Il Tribunale di Ancona dà ragione alla FABI: la Cassa di risparmio di Loreto condannata e ad assumere a tempo indeterminato un lavoratore con contratto di sostituzione maternità. Buonanno: "Contratto a termine applicato in maniera impropria"">

CARILO, LA RIVINCITA DEL PRECARIO

Il Tribunale di Ancona dà ragione alla FABI: la Cassa di risparmio di Loreto condannata e ad assumere a tempo indeterminato un lavoratore con contratto di sostituzione maternità. Buonanno: “Contratto a termine applicato in maniera impropria”
CARILO, LA RIVINCITA DEL PRECARIO

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Era entrato in banca con un contratto di sostituzione maternità. Ma grazie a una sentenza del Tribunale di Ancona, ci rimarrà a tempo indeterminato poiché il contratto in questione era stato applicato in maniera impropria.
Il precariato da oggi in poi sarà solo un brutto ricordo per L.T., giovane bancario impiegato presso la filiale di Castelfidardo della Cassa di Risparmio di Loreto.
Il Tribunale di Ancona ha, infatti, accolto il ricorso presentato dal lavoratore, assistito dall’Ufficio legale della FABI anconetana, riconoscendogli un’indennità di 4 mensilità e mezzo, pari a 13mila euro, e la trasformazione del rapporto di lavoro da temporaneo a tempo indeterminato.
Le motivazioni della sentenza non sono state ancora rese note. Quel che è certo- come si legge nel dispositivo- è che secondo il Giudice, la Cassa di Risparmio di Loreto ha violato la disciplina sul lavoro a termine applicando in maniera scorretta il contratto di sostituzione maternità.
Sulla carta L.T. era stato assunto con questo tipo di contratto per sostituire una lavoratrice andata in congedo. Di fatto per ò aveva preso servizio in una filiale diversa da quella che aveva visto l’allontanamento temporaneo dell’impiegata.
Un’anomalia sulla base della quale il lavoratore, patrocinato dall’avvocato della FABI Antonio Di Stasi, ha deciso di fare causa alla cassa di risparmio di Loreto, subito dopo essere stato lasciato a casa dalla banca, circa un anno fa, per naturale scadenza del contratto di sostituzione maternità.
In sede di dibattimento, l’azienda si è difesa sostenendo la legittimità della sua operazione: l’impiegata in congedo era stata sostituita da un lavoratore di un’altra filiale e a sua volta L.T. aveva preso il posto di quest’ultimo, così come prevede una normale prassi “di scorrimento”, praticata in tutte le aziende.
Peccato che l’azienda non lo avesse specificato nel contratto di sostituzione maternità. Una “svista” che le è costata molto cara.
Con la sentenza emessa il 24 dicembre scorso, il tribunale ha condannata la banca a risarcire il lavoratore e ad assumerlo a tempo indeterminato.
Un gran bel regalo di Natale per L.T., trentenne con alle spalle una lunga esperienza da “precario del credito”, arrivato sotto l’albero dopo una lunga battaglia legale durata quasi un anno.
“Siamo enormemente soddisfatti dell’esito della causa”, commenta Massimo Buonanno, Segretario Coordinatore di FABI Ancona, “questa sentenza rappresenta un precedente importante, perché condanna l’utilizzo improprio e l’abuso dei contratti di lavoro a termine, una cattiva abitudine purtroppo molto diffusa negli istituti di credito.
Un vero e proprio malcostume che da anni, come FABI, cerchiamo di contrastare con ogni mezzo a nostra disposizione: sia promuovendo cause individuali, come quella appena vinta, sia sottoscrivendo accordi sindacali di Gruppo finalizzati alla stabilizzazione dei lavoratori precari”.
“Pensiamo infatti che il precariato selvaggio tolga futuro alle nuove generazioni e che alla lunga rappresenti un danno economico anche per le imprese, demotivando i lavoratori, pregiudicandone il rendimento e il senso di appartenenza aziendale, e costringendoli a ricorrere alle vie legali per veder riconosciuti i propri diritti”.
“Nel caso specifico della sentenza del Tribunale di Ancona”, conclude Buonanno, “alla luce di quanto stabilito dai giudici, invitiamo l’azienda a dare immediata applicazione alla sentenza e a prendere quanto prima in servizio il giovane lavoratore”.
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