Il 18 e il 25 i dipendenti incroceranno le braccia contro la cessione del Cres, ramo d'azienda di Deutsche Bank Italia, alla società di facility management Iss facility service. La FABI: "A rischio il contratto del credito per 52 lavoratori"">

DOPPIO SCIOPERO IN DEUTSCHE BANK

Il 18 e il 25 i dipendenti incroceranno le braccia contro la cessione del Cres, ramo d’azienda di Deutsche Bank Italia, alla società di facility management Iss facility service. La FABI: “A rischio il contratto del credito per 52 lavoratori”
DOPPIO SCIOPERO IN DEUTSCHE BANK

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Dura protesta della FABI contro l’esternalizzazione dell’unità Cres, che fa parte del Db Consorzio Scarl, la società attiva nella gestione immobili e servizi di spedizione di Deutsche bank Italia.
Il 18 e il 25 novembre la Rappresentanza sindacale aziendale, supportata dalla Segreteria nazionale, ha proclamato due giornate di sciopero.
La prima coinvolgerà i lavoratori della Db Consorzio Scarl, la seconda tutti i dipendenti del perimetro italiano del Gruppo.
L’azienda ha infatti deciso di cedere il Cres e 52 suoi addetti a Iss facility service srl del Gruppo danese Iss World, società specializzata nella logistica.
La cessione dovrebbe diventare esecutiva dal primo dicembre. Ma la FABI non ci sta.
“Avevamo chiesto specifiche garanzie contrattuali e occupazionali per i 52 lavoratori oggetto della cessione, ma il Gruppo ha sempre fatto orecchie da mercante alle nostre richieste”, spiega Massimo Belfiore, responsabile del Coordinamento FABI in Deutsche Bank. “Per questo abbiamo deciso unitariamente, con le altre organizzazioni sindacali e con il sostegno della nostra Segreteria nazionale, di indire lo sciopero”.
A destare preoccupazione è soprattutto il fatto che Iss facility service srl applica ai propri dipendenti un contratto diverso da quello del credito (Pulimento e Multiservizi, ndr).
Non meno allarmante poi è la situazione patrimoniale di Iss World, il gruppo di cui fa parte Iss facility service srl, che ha debiti stimati per circa 3,67 milioni di sterline.
“Il nostro timore”, commenta Belfiore, “è che i dipendenti Cres perdano l’aggancio al contratto del credito con conseguente peggioramento dei loro livelli retributivi. Un prezzo troppo alto che non siamo disposti ad accettare. Chiediamo, dunque, a Deutsche bank di sospendere l’operazione, così come ha fatto recentemente Unicredit, che dopo le accese proteste dei sindacati ha bloccato la cessione dell’SSR Service”.
I 52 lavoratori del Cres coinvolti nella cessione sono tutti localizzati prevalentemente sulle piazze di Milano e di Napoli
Milano 14/11/2011
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