I sindacati bancari, Fabi in testa, lanciano un appello al Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per difendere dagli effetti della manovra governativa i lavoratori bancari in procinto di essere collocati sul Fondo di Solidarietà, cha già hanno pagato il duro prezzo delle ristrutturazioni aziendali.
"Gli accordi sindacali nel settore credito stipulati entro il 31/10/2011", premettono i sindacati, "hanno individuato nominalmente, circa 20.000 lavoratori che accederanno, secondo tempi programmati, al Fondo di Solidarietà o alle prestazioni pensionistiche".
"Il D.L. 210 del 6/12/2011", spiegano la FABI e le altre organizzazioni sindacali, "perpetuando una tradizione di barbarie giuridica ampiamente praticata dal precedente Governo sembra aver annullato, con effetto retroattivo, per i lavoratori non ancora nel Fondo o in quiescenza, i diritti acquisiti in materia di accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà, di maturazione delle prestazioni pensionistiche, di modalità di calcolo della pensione".
Ma le sigle del credito lanciano un allarme anche sugli scenari futuri che si prospettano per il settore del credito.
"Tutti i piani industriali del settore, in questa ipotesi", sottolineano, "subirebbero radicali cambiamenti con nuove gravissime tensioni occupazionali ed il rischio di attuazione della Legge nr. 223/91 sui licenziamenti collettivi.
"Il Fondo di Solidarietà di settore, interamente autofinanziato e comparabile alla mobilità lunga verrebbe così totalmente discriminato rispetto agli ammortizzatori sociali degli altri settori produttivi".
"Ministra Fornero, per queste ragioni", ribadiscono la FABI e le altre organizzazioni sindacali, "le chiediamo un gesto di radicale discontinuità con una strategia di Governo che nonostante l'apparente valorizzazione irrideva, invece, gli accordi liberamente sottoscritti dalle Parti Sociali, nell'assoluto rispetto delle normative vigenti, ed i conseguenti diritti acquisiti.
Le chiediamo, perentoriamente, un intervento eticamente giusto, giuridicamente corretto, politicamente responsabile in sintonia con i principi programmatici enunciati dal Governo Monti".
Roma 13/12/2011