iv>Si attenuano notevolmente le ricadute occupazionali del piano di ristrutturazione di Fiditalia, la società di credito al consumo controllata da Societè generale che lo scorso marzo aveva annunciato la chiusura di 12 punti credito e di 19 filiali, per un totale di 166 esuberi spalmati su tutto il territorio nazionale.
Grazie all’accordo siglato mercoledì sera dalla FABI, gli esuberi si sono ridotti, passando dagli iniziali 166 agli attuali 142.
Ventiquattro lavoratori saranno infatti ricollocati presso Fiditalia e in alcune società del perimetro italiano di Societè Generale.
Quanto ai 142 dipendenti dichiarati in eccedenza, avranno due opzioni: potranno mantenere il proprio posto di lavoro accettando il passaggio dal contratto full time a quello part-time, con possibilità di tornare al tempo pieno già nel 2013, oppure aderire al piano di uscite volontarie e incentivate.
Qualora siano prossimi alla pensione, potranno accedere al fondo di Solidarietà, per una permanenza massima di 60 mesi, o in alternativa dare le dimissioni portando a casa un incentivo base di 20 mensilità lorde, cui se ne aggiungeranno altre in base all’età e allo stato di famiglia.
Altro punto importante dell’accordo è quello che riguarda i lavoratori delle unità operative di Pisa e Mogliano Veneto, che verranno soppresse e le cui attività saranno accorpate nella sede centrale di Milano.
I dipendenti in esubero potranno scegliere di trasferirsi nel capoluogo lombardo ottenendo sostanziosi contributi economici. Per loro è prevista una sorta di indennità di trasferimento valida per cinque anni: il rimborso fino a un massimo di 1.100 euro lordi mensili per le spese di affitto oppure un benefit forfettario giornaliero che oscilla dai 30 ai 50 euro in base ai chilometri di distanza dal proprio comune di residenza.
I dipendenti avranno tempo fino al 4 luglio per aderire al piano d’esodo volontario e incentivato dell’azienda e per fare richiesta di un cambio del contratto da full time a part time.
“Abbiamo siglato un buon accordo per tutti i lavoratori, ottenendo che le uscite avvenissero soltanto su base volontaria e incentivata”, commenta Carlo Milazzo, segretario della FABI con delega al settore del credito al consumo, “Siamo riusciti inoltre a salvaguardare posti di lavoro proponendo il part-time e favorendo la ricollocazione dei lavoratori in esubero presso altre società del Gruppo. Un dato da non sottovalutare considerando il grave stato di crisi attraversato dall’azienda, che negli ultimi due anni ha perso oltre 200 milioni di euro”.
Milano 17/06/2011