Indetto sciopero nazionale contro la cessione del ramo d'azienda addetto al non performing loans. A rischio tutele contrattuali per 80 lavoratori. La FABI: "Azienda non rispetta il contratto nazionale. Inaccettabile questo atteggiamento di chiusura"
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HYPO ALPE ADRIA BANK, IL 3 SI SCIOPERA

Indetto sciopero nazionale contro la cessione del ramo d’azienda addetto al non performing loans. A rischio tutele contrattuali per 80 lavoratori. La FABI: “Azienda non rispetta il contratto nazionale. Inaccettabile questo atteggiamento di chiusura”
HYPO ALPE ADRIA BANK, IL 3 SI SCIOPERA
Per tutta la giornata di martedì 3 aprile i lavoratori di Hypo Alpe Adria Bank Italia sciopereranno contro la cessione del ramo d'azienda addetto ai crediti non esigibili (non performing loans) a Hypo Alpe Adria Leasing, società autonoma non iscritta all'Abi e operante nel settore del commercio.
Lo sciopero è stato indetto dalla FABI e dalle altre sigle sindacali in difesa degli 80 lavoratori che saranno oggetto di cessione, collocati tutti sulla piazza di Udine. In contemporanea, alle 10, si svolgerà sempre a Udine un'assemblea pubblica alla quale parteciperanno i lavoratori, gli organi di stampa e le autorità locali.
Un'iniziativa promossa dopo oltre un mese di stato d'agitazione, che ha coinvolto tutti dipendenti italiani del Gruppo.

In particolare i sindacati contestano a Hypo Alpe Adria di non aver rispettato le procedure contrattuali che disciplinano le operazioni di cessione, di non aver fornito alcuna informazione su quale sarà il futuro aziendale della società a cui è stato ceduta l'attività e, soprattutto, di essersi mostrata indisponibile a siglare un accordo con i sindacati per assicurare ai lavoratori ceduti la piena difesa contrattuale e occupazionale.

I dipendenti in questione rischiano, infatti, di perdere lo status di bancari e di non poter più rientrare nell’azienda di provenienza in caso si verifichino, nel futuro, tensioni occupazionali.

“Scioperiamo per manifestare il nostro completo dissenso rispetto all’atteggiamento di chiusura dimostrato dall’azienda”, attacca Nicoletta Simonetti, Coordinatrice FABI in Hypo Alpe Adria Bank Italia.

“L’azienda”, spiega Simonetti, “ha totalmente disatteso le previsioni del contratto nazionale in materia di cessione di ramo d’azienda, rifiutando di trattare con i sindacati e negando le dovute garanzie ai lavoratori ceduti, come peraltro prevede lo stesso contratto nazionale del credito”.

“Sollecitiamo, quindi, i vertici a sottoscrivere quanto prima un accordo con le organizzazioni sindacali che garantisca ai lavoratori la completa tutela occupazionale, qualora la nuova società dichiari esuberi, e il mantenimento del contratto del credito”.

Intanto lunedì i lavoratori hanno incassato anche l’appoggio del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. La Commissione Regionale “Lavoro e Occupazione” ha ricevuto i dipendenti e ha espresso piena condivisione rispetto alle ragioni della mobilitazione.

A preoccupare i sindacati anche la possibilità che quella del ramo dei crediti non esigibili sia soltanto la prima di una lunga serie di esternalizzazioni, utili all’azienda austriaca per liberarsi delle attività meno redditizie e per rendersi così più appetibile sul mercato.

è da ben 12 mesi, infatti, che la banca austriaca Hypo Alpe Adria cerca di vendere, senza successo, la controllata italiana, dove lavorano circa 500 persone.
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