importantissimo il capitolo relativo alla nuova occupazione. In tutto saranno 2.198 le assunzioni, così ripartite: stabilizzazione di tutti e 1077 i colleghi neoassunti con contratto d’apprendistato, 1000 nuove assunzioni e, entro la fine dell’anno in corso, le altre 121 già previste da precedenti accordi.

Quanto al premio aziendale del 2010, che sarà corrisposto a tutti i lavoratori del Gruppo nel 2011, l’importo medio, da adeguare in base alla qualifica, sarà di 2000 euro. Infine sull’argomento inquadramenti, l’azienda ha dato la sua disponibilità a istituire una commissione che entro il primo semestre 2011 valuterà gli impatti sulle attuali figure professionali e i relativi percorsi professionali al fine di giungere a un nuovo accordo che regoli la materia. Restano comunque validi tutti i relativi accordi sugli inquadramenti conseguiti fino ad oggi.

Soddisfatto Mauro Morelli, segretario nazionale della FABI con delega al Gruppo Unicredit. “è stata una vertenza difficile perché volevamo garantire, oltre alle nuove assunzioni e alla stabilizzazione di tutti i precari, degli incentivi economici per quei 3000 lavoratori che volontariamente sceglieranno di andare in pensione o in pre-pensionamento. Siamo contenti dell’obiettivo raggiunto”,ha commentato a caldo il segretario nazionale della FABI.

“Spetta ora all’azienda dimostrare la volontà di rendere ancora più competitiva Unicredit con politiche orientate alla crescita e al recupero del rapporto col territorio.

Siamo certi che il nuovo Ceo del Gruppo, Federico Ghizzoni, non vanificherà i significativi risultati ottenuti da questo accordo che permette una migliore razionalizzazione dei costi senza tuttavia calpestare professionalità e diritti dei lavoratori.

Accordo che è stato possibile raggiungere a tutela di tutti i lavoratori grazie allo spirito unitario di tutte le organizzazioni sindacali che, senza divisioni ideologiche, hanno lavorato esclusivamente per il bene dei lavoratori che rappresentano”.
Intanto la Segreteria generale della FABI ha convocato a Roma mercoledì 20 ottobre il Comitato direttivo del Gruppo Unicredit per discutere dell’accordo raggiunto.

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