FONDO: l’ABI ci riprova

FONDO: l'ABI ci riprova

iv style=”text-align: justify”>L’Abi ha disdettato oggi l’accordo siglato con i sindacati il 24 gennaio 2001 che prevede l’accesso volontario dei dipendenti bancari al Fondo esuberi.

La disdetta, che diventerà operativa dal primo luglio 2011, mette in discussione un principio da sempre osservato nel settore del credito: quello della libertà del lavoratore di aderire o meno ai piani d’esodo.
Anche se nell’immediato non avrà effetti sui lavoratori, la decisione rappresenta per il Segretario generale della FABI, Lando Sileoni, un segnale politico importante: “una vera e propria dichiarazione di guerra alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori del credito, proprio nel giorno in cui era stata presentata alla stampa la piattaforma rivendicativa sul nuovo contratto nazionale”.
Una decisione contro cui il numero uno della FABI ha annunciato battaglia. “è il momento che alle parole seguano i fatti: unitariamente valuteremo nei prossimi giorni tutte le iniziative da intraprendere. Chiaro è che all’interno dell’Abi sta prevalendo quella componente rappresentata dalle piccole e medie banche che ha imposto e ottenuto una decisione che peserà immediatamente nelle relazioni sindacali dei Gruppi bancari”.
“è grottesca poi”, sottolinea Sileoni, “la decisione di far decorrere questa disdetta dal 1 luglio 2011, decisione presa al solo scopo di permettere al gruppo Intesa la gestione di un piano industriale che parte inevitabilmente in salita.
L’Abi vuole tentare di distruggere un’intera categoria di lavoratori per colpa dell’inadeguatezza della sua classe dirigente che non è stata in grado, nonostante la disponibilità dimostrata dalle organizzazioni sindacali, di condividere una soluzione sui costi del fondo esuberi.
Con la decisione odierna i problemi saranno inevitabilmente trasferiti nelle aziende e nei gruppi bancari a partire dal prossimo piano industriale del Gruppo Intesa”.
Roma 07/04/2011
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