Raggiunto l'accordo sulla ristrutturazione tra Intesa Sanpaolo e i sindacati: le uscite, sensibilmente ridotte, avverranno solo su base consensuale e incentivata, e saranno confermati 41 apprendisti. FABI: "nessun ricorso a fondo emergenziale"
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BANCA MONTE PARMA, SCONGIURATI I LICENZIAMENTI

Raggiunto l’accordo sulla ristrutturazione tra Intesa Sanpaolo e i sindacati: le uscite, sensibilmente ridotte, avverranno solo su base consensuale e incentivata, e saranno confermati 41 apprendisti. FABI: “nessun ricorso a fondo emergenziale”
BANCA MONTE PARMA, SCONGIURATI I LICENZIAMENTI

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Si è conclusa senza licenziamenti e con una notevole riduzione degli esuberi la vertenza di Banca Monte Parma, l’istituto di credito parmigiano controllato dal Gruppo Intesa Sanpaolo.
Dopo una trattativa durata oltre due mesi, la FABI e gli altri sindacati hanno siglato con la controparte l’accordo di ristrutturazione.
Intesa Sanpaolo, che aveva già attivato la procedura ex legge 223 per avviare i licenziamenti collettivi in banca Monte Parma, ha dunque accolto tutte le richieste della FABI: le uscite, spalmate nell’arco del triennio 2012-14, saranno in totale 57 tra esodi e pensionamenti- non più 137 come inizialmente dichiarato dal Gruppo Intesa- e avverranno soltanto su base consensuale e dietro incentivo economico.
I sindacati hanno, inoltre, ottenuto la conferma a tempo indeterminato di 41 apprendisti e il mantenimento per i dipendenti della polizza sanitaria, del fondo pensione aziendale e delle condizioni creditizie agevolate.
Non solo. Contrariamente a quanto chiesto dall’azienda, è stata prevista per i dipendenti di Banca Monteparma l’armonizzazione con i trattamenti integrativi del Gruppo Intesa Sanpaolo: i lavoratori potranno così beneficiare, a partire dal 2014, delle prestazioni del Fondo Sanitario di gruppo e di tutte le previsioni della contrattazione di secondo livello in vigore in Intesa Sanpaolo.
è stato, infine, autorizzato l’utilizzo, per un arco di tempo limitato, di alcuni strumenti previsti dal contratto nazionale finalizzati a contenere i costi: tra questi, blocco del VAP e dei sistemi incentivanti fino al 2013, riduzione dell’orario di lavoro per solidarietà ( 5 giornate nel 2012, 5 giornate nel 2013) e la conversione degli straordinari in Banca ore.
Si tratta di piccoli sacrifici temporanei, attraverso i quali si contribuirà a risanare il bilancio di banca Monte Parma, che solo nell’ultimo anno ha accumulato un passivo di circa 60 milioni di euro.
“Siamo soddisfatti dell’esito della trattativa”, commenta Franco Savi, Portavoce del Coordinamento FABI in Banca Monte Parma, “sono stati infatti definitivamente scongiurati i licenziamenti e il ricorso al fondo emergenziale e si è fatto un passo avanti verso l’occupazione stabile, con la conferma dei 41 apprendisti, nonostante il momento di crisi attraversato dall’azienda”.
“è così del tutto tramontata l’ipotesi di mandare a casa 137 lavoratori, un’operazione che avrebbe potuto costituire un pericoloso precedente per le relazioni sindacali di Gruppo, prosegue Savi.
“Gran parte del merito del buon esito della trattativa”, conclude il sindacalista, “va comunque alla Segreteria nazionale della FABI”.
Proprio a dicembre, non appena Intesa aveva annunciato l’avvio della procedura sui licenziamenti collettivi, il Segretario generale, Lando Maria Sileoni, era intervenuto duramente nei confronti dell’azienda minacciando azioni legali contro il provvedimento.
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