La FABI e le altre sigle del credito non applicheranno le deroghe al contratto nazionale e all'articolo 18: "Pronte ad impegnarci affinchè con Abi e Ania si convenga di non dare applicazione in nessun caso a quanto previsto dall'art. 8"
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SINDACATI UNITI CONTRO LA MANOVRA

La FABI e le altre sigle del credito non applicheranno le deroghe al contratto nazionale e all’articolo 18: “Pronte ad impegnarci affinchè con Abi e Ania si convenga di non dare applicazione in nessun caso a quanto previsto dall’art. 8”
SINDACATI UNITI CONTRO LA MANOVRA
La FABI e le altre sigle del credito, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Dircredito, Ugl e Uilca, si sono impegnate unitariamente affinchè "con Abi e Ania si convenga di non dare applicazione in nessun caso a quanto previsto dall'articolo 8 della manovra" (quello che prevede la possibilità di derogare con intese aziendali a leggi e contratti nazionali in materia di lavoro, anche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che regola i licenziamenti ndr).
Lando Sileoni, leader della FABI, e gli altri segretari generali dei principali sindacati del credito, nella nota unitaria inviata oggi alla stampa, hanno inoltre definito la manovra "ingiusta" perché colpisce le pensioni e il lavoro, "inadeguata" perché non rilancia crescita e occupazione, e "iniqua" perché aumenta le tasse per i lavoratori senza colpire le grandi ricchezze e l'evasione. I segretari generali sono impegnati altresì - si legge nella nota - "a definire proposte unitarie all'insegna dell'equità, della crescita e della buona occupazione da sostenere con la mobilitazione unitaria della categoria".

v>La FABI peraltro sui contenuti della manovra economica bis si era già espressa all’indomani del varo da parte del Consiglio dei Ministri del provvedimento, contestando duramente “la palese forzatura, da noi ritenuta inaccettabile, sull’ art. 18 dello Statuto dei Lavoratori con la quale si intenderebbe dare il via libera a licenziamenti privi di giusta causa e spogliare i lavoratori di una fondamentale tutela”, aveva dichiarato il 18 agosto il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni.
“Infine”, aveva aggiunto Sileoni, “va vista con estrema cautela la materia dei contratti aziendali in deroga alle disposizioni del contratto collettivo di categoria. Il quadro normativo nazionale, spesso, contiene già disposizioni molto avanzate che purtroppo restano lettera morta per la cattiva volontà o l’inettitudine delle nostre controparti”.

Poi il 5 settembre la presa di posizione: la FABI non applicherà nessuna deroga in aziende e nel territorio all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori”, aveva detto la Segreteria nazionale.
Una decisione che oggi è stata fatta propria da tutti i sindacati del credito.
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