EQUITALIA: SI SCIOPERA

EQUITALIA: SI SCIOPERA

le=”text-align: justify”>Presto fatto. Come minacciato dalla FABI lo scorso febbraio, lo sciopero nazionale dei lavoratori di Equitalia contro l’applicazione delle legge 122/2010 al settore della riscossione si farà.

La data è stata già fissata: il 21 marzo. A proclamare lo sciopero sono state le Segreterie nazionali di tutte le sigle sindacali, FABI naturalmente in prima linea, dopo l’assemblea che si è svolta ieri a Roma e che ha visto la partecipazione di circa 450 delegati.
L’astensione dal lavoro durerà l’intera giornata. Si è deciso di proclamare, inoltre, una seconda tornata di scioperi della durata complessiva di 10 ore entro la prima decade di aprile. E in questo caso a decidere data e tempistica della manifestazione saranno i lavoratori delle singole società di Equitalia.
La protesta è stata indetta per opporsi all’applicazione della legge 122/10 che prevede il blocco degli scatti contrattuali nei prossimi 3 anni per lavoratori in servizio presso le pubbliche amministrazioni. La normativa da gennaio è a tutti gli effetti in vigore anche per i lavoratori della riscossione, che hanno già visto arrivare le prime decurtazioni sulle loro buste paga con il blocco di ogni automatismo economico: dagli scatti di anzianità ai premi fedeltà.
“Un vero e proprio abominio giuridico”, attacca Pierluigi Pratola, a capo del Coordinamento esattoriali della FABI, “perché da sempre i dipendenti di Equitalia hanno il contratto del credito e non quello del pubblico impiego, inoltre Equitalia pur essendo una società a controllo pubblico non grava sul bilancio dello Stato, quindi è inammissibile che al settore venga applicata la normativa 122/10”.
Perché dunque scioperare? “Per un motivo molto semplice”, spiega Pratola, “perché se lasciamo passare questa ingiustizia, mettiamo in discussione la nostra appartenenza contrattuale all’area del credito.
I lavoratori esattoriali non solo vedonogià ora – di fatto – annullate le previsioni economiche dei Contratti Integrativi Aziendali vigenti ma corronoseriamente il rischio di non poter beneficiare degli automatismi retributivi del nuovo contratto bancario che verrà siglato entro l’anno, inoltrela legge in questione vieta il recupero dei soldi persi al prossimo rinnovo cancellando così definitivamente l’agganciamento al contratto del Credito faticosamente conquistato in questi anni.
Per questi motivi è importante che il 21 marzo la categoria si mostri decisa e compatta e unita, scioperi contro un abuso che avrà serie e durature ripercussioni sulle future condizioni retributive dei lavoratori esattoriali”.
Oltre allo sciopero, la FABI e gli altri sindacati stanno mettendo in campo anche altre iniziative volte a scongiurare l’equiparazione del settore esattoriale a quello del pubblico impiego. In parlamento, su sollecitazione delle sigle, sono già stati presentati degli emendamenti alla legge legge 196/2009 per modificare l’elenco ISTAT e ottenere che il Gruppo Equitalia e Riscossione Sicilia vengano classificate correttamente, ossia come società che non pesano sul bilancio dello Stato e quindi non possono essere assoggettate al “contenimento dei costi“.
Roma 04/03/2011
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