CARICHIETI, DIREZIONE NUOVA PROBLEMI VECCHI?
La FABI e gli altri sindacati del credito chiedono maggiore pluralismo sindacale, ragguagli sul futuro occupazionale dei dipendenti del polo di Bologna e sull’aumento ingiustificato dei compensi ai manager. Avitto: “Ci aspettiamo un cambio di marcia dai vertici”
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Carichieti di nuovo nel mirino delle Segreterie abruzzesi della FABI e degli altri sindacati del credito.
Nell’ultimo incontro con i vertici, le organizzazioni sindacali hanno domandato ragguagli sul futuro delle banca e hanno chiesto che venga ripristinato il pluralismo sindacale all’interno dell’istituto di credito.
Diversi i quesiti posti al management. I sindacati vogliono avere risposte chiare sul nuovo progetto di espansione territoriale che interesserà la banca, su quali sono le motivazioni tecnico organizzative alla base di numerosi trasferimenti di personale avvenuti nell’ultimo anno, sul destino occupazionale dei dipendenti del polo di Bologna, addetto alla cessione del quinto di stipendio e ridimensionato a seguito della fusione per incorporazione di Flashbank nella Capogruppo Carichieti e sull’aumento ingiustificato del 10% delle retribuzioni del management a fronte di un modesto incremento, pari all’1%, dei compensi destinati ai lavoratori, che nel 2010 e nel 2011 peraltro hanno assistito a una diminuzione dell’importo del VAP.
Infine, i sindacati vogliono sapere se la nuova amministrazione intraprenderà azioni legali per il danno d’immagine subito dall’azienda stessa, che dal 2009 al 2011 ha visto i propri vertici multati dalla Banca d’Italia per pesanti irregolarità gestionali, come riportato dagli organi d’informazione locali e nazionali.
Ancora conflittuale, poi, la gestione delle relazioni sindacali. I sindacati denunciano, infatti, che in Carichieti sussiste un’inspiegabile anomalia nella distribuzione degli iscritti rispetto agli standard delle aziende bancarie nazionali.
“Le operazioni effettuate per incrementare in maniera repentina le adesioni alla FALCRI sono evidenze ancora da chiarire”, attaccano FABI, FISAC, FIBA, UGL e UILCA.
Una delle tante anomalie che aveva caratterizzato la precedente gestione di Carichieti.
Finita al centro di due severe ispezioni delle Banca d’Italia, l’ultima delle quali, a gennaio dell’anno scorso, si è conclusa con le dimissioni del vecchio Direttore generale, Francesco Di Tizio a cui è succeduto Roberto Sbrolli.
Gli ex vertici della banca sono, inoltre, rimasti coinvolti in un’inchiesta della Procura di Milano per presunti contatti con la’ndrangheta.
“Appena nominato direttore generale di Carichieti, Roberto Sbrolli ci aveva assicurato che avrebbe promosso un nuovo corso all’interno dell’istituto. I dati di oggi, per ò, dicono tutt’altro. Ci aspettiamo che la nuova gestione sappia finalmente dare seguito alle dichiarazioni di principio formulate un anno fa. Stupisce, comunque, constatare che il vecchio consiglio d’amministrazione, il collegio sindacale e i vecchi dirigenti, che non hanno operato correttamente come evidenziato dalle ispezioni della Banca d’Italia, siano ancora al comando dell’istituto”, commenta Domenico Avitto, rappresentante sindacale aziendale FABI in Carichieti.
Intanto per il 19 marzo i sindacati hanno chiesto un nuovo incontro con il management per avere un confronto sulle risultanze contabili del bilancio annuale.
Chieti 01/02/2012
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