UGF: via al grande sciopero

UGF: via al grande sciopero

iv>I lavoratori di Ugf banca passano alle maniere forti. Dopo la rottura della trattativa sul contratto integrativo aziendale, avvenuta a luglio, e il successivo rifiuto dell’azienda a confrontarsi sulla regolamentazione dei percorsi di carriera, tute le sigle sindacali, a cominciare dalla FABI, hanno deciso di proclamare lo sciopero generale. Il primo nella storia di Ugf banca.

I dipendenti, che sono circa 2.500 e sono dislocati dal Nord al Sud Italia, incroceranno così le braccia per tutta la giornata di lunedì 13 dicembre.
Una protesta dura e compatta per contestare al Gruppo una gestione del personale carente e poco attenta alla valorizzazione delle risorse umane.
“Dopo questo sciopero”, dice Adriano Di Martino, coordinatore FABI in Ugf, “auspichiamo che l’azienda riapra le trattative per il contratto integrativo e che si renda disponibile ad attivare tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali su argomenti che ormai non possono più essere elusi, come la ridefinzione degli inquadramenti, che devono rispecchiare la reale organizzazione del lavoro”.
Altra questione importante da affrontare è il piano di accorpamento e riallocazione territoriale delle filiali, comunicato da Ugf lo scorso novembre, che porterà alla chiusura di cinque sportelli (concentrati nel Centro e nel Sud Italia) e all’integrazione di altri 6. “I posti di lavoro non sono minacciati”, dice Di Martino, “ma vogliamo quanto prima discutere con l’azienda per limitare al massimo la mobilità del personale in servizio presso queste filiali. Finora, purtroppo, il Gruppo ha sempre avuto una posizione di chiusura rispetto alle nostre rivendicazioni”.
Il primo strappo si è consumato lo scorso luglio con la rottura delle trattative sul contratto integrativo. I sindacati si erano detti disponibili anche ad accettare un premio di risultato inferiore alle aspettative, ma volevano delle garanzie per i dipendenti: una maggiore contribuzione sui fondi pensione, una ridefinizione degli inquadramenti professionali e un monte ore di permessi retribuiti per genitori con figli piccoli.
Richieste che si sono scontrate con il secco niet del Gruppo. Da luglio ad oggi le relazioni con i dipendenti si sono, poi, ulteriormente deteriorate. “Lo sciopero di lunedì”, conclude Di Martino, “ne è la dimostrazione lampante”.
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