iv style=”text-align: justify”>Giugno 2011. Tra soli 6 mesi la casa famiglia di Kaunas (Lituania), realizzata grazie al consistente contributo economico della FABI e dei suoi iscritti, sarà pronta ad accogliere circa 35 ragazze maggiorenni provenienti dagli orfanotrofi del Paese. Ed a strapparle, così, alla miseria e allo sfruttamento.
La struttura è infatti quasi ultimata. I lavori esterni, iniziati a maggio del 2010, sono stati già conclusi e da febbraio si procederà a realizzare gli interni. “A giugno, salvo imprevisti”, dice Sergio Paterlini, sindacalista della FABI e promotore dell’iniziativa di solidarietà, “l’edificio sarà inaugurato”.
Una buona notizia sia per le giovani lituane che vi troveranno accoglienza, sia per la Segreteria nazionale e per tutti gli iscritti FABI che volontariamente hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, con un sostanzioso investimento di durata triennale, e che quindi vedono finalmente premiati i loro sforzi economici.
Una volta aperta, la casa famiglia sarà gestita dai Servizi sociali di Kaunas. “Il comune”, racconta Paterlini, “si è già preso l’impegno di favorire l’inserimento lavorativo delle ragazze nella pubblica amministrazione locale, garantendo così un turn over annuale all’interno della struttura”.
In Lituania, quella dell’assistenza agli orfani è una vera e propria emergenza sociale. Basti pensare che nella sola città di Kaunas, si contano oltre 1000 bambini senza famiglia, figli che coppie indigenti abbandonano negli orfanotrofi cittadini.
I problemi per loro iniziano soprattutto quando, compiuti i 8 anni, devono lasciare le strutture d’accoglienza e provvedere al proprio mantenimento. Pochi ci riescono, la gran parte finisce vittima dell’alcolismo e del racket della prostituzione.
“Il progetto della FABI”, commenta Paterlini, “vuole rappresentare un primo concreto passo per cambiare le cose”.