Federcasse chiede "discontinuità". La FABI: "BCC non sia sinonimo di benefit, consulenze esterne, compensi ai manager. Aziende paghino ai lavoratori l'indennità di vacanza contrattuale". Le trattative riprenderanno l'undici gennaio
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BCC, CONTRATTO IN STANDBY

Federcasse chiede “discontinuità”. La FABI: “BCC non sia sinonimo di benefit, consulenze esterne, compensi ai manager. Aziende paghino ai lavoratori l’indennità di vacanza contrattuale”. Le trattative riprenderanno l’undici gennaio
BCC, CONTRATTO IN STANDBY

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Ancora distanti le posizioni delle organizzazioni sindacali e delle banche di credito cooperativo, rappresentate da Federcasse, in merito al rinnovo del contratto nazionale di settore, che riguarda oltre 36mila lavoratori.
La ripresa delle trattative è fissata l’undici gennaio.
Nell’ultimo incontro, svoltosi di recente a Roma, Federcasse ha annunciato di voler imprimere un segno di discontinuità rispetto ai precedenti rinnovi contrattuali. Complice anche la crisi attraversata dal settore.
Norme contrattuali più omogenee e stringenti su tutto il territorio nazionale, orario di lavoro più flessibile e tarato sulle esigenze produttive delle singole aziende, criteri di assegnazione dei premi di produttività legati al merito, rivisitazione del welfare nazionale, centralizzazione delle procedure di riorganizzazione, concentrazione e fusione aziendale, possibilità di introdurre contratti di solidarietà.
Queste le principali richieste avanzate dai rappresentanti delle banche di credito cooperativo.
Proposte accolte con freddezza dalle organizzazioni sindacali, FABI in testa.
“Ci sembra”, ha commentato Luca Bertinotti, Segretario nazionale FABI, “che Federcasse stia scimmiottando l’Abi, senza tener minimamente conto delle specificità del nostro settore.
La contrattazione territoriale, da sempre fiore all’occhiello del credito cooperativo, non pu ò essere bypassata da quella nazionale al solo scopo di ottenere risparmi”, rimarca Bertinotti.
“Quanto alla proposta di introdurre nel nostro settore i contratti di solidarietà, siamo contrari. Il sistema cooperativo, anche in virtù delle sue caratteristiche mutualistiche, deve essere in grado di assorbire il personale in eccesso senza intervenire sui livelli salariali”.
Infine il capitolo welfare. “Abbiamo proposto di rimarginare la frattura generazionale tra lavoratori assunti prima del 2001 e quelli assunti dopo, chiedendo una maggiore contribuzione previdenziale a favore di questi ultimi. Ci sembra una proposta di buonsenso e ci batteremo affinché venga accolta da Federcasse”.
“La crisi, soprattutto nel nostro settore, si fa sentire”, conclude Bertinotti, “ma non pu ò essere utilizzata come un alibi dai manager per tagliare il costo del lavoro. Se si deve parlare di riduzione delle spese, si cominci a riflettere sui costi elevati- e spesso ingiustificati rispetto ai risultati portati a casa- del management. Bcc non pu ò significare, soprattutto in questo momento storico, benefit, consulenze esterne e compensi ai manager”.
Durante l’incontro la FABI ha, inoltre, chiesto alla controparte di versare ai lavoratori l’indennità di vacanza contrattuale, un aumento dello 0,30%, che spetterebbe loro in quanto non è stato raggiunto l’accordo sul rinnovo del contratto nei limiti di tempo stabiliti.
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