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BCC DI INZAGO, IN PIAZZA CONTRO GLI ABUSI
Lunedì 31 la FABI e gli altri sindacati aziendali daranno vita a una conferenza stampa pubblica di fronte alla Direzione generale dell’istituto, a Inzago. Nava: “Violazioni dei diritti all’ordine del giorno. I lavoratori devono sapere che non sono soli”
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Non si fa proprio mancare nessun “record” la banca di credito cooperativo di Inzago. In tre anni l’istituto, radicato nella provincia di Milano, ha registrato le dimissioni di ben l’80% del personale, ha avviato un numero imprecisato di provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori, in più occasioni non ha pagato il lavoro straordinario, e ha fatto oggetto i propri dipendenti di una serie di azioni intimidatorie, tra cui trasferimenti punitivi anche in presenza di situazioni familiari delicate.
Per questo lunedì 31 ottobre la FABI e le altre organizzazioni hanno annunciato un sit in di protesta con annessa conferenza stampa pubblica.
L’appuntamento è alle 11 in piazza Maggiore, ad Inzago, davanti alla Direzione generale della banca.
I sindacalisti scenderanno in strada per denunciare pubblicamente le numerose violazioni di cui si è resa protagonista la bcc di Inzago
L’istituto di credito cooperativo che in Italia registra il più alto tasso di dimissioni da parte dei dipendenti.
“In quell’istituto si respira un vero e proprio clima di terrore. Gli addetti quando possono scappano via a gambe levate. Calpestare i diritti dei lavoratori è, infatti, una prassi all’ordine del giorno”, denuncia Mario Nava, dirigente sindacale lombardo della FABI.
“Lunedì saremo presenti alla manifestazione anche per dire ai dipendenti che non sono soli e che la FABI non ha alcuna intenzione di dare carta bianca all’istituto permettendogli di riportare le relazioni sindacali indietro di 50 anni”.
In occasione della conferenza stampa pubblica, saranno resi noti ulteriori dati che testimoniano la condotta antisindacale adottata dalla banca e la sua difficile situazione patrimoniale, certificata anche da una recente lettera inviata ai vertici dalla Banca d’Italia, a seguito di un’ispezione avvenuta alla fine del 2010.
Inzago 28/10/2011