iv style=”text-align: justify”>Le trattative con le aziende di credito sono bloccate fino al 31 maggio, ma nonostante ci ò Fiditalia, società di credito al consumo, ha comunque avviato le procedure della legge 223, norma che regola i licenziamenti collettivi.
Avanti tutta, quindi, con il piano di riorganizzazione che prevede la chiusura di 12 punti credito e di 19 filiali, per un totale di 166 esuberi spalmati su tutto il territorio nazionale.
La comunicazione è stata inviata ai sindacati il 19 maggio. “Riteniamo tale scelta sbagliata”, hanno scritto la FABI e le altre sigle in una nota unitaria, “perché, come più volte ribadito dalla stessa azienda, esistevano possibilità concrete di arrivare a un accordo, attraverso uno spostamento concordato dei termini della procedura contrattuale art. 18.
Il rifiuto aziendale di proroga e l’attivazione della procedura di legge contribuisce invece ad aumentare le tensioni e allontana una soluzione della vicenda occupazionale”.
“L’apertura della procedura 223 è un segnale che non va sottovalutato”, commenta Carlo Milazzo, segretario provinciale della FABI di Milano e componente del consiglio nazionale con delega al settore del credito al consumo, “in questo modo l’azienda tiene aperte tutte le possibilità, anche quella, che la FABI mai accetterà, di licenziare i lavoratori più giovani e collocarli sul Fondo emergenziale. La legge 223 prevede infatti che i primi ad essere oggetto di licenziamento siano proprio i lavoratori senza carichi di famiglia, con minore anzianità di servizio. Lavoratori che hanno limitate coperture in termini di welfare”.
“Un’ipotesi”, ribadisce Milazzo, “che, se ci verrà presentata, rifiuteremo categoricamente. Come già detto in precedenza, siamo disposti ad accettare solo ed esclusivamente piani di uscite volontari e incentivati e attraverso il ricorso al Fondo di Solidarietà. Nient’altro”.
La stessa Fiditalia nella nota inviata ai sindacati, per limitare gli impatti sociali degli esuberi, si dice disponibile a valutare la possibilità di incentivare economicamente gli esodi anche utilizzando il fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di settore, e di ricollocare alcuni dipendenti presso altre società del perimetro italiano di Societè Generale, azionista di Fiditalia.
“Indicazioni generiche e non vincolanti”, commenta il Segretario FABI con delega al settore del credito al consumo, “sulle quali vogliamo vederci chiaro”.
La riapertura del confronto con l’azienda sul piano esuberi è prevista i primi di giugno. La FABI e gli altri sindacati hanno, infatti, chiesto un incontro urgente con la controparte per discutere del piano esuberi e trovare soluzioni socialmente sostenibili
(leggi lettera unitaria).
Milano 24/05/2011