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“Chiediamo che i lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione che aderiscono al Fondo esuberi, totalmente a carico delle parti sociali del settore, vengano esentati dalle nuove norme della manovra, come dovrebbe avvenire per tutti coloro che sono in cassa integrazione o in mobilità”.
Questo l’appello lanciato dalla FABI al governo all’indomani della presentazione della manovra Monti, che prevede l’aumento dell’età pensionabile già a partire dal 2012 sia per gli uomini (66 anni) che per le donne (62 anni).
Lo spostamento in avanti dell’accesso alla pensione potrebbe infatti comportare un periodo di permanenza più lungo sul Fondo per i lavoratori già andati in esodo.
Un’eventualità che la FABI vuole con ogni mezzo scongiurare.
Ma la Segreteria nazionale del primo sindacato dei bancari ha anche bocciato l’intero impianto della manovra, definita “iniqua e squilibrata”.
“è un provvedimento disegnato più sul fronte delle tasse che su quello della crescita, della cancellazione delle spese inutili e degli sprechi”, ha dichiarato la Segreteria nazionale della FABI.
“Si rischia così facendo di riavvolgere la pellicola di un film già visto, in cui si chiede a lavoratori e pensionati, cioè a coloro che versano già l’80% del gettito fiscale nazionale, di sopportare sacrifici subito per un incerto futuro di investimenti e crescita occupazionale”.
“Lo stesso ministro dello Sviluppo economico non ha fatto altro che fornire poche e confuse indicazioni ma nessuna di grande momento”.
“La manovra”, ha sottolineato la FABI, “assume un carattere palesemente iniquo e squilibrato, in particolare per i lavoratori dipendenti e i pensionati nonché, nel nostro settore, per coloro che accedono al fondo di sostegno al reddito”.
“è una misura sostanzialmente iniqua”, argomenta il primo sindacato dei bancari, “l’aver cancellato la perequazione delle pensioni rispetto all’inflazione, mentre si allunga il periodo utile per il raggiungimento del diritto e si riducono le prestazioni inserendo il metodo contributivo, anche se pro- rata”.
“La riforma prospettata ha poi il sapore di una beffa per coloro che hanno profumatamente pagato il riscatto di laurea per avere il diritto ad una pensione calcolata con il sistema retributivo e si trovano oggi ad aver sborsato soldi per niente”.
Per questo motivo, fa sapere la Segreteria nazionale, la FABI, insieme ai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, aderirà allo sciopero del 16 dicembre, indetto per i bancari per tutto il pomeriggio di venerdì.
Roma 07/12/2011