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Dopo la richiesta avanzata dall’European banking Authority alle principali banche italiane di effettuare ricapitalizzazioni per circa 14,77 miliardi di euro entro giugno 2012, la FABI interviene sull’argomento lanciando un appello alla politica e chiedendo alla cassa Depositi e prestiti di muoversi in soccorso degli istituti e di sottoscrivere alcune quote degli aumenti di capitale che di qui al 2012 le aziende bancarie italiane si vedranno costrette a realizzare.
Il timore è, infatti, che le ingenti ricapitalizzazioni possano portare a un ulteriore restringimento del credito con conseguenze gravi per l’economia del Paese e anche, in seconda istanza, per i lavoratori di settore.
“Il sistema nel suo complesso deve reagire”, ha affermato oggi in una nota inviata alla stampa il Segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, “La necessità e l’urgenza di attingere a nuovi fondi, per garantire un adeguato sostegno all’economia, dovrà comportare la possibilità di utilizzare risorse, come ad esempio la liquidità della Cassa Depositi e Prestiti, che, in concorso e combinazione, riportino il patrimonio di vigilanza nei limiti stabiliti”.
Ma Sileoni si è spinto oltre, non risparmiando critiche alla politica italiana, definita “inerte”, e alle stesse autorità di vigilanza europee, colpevoli di tutelare prioritariamente le banche francesi e tedesche a scapito di quelle italiane.
“I livelli raggiunti dallo spread fra i Titoli di Stato italiani e gli analoghi tedeschi determinano una situazione insostenibile per l’intero sistema economico e bancario nazionale”, ha argomentato il leader della FABI.
“La necessità di ricapitalizzare, imposta in modo assai discutibile dalle Autorità europee ai principali Istituti di credito, comporterà, inevitabilmente, una grave e pesantissima stretta creditizia che rischia di riflettersi soprattutto sulle famiglie e sulle imprese, con effetti per i lavoratori bancari che hanno già pagato prezzi altissimi nei recenti piani industriali dei principali Gruppi”.
“La richiesta dell’European Banking Authority (Eba) di sottoscrizione di capitale aggiuntivo, che tutela gli interessi prioritari degli istituti francesi e tedeschi a scapito di quelli italiani, diviene problematica anche alla luce della sostanziale inerzia della nostra politica, che purtroppo ancora stenta ad assumere decisioni incisive e coerenti”, ha concluso Sileoni.
Roma 01/11/2011