iv style=”text-align: justify”>Fare pressioni affinché gli ex dipendenti di Ber Banca, licenziati lo scorso dicembre e collocati attualmente sul Fondo emergenziale, vengano quanto prima assunti da Intesa Sanpaolo, Gruppo che da marzo ha acquisito il controllo della Ber (Banco emiliano romagnolo).
Questo l’obiettivo del tavolo di crisi che mercoledì 6 luglio verrà aperto presso l’assessorato alle Attività produttive della Provincia di Bologna, come richiesto dalle segreterie bolognesi della FABI e degli altri sindacati del credito.
All’incontro, al quale parteciperanno le organizzazioni sindacali, sono stati invitati le istituzioni regionali e comunali, la Banca d’Italia e Giuseppe Feliziani, il Direttore Generale di Carisbo, riferimento sul territorio del Gruppo guidato da Corrado Passera.
“Chiederemo di concordare le modalità di riassunzione dei 33 dipendenti ex Ber nell’ambito di Intesa Sanpaolo e di accelerare la procedura”, spiega Davide Natale, segretario provinciale della FABI Bologna.
“Intesa”, sottolinea Natale, “ha infatti una responsabilità verso questi lavoratori: quando ha acquisito il pacchetto di maggioranza della Ber, il Gruppo si è impegnato a riassumerli tutti.
è lo stesso prospetto informativo inviato a suo tempo da Ber Banca alla Consob, nel momento in cui Intesa entrava nel capitale della banca, a riportare che Ca De Sass ha l’obbligo di prendere in servizio gli ex dipendenti del Banco emiliano romagnolo”.
Travagliata la storia della Ber e dei suoi dipendenti: commissariata nel 2009 per pesanti irregolarità gestionali, la banca, che vantava tra i propri clienti facoltose famiglie emiliane tra cui gli eredi di Pavarotti, è finita al centro di un’inchiesta sul riciclaggio della Procura di Bologna, ha rischiato la liquidazione coatta amministrativa e a dicembre ha licenziato tutti e 33 i suoi impiegati, poi collocati, grazie all’accordo siglato dalla FABI e dagli altri sindacati, sul fondo emergenziale con diritto a beneficiare per due anni dell’assegno di sostegno al reddito.
Guai a cui se ne sono aggiunti altri: per un mese circa, durante il commissariamento, ai dipendenti e clienti dell’istituto sono stati bloccati i conti su disposizione di Bankitalia, poi riattivati solo dopo la compatta mobilitazione dei sindacati e del Codacons.
“A maggior ragione”, conclude il rappresentante sindacale FABI, “dopo tutto quello che hanno passato, questi lavoratori meritano di ri-ottenere il posto di lavoro”.
Bologna 04/07/2011