iv style=”text-align: justify”>Il bancone Unicredit è partito con il piede sbagliato e a pagare per le falle del nuovo modello organizzativo sono stati soprattutto i lavoratori.
A denunciarlo, carte alla mano, la FABI insieme alle altre organizzazioni del credito nell’incontro che si è tenuto a Milano la scorsa settimana con i responsabili delle Relazioni industriali del Gruppo.
“Vogliamo che si trovino presto delle soluzioni a tutta la serie di problemi che si sono evidenziati a seguito della la fusione delle 7 società Unicredit in Banca Unica”, dichiara Angelo Di Cristo, Responsabile del Coordinamento FABI in Unicredit, “intanto per mercoledì 16 abbiamo fissato già un nuovo incontro con i responsabili delle Relazioni industriali per avere delle risposte”.
Tanti gli argomenti sollevati dalla FABI nell’ultima riunione.
A cominciare dalla questione organici e inquadramenti, punti cardine dell’accordo sindacale siglato lo scorso 18 ottobre.
La FABI ha chiesto al management di accelerare sulle nuove assunzioni, previste dall’intesa, “perché in pochi mesi gli esodi volontari e incentivati, nell’ordine di un migliaio, hanno portato a una drastica riduzione del personale con un conseguente aumento del carico di lavoro, spesso insostenibile, per i dipendenti in servizio”. Secondo l’accordo sottoscritto a ottobre, infatti, Unicredit nei prossimi 3 anni dovrà procedere a oltre 1000 nuove assunzioni più altrettante stabilizzazioni di apprendisti. Ma le selezioni, a quanto pare, ad oggi tardano a dare i loro frutti.
Regolamentazione degli inquadramenti, per non mortificare le professionalità esistenti, adeguamento del sistema informatico, che ad oggi presenta diverse carenze, e richiesta di una formazione di qualità per il personale Unicredit soprattutto riguardo a temi sensibili come ad esempio quello dell’antiriciclaggio: queste le altre rivendicazioni avanzate dal sindacato.
Infine una sollecitazione indirizzata al management: convocare quanto prima la Commissione sulla “solidarietà generazionale” per studiare soluzioni che possano colmare il gap tra i trattamenti integrativi riservati ai dipendenti di lungo corso e quelli a favore dei neo-assunti.
Quanto ai contratti part-time, i sindacati hanno annunciato che la materia sarà oggetto di uno specifico incontro.
“Se il management non dimostrerà di voler concretamente trovare una soluzione ai problemi dei lavoratori”, conclude Di Cristo, “ci vedremo costretti ad aprire una nuova fase conflittuale delle relazioni industriali in Unicredit”.
Milano 11/02/2011