Il 29 febbraio la FABI partecipa alla giornata di contestazione "Enough is enough. Alternatives do exist for employment and social justice", promossa dalla Confederazione dei sindacati europei. Panfietti: "lottiamo contro la precarietà e l'esclusione sociale"">

LAVORO, LA FABI ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE EUROPEA

Il 29 febbraio la FABI partecipa alla giornata di contestazione “Enough is enough. Alternatives do exist for employment and social justice”, promossa dalla Confederazione dei sindacati europei. Panfietti: “lottiamo contro la precarietà e l’esclusione sociale”
LAVORO, LA FABI ADERISCE ALLA MOBILITAZIONE EUROPEA

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La FABI aderisce alla giornata di mobilitazione “Enough is enough. Alternatives do exist for employment and social justice” (tradotto: Quando è troppo è troppo. Esistono alternative per l’occupazione e la giustizia sociale) del 29 febbraio, promossa dalla Confederazione dei sindacati europei (European Trade union Confederation).
L’iniziativa, come si legge nel testo diffuso dall’Etuc e condiviso dalla FABI, nasce principalmente per contestare le politiche d’austerità varate dai Paesi membri.
Misure che hanno scaricato i costi della crisi solo sui lavoratori e che potrebbero intensificarsi con la ratifica del Fiscal Compact, il documento approvato dal Consiglio europeo lo scorso 30 gennaio che prevede pesanti sanzioni per gli Stati che non raggiungono il pareggio di bilancio e che potrebbe quindi portare i Paesi firmatari a ridurre ulteriormente i fondi destinati alla spesa sociale.
Recenti statiche dimostrano che in numerose nazioni europee è disoccupato un giovane su due (In Italia uno su tre) e che ben 115 milioni di persone, il 23,5% della popolazione, sono minacciate dalla povertà.
In particolare proprio per rispondere a questo stato d’emergenza, l’ETUC chiede all’Unione europea maggiori investimenti in politiche per l’occupazione, uno stop alla flessibilità selvaggia del mercato del lavoro, l’istituzione di tasse sulle transazioni finanziarie per foraggiare investimenti a sostegno della crescita, un più incisivo contrasto al dumping salariale, alla riduzione degli investimenti pubblici nella previdenza, all’esclusione sociale, e maggiori garanzie per l’occupazione giovanile di qualità.
“Come FABI”, dichiara Luca Panfietti, responsabile dell’Ufficio Relazioni internazionali, “ci associamo pienamente alle rivendicazioni della Confederazione dei sindacati europei, di cui, in quanto prima organizzazione sindacale del credito, facciamo parte”.
“Da tempo”, sottolinea il responsabile dell’Ufficio Relazioni internazionali della FABI, “attraverso le forti prese di posizioni del nostro segretario generale, Lando Maria Sileoni, siamo in prima linea nel chiedere al governo politiche più incisive sul fronte dell’occupazione e del contrasto alla precarietà”.
“Obiettivi, questi ultimi, che almeno nel settore del credito”, ricorda Panfietti, “sono stati raggiunti. Nell’ipotesi d’accordo sul nuovo contratto bancario, firmata il 19 gennaio dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali, abbiamo ottenuto infatti una piena bonifica della precarietà e un rilancio dell’occupazione nelle banche. Grazie all’accordo, nei prossimi 5 anni entreranno a tempo indeterminato negli istituti di credito italiani ben 32mila i giovani”.
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