iv>Diminuiscono le rapine in banca nel primo semestre del 2010 e toccano quota -14, 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da gennaio a giugno se ne sono contate 758 in tutta Italia, con un ammanco totale per le casse degli istituti di credito di 18,2 milioni di euro.
I dati arrivano direttamente dall’Osservatorio sicurezza dell’Abi, che oggi a Roma ha presentato il consueto rapporto semestrale sulle rapine in banca.
Se a livello nazionale il fenomeno appare in netta diminuzione, non mancano tuttavia tristi eccezioni alla regola. In sei regioni italiane, infatti, il numero di colpi messi a segno è aumentato. Guida la classifica il Piemonte (+48,3%), seguito da Marche (+40%), Veneto (+38,5%), Basilicata (+33,3%) e Lazio (+4,5%). E proprio in questa regione si trova la provincia preferita dai rapinatori: Roma, che con le sue 99 rapine si aggiudica la palma di città più saccheggiata, precedendo di poco Milano (98), Torino (53), Napoli (36) e Bologna (19).
Mentre il posto più remunerativo per i ladri è Salerno, dove nel primo semestre 2010 il bottino complessivo dei rapinatori sfiorava i 200mila euro.
Quanto al modus operandi dei criminali, invece, il rapporto rileva che tendono ad agire prevalentemente in coppia e a utilizzare armi da taglio.
“Se da un lato i dati sull’andamento delle rapine in banca sono positivi ed evidenziano un calo del fenomeno, non possiamo non notare che in diverse e importanti regioni italiane i colpi messi a segno sono sensibilmente aumentati”, afferma Loris Brizio, responsabile del Dipartimento Sicurezza della FABI, “Chiediamo con forza, quindi, agli enti locali di stabilire un rapporto di sinergia con le aziende di credito del territorio per garantire ai lavoratori la sicurezza necessaria, così come previsto per altro dai protocolli siglati dalle organizzazioni sindacali, dall’Abi e dai comuni.
Per quanto ci riguarda, ci attiveremo affinché si mettano in campo tutte le misure necessarie per contrastare il fenomeno. Anche nelle banche del credito cooperativo, che ad oggi purtroppo ancora non hanno un sistema di rilevazione organico delle rapine”.
Proprio recentemente la FABI su questo argomento ha organizzato un Convegno ad hoc a Bergamo, chiamando a partecipare rappresentanti del credito cooperativo e aziende private specializzate in sicurezza. Dall’incontro, durante il quale sono stati presentati dati raccolti in via empirica dai sindacalisti della FABI, è emerso che le banche del credito cooperativo, viste le piccole dimensioni e il radicamento sul territorio, sono particolarmente esposte al rischio rapina e che, nonostante ci ò, gran parte di esse non dispone nemmeno di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che si occupi di tutelare i dipendenti. “Nostro prossimo obiettivo”, conclude Brizio, “sarà proprio quello di sensibilizzare il settore a un tema così importante per il benessere dei lavoratori come quello della sicurezza”.
Roma 30/11/2010