iv style=”text-align: justify”>”Più che un piano orientato al rilancio del Gruppo, ci sembra l’ennesimo bollettino di guerra per i lavoratori, dove l’unico dato certo è l’accanimento verso una riduzione del costo del personale che passa non solo da una diminuzione sistematica degli organici (470 persone nel 2011, 300 nel 2012, 350 nel 2013) ma dalla volontà di rivedere al ribasso tutti i contratti aziendali in scadenza”.
Così Piero Marioli, componente del Coordinamento FABI di Gruppo, ha commentato il piano industriale 2011-15 del Banco Popolare, presentato questa mattina ai mercati.
Il piano prevede, infatti, una riduzione di organico di 1.120 persone e la riconversione professionale a ruoli commerciali di altri 1.100 lavoratori.
Numeri che sono la diretta conseguenza del progetto di riorganizzazione aziendale, che porterà entro il 2015 alla razionalizzazione delle attività di sede, alla soppressione di 180 filiali sovrapposte e soprattutto alla fusione della Popolare di Crema e della Popolare di Cremona in Banca Popolare di Lodi e di Efibanca nella capogruppo.
Obiettivo dell’azienda è di arrivare, già nel 2013, a un common equity ratio (indice che misura il livello di patrimonializzazione) del 7,6%, e di raggiungere nel 2013 e nel 2015 rispettivamente un utile di 603 e 930 milioni riducendo, nel biennio in questione, il cost-income di 5 punti percentuali e mezzo (dal 60,4% al 55%).
“Previsioni che destano stupore”, sottolinea Marioli, “perché non si capisce come possano essere raggiunti simili traguardi in queste condizioni non solo di mercato, ma anche di organizzazione aziendale”.
Quanto all’annunciata fusione delle Popolari di Crema e Cremona nella Popolare di Lodi e di Efibanca nella capogruppo, alla ristrutturazione delle sedi centrali e delle aree, che coinvolgeranno 1.100 persone, il coordinatore FABI in Banco Popolare è stato categorico: “pu ò rivelarsi una buona opportunità, a patto che le risorse risparmiate vengano investite sul territorio con formazione mirata e assunzioni stabili da destinare prima al rafforzamento e poi allo sviluppo commerciale”.
Verona 30/06/2011