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Intesa Sanpaolo ha avviato le procedure per licenziare 137 lavoratori di Banca Monte Parma, ma la FABI non ci sta ed è pronta ad attuare inziative, anche legali, per contrastare le decisioni aziendali e tutelare i dipendenti
“L’eco delle dichiarazioni del neo-Ministro Corrado Passera su coesione sociale e sviluppo sostenibile”, ha attaccato oggi la Segreteria nazionale della FABI, “non si è ancora spento, che il Gruppo da lui guidato fino a pochi giorni fa ha intrapreso la strada del licenziamento di 137 dipendenti della Banca del Monte di Parma”.
“Infatti”, ha denunciato la FABI in una nota inviata a tutti i mezzi d’informazione, “con una lettera consegnata ieri ai sindacati aziendali, il Gruppo Intesa Sanpaolo, dopo avere unilateralmente disdettato il contratto integrativo aziendale, ha avviato la procedura prevista dalla Legge 223/91 per l’avvio dei licenziamenti collettivi nello storico istituto bancario”.
“Si tratta di decisioni gravissime, che mal si accordano con le dichiarazioni ufficiali del Gruppo e con una storia di relazioni sindacali che – fino al recentissimo passato – ha dato risultati positivi per entrambi le parti e per i lavoratori”.
“Questo strappo, deciso non si sa dove nè da chi vista l’assenza del nuovo CEO Cucchiani, compromette gravemente il clima e le relazioni sindacali a livello di Gruppo”.
“Per i suoi effetti dirompenti rischia inoltre di avere ripercussioni per l’intero settore, coinvolto come non mai dal difficilissimo momento congiunturale, alla vigilia del rinnovo del contratto nazionale di lavoro”.
“La Segreteria Nazionale della FABI, stigmatizzando tale decisione, è quindi impegnata a ripristinare le condizioni per un confronto civile e rispettoso dei diritti e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici della Banca del Monte di Parma”.
“A questo fine intraprenderà ogni azione utile, comprese quelle legali, coinvolgendo le altre Organizzazioni Sindacali rappresentative del Credito”.
Parma 03/12/2011